Smart working, Colombani, non sia usato per ridurre i costi

“Dal 2010 al 2020 l’occupazione nel settore bancario è scesa di 51mila unità, ciò nonostante l’utilizzo di internet sia in Italia tra i più bassi d’Europa. Per questo è bene mettere in chiaro che il lavoro ha già pagato un prezzo molto alto: il digitale e lo smart working non possono essere usati come alibi per nuovi tagli”. A dichiararlo il segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani nel corso del convegno organizzato dalla Fabi su digitale e smart working.

“Il digitale ci ha permesso di non fermarci durante l’emergenza ed è indispensabile per una crescita sostenibile e inclusiva. Per questo vediamo con favore le somme stanziate dal Piano di ripresa e resilienza su digitalizzazione e innovazione, risorse che saranno impiegate anche per il potenziamento delle competenze e il diritto allo studio.”

“Gli sportelli bancari negli ultimi 10 anni si sono ridotti del 30% lasciando scoperti 804 comuni – ha continuato Colombani – Questo ha un impatto soprattutto sugli anziani, che usano meno l’internet banking ma che sono quelli che detengono la quota maggiore di risparmio”.

“Il lavoro agile deve consentire di coniugare le esigenze personali con quelle produttive: non consentiremo alle banche di utilizzarlo per effettuare risparmi fini a se stessi – ha affermato il numero uno dei bancari della Cisl – Il lavoro agile rende necessaria una diversa cultura d’impresa. Serve un nuovo paradigma culturale che attraverso la fiducia attribuita alle persone possa determinare il loro coinvolgimento”.

Il cambio di paradigma va gestito attraverso la cabina di regia che con Abi abbiamo inserito nel contratto – ha concluso Colombani – per governare l’impatto delle nuove tecnologie sull’industria bancaria. In una fase di profondo cambiamento storico e culturale la partecipazione dei lavoratori è indispensabile”.

 

La nota di First Cisl