Desertificazione bancaria a Viterbo, First Cisl: penalizzati i più fragili, servono banche di prossimità

Il fenomeno della desertificazione bancaria, tema di crescente rilevanza sociale ed economica, continua a sollevare preoccupazioni, soprattutto nelle aree rurali e meno popolate.

Anche nella provincia di Viterbo, la progressiva chiusura di sportelli fisici, dettata dall’inevitabile avanzata della digitalizzazione e dalla necessità delle banche di contenere i costi, sta ridisegnando il rapporto tra istituti di credito e cittadini. Secondo i dati dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria della Fondazione Fiba di First Cisl, Viterbo occupa la 68ª posizione nella graduatoria delle 107 province italiane per desertificazione bancaria assoluta.

Di fronte a questo allarme sociale, Alessandra Sorge, giornalista di ViterboNews24, ha intervistato Alessandro Scorsini, segretario generale di First Cisl Viterbo. Di seguito riportiamo i contenuti del servizio di ViterboNews24:

Desertificazione bancaria, scompaiono le filiali e aumenta il divario tra chi sa usare l’internet banking e chi no. I dati nella Tuscia non sono incoraggianti e seguono in perfetta linea quello che è l’andamento generale nel resto d’Italia. Le banche, fonte di finanziamento primaria per le imprese e i cittadini, stanno costantemente diminuendo l’accesso ai servizi, eliminando sportelli bancari rimpiazzati da nuovi servizi digitali. Che tradotto significa: via il personale e le relative spese di gestione, benvenute piattaforme digitali che grazie ad un clic ti permettono di far partire un bonifico istantaneo direttamente dal divano di casa. Tutto ok, dunque? È giusto prevedere, e dunque conformarsi, ad un futuro in cui la dematerializzazione e la digitalizzazione delle attività umane sembrano ormai un fenomeno inarrestabile? Ne abbiamo parlato con Alessandro Scorsini, dal 2021 segretario generale First Cisl Viterbo.

Segretario, sa farci un bilancio su quanti sportelli bancari sono ancora attivi nella provincia di Viterbo? 
Dalle quattro direzioni generali attive negli scorsi anni siamo passati a una, la Banca Lazio Nord, con 171 tra filiali e sportelli automatici in attività.

Quanti ne sono stati chiusi nel 2024? 
Due: uno a Capranica e l’altro a Sutri, entrambi di Intesa Sanpaolo.

È un fenomeno che sembra inarrestabile dunque…
Si, le banche chiudono per ridurre i costi.

È legittimo secondo lei che le banche si affidino a procedure sempre più digitalizzate proprio per abbattere il costo del personale?
La digitalizzazione e il progresso digitale sono un qualcosa che non può essere contrastato, ma sicuramente va conosciuto e governato. La riduzione del personale segue la riduzione degli sportelli, ossia riduzione dei costi.

Dunque meno posti di lavoro e più difficoltà nella gestione delle pratiche per gli anziani… A cosa ci porterà questa situazione?
Sicuramente questo crea un problema sociale con meno credito e difficoltà per gli anziani che hanno poca attitudine con gli strumenti digitali.

Tra il 2023 e il 2024 c’è stata una stretta creditizia del 5% alle imprese. Perché le banche concedono meno prestiti?
I parametri dettati dalla Bce impongono alle banche sistemi di valutazione che non sono più quelli della conoscenza diretta che si basava sul rapporto fiduciario, ma su quelli patrimoniali e di redditività. Se non rientri nei parametri ‘giusti la banca non concede prestiti.

Sempre secondo dati Istat, in Italia sono quasi 118mila le imprese che si trovano a rischio usura. Nella provincia di Viterbo al 30 giugno di quest’anno ne sono state registrate 696. Questa situazione può essere una conseguenza rispetto al mancato prestito alle imprese?
Penso di si. La Tuscia ha un sistema economico mediamente incentrato su attività agricole e turistiche. Ancora oggi questo sistema sta in piedi in quanto mediamente sostenibile. I rischi della diminuzione delle filiali portano le persone ad uscire dai piccoli centri spopolando le aree interne. Le aziende a corto di liquidità, non potendo ricorrere ad alcun intermediario finanziario, rischiano molto più delle altre di scivolare tra le braccia degli strozzini.

Cosa si aspetta per l’anno che verrà?
Stiamo lavorando sul tema dell’intelligenza artificiale che cambierà il sistema di lavoro non solo nel comparto bancario. Più che un desiderio è una speranza: che si riesca a far modificare la norma per consentire la creazione di un sistema creditizio di banche di prossimità.


A cura della Fondazione Fiba di First Cisl:

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