Colombani, smart working non sia alibi per nuovi tagli, video

Lo smart working non può essere usato come alibi per nuovi tagli”. Questo il messaggio lanciato dal segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani durante il convegno su smart working e digitale organizzato dalla Fabi.

Il primo intervento del segretario generale di First Cisl:

Esuberi e riduzione degli sportelli hanno contraddistinto il settore bancario negli ultimi 10 anni, ha ricordato il leader dei bancari della Cisl: l’occupazione è calata di 51mila unità, oltre 10mila sportelli sono stati chiusi. Inoltre i comuni che, nello stesso periodo, sono stati abbandonati dalle banche sono stati oltre 800. Tutto questo è avvenuto “in un Paese in cui la diffusione del digitale è ancora limitata: a frenarla sono sia il basso livello di istruzione che la quota di popolazione anziana, la più alta d’Europa”.

Gli anziani sono senz’altro i più penalizzati dal fenomeno di debancarizzazione in atto. Sono loro a detenere la maggior parte del risparmio – ha ricordato Colombani – ma ciò nonostante sono i più vulnerabili al rischio di emarginazione.

Questo non significa schierarsi in modo pregiudiziale contro la digitalizzazione. Al contrario, abbiamo bisogno di più digitale. “Per questo il governo ha fatto bene a puntare nel Piano di Ripresa e Resilienza su digitalizzazione e innovazione, insieme alla transizione ambientale e all’inclusione sociale, destinando ad esse risorse ingenti,  che saranno impiegate anche per il potenziamento delle competenze e il diritto allo studio.”

Il lavoro agile si è dimostrato prezioso nella gestione dell’emergenza sanitaria. “Grazie al sistema degli appuntamenti abbiamo tutelato la salute e sicurezza dei lavoratori e della clientela. A rendere difficile il rapporto con quest’ultima non è quindi lo smart working, ma la riduzione del canale distributivo”.

Si tratta allora di governare il cambiamento. “Il cambio di paradigma va gestito attraverso la cabina di regia che con Abi abbiamo inserito nel contratto – ha sottolineato  Colombani – per governare l’impatto delle nuove tecnologie sull’industria bancaria. In una fase di profondo cambiamento storico e culturale la partecipazione dei lavoratori è indispensabile”.

Il secondo intervento del segretario generale di First Cisl:

I sindacati dei bancari non dimenticano ovviamente i giovani, che restano, come in passato, al centro della loro agenda. “Nel contratto abbiamo eliminato il salario d’ingresso, inoltre il Fondo per l’occupazione dal 2012 è un incentivo alla nuova occupazione. Eppure le assunzioni latitano. Su questo terreno le banche devono impegnarsi e invertire il trend negativo. Il soggetto lavoro ha già pagato: non ci si può trincerare dietro lo smart working per nuovi tagli”.

Il settore bancario, ha spiegato Colombani, ha posto le condizioni per gestire la digitalizzazione con un impianto di regole ben definito: “Questo per evitare che il lavoro agile sia funzionale ad un mero risparmio sui costi”. Diversa la risposta nel settore assicurativo, dove lo smart working era già molto diffuso prima del lockdown: “In questo caso opportunamente la contrattazione ha definito delle linee guida”.

“Il lavoro agile deve consentire di coniugare le esigenze personali con quelle produttive: non  permetteremo alle banche di utilizzarlo per effettuare risparmi fini a se stessi – ha concluso Colombani – Si rende però necessaria una diversa cultura d’impresa. Serve un nuovo paradigma culturale che attraverso la fiducia attribuita alle persone possa determinarne il coinvolgimento”.