Il dibattito sulle conseguenze della riorganizzazione territoriale delle banche, rilanciato con costanza da First Cisl, viene ora alimentato anche dalla politica. Sui disagi per imprese e cittadini, che il processo di revisione commerciale bancario sta comportando, interviene il presidente delle Regione Veneto Luca Zaia con un comunicato pubblicato nel sito istituzionale della Regione e rilanciato dagli organi di informazione.
“Gli effetti della desertificazione bancaria – scrive Zaia – su cui già in passato ho manifestato le mie preoccupazioni, si fanno sempre più evidenti. Quando le banche riducono o ritirano i loro servizi e presenze in determinate aree, gli effetti negativi investono non solo il tessuto economico del territorio ma anche quello sociale per il valore che gli sportelli hanno di coesione e appartenenza sociale per la comunità”.
Nell’elaborazione della Fondazione Fiba, Zaia fa notare che “lo studio della First Cisl, basato sui dati di Banca d’Italia, Istat ed Eurostat, ha rilevato che al 30 giugno 2024 in Veneto 172.000 persone e 11.400 imprese risiedono in comuni che non vedono la presenza neanche di una banca. Una situazione a cui prestare attenzione, specie in un territorio come il nostro dove i piccoli centri, le aree rurali e la montagna caratterizzando buona parte della Regione. Questo fenomeno, però, non risparmia nemmeno i grandi centri urbani: per fare un esempio, solo a Padova è sparito il 35% rispetto alle filiali che c’erano nove anni fa e la città si piazza al primo posto in Veneto per la desertificazione parziale (presenza di un solo sportello). Invece, nella classifica nazionale, le province venete con un indice maggiore di desertificazione assoluta (assenza di sportelli) sono quelle di Belluno, Rovigo e Vicenza”.
Per il Presidente della Regione Veneto “le conseguenze nelle aree colpite dalla desertificazione bancaria sono palesi: difficoltà nell’accesso ai servizi finanziari, impatto negativo sulle imprese locali, la riduzione degli investimenti, la mancanza di servizi finanziari e la disponibilità limitata di crediti che possono scoraggiare gli investimenti. Questo può rallentare lo sviluppo economico e l’innovazione locale con maggiori rischi di esclusione finanziaria. La desertificazione bancaria può portare, infatti, ad un aumento dell’ineguaglianza economica e sociale, in particolare per gli anziani e le persone che non hanno accesso a internet o che preferiscono i servizi bancari tradizionali. Senza contare il rischio delle truffe on-line a cui è esposto chi, come i giovani, opera esclusivamente in internet”.
L’oggettività dei dati dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria di First Cisl spingono Zaia a porre l’obiettivo di “di garantire a tutti i cittadini e alle imprese l’accesso a servizi finanziari adeguati, indipendentemente dalla loro posizione geografica, dimensione del comune in cui risiedono o grado di conoscenze tecnologiche. Chi investirà in tal senso – grandi gruppi bancari dalla lunga storia e prestigio, ma anche realtà bancarie territoriali e cooperative – sono certo effettuerà una scelta che pagherà nel futuro”.
Qui il report nazionale con le tabelle esplicative
Qui i dati sulla desertificazione bancaria in Veneto
Qui tutti i dati e i grafici descrittivi della desertificazione bancaria in Italia, a cura di Fondazione Fiba