I bancari nel diluvio universale del virus, Colombani a Zero Zero News

I bancari nel diluvio universale del virus”: così il web magazine Zero Zero News titola la lunga intervista al segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani.

“Nell’oceano dell’economia mondiale, squassato dal diluvio universale del virus – scrive il direttore di Zero Zero News Gianfranco D’Anna – la superstite caravella Italia naviga a vista. Le incognite e le variabili della rotta tracciata dal Governatore della Banca d’Italia non nascondono sotto i sepolcri imbiancati dei mercati le macerie e le lacerazioni socio-economiche che sta provocando la pandemia. Al coraggio e al rigore delle denunce, Ignazio Visco affianca proposte concrete di rilancio e di sviluppo del sistema produttivo italiano. Prospettive che vanno ben oltre le logiche dei contratti sociali e dei new deal. Indicazioni che si inseriscono tuttavia in un convulso contesto politico economico”.

“Essenziale – sottolinea D’Anna – il valore del risparmio e del sistema bancario, «se il Paese Italia è ancora in piedi lo deve anche a tutte le donne e uomini del lavoro in banca che hanno consentito lo svolgimento dei servizi essenziali (stipendi e pensioni),  oltre che di quelli indispensabili (prestiti e gestione del risparmio)» sottolinea Riccardo Colombani, Segretario generale della First Cisl”.

Di seguito il testo integrale dell’intervista al segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani:

Colombani, la diagnosi e la prognosi del Governatore Visco, consentono di intravedere la sopravvivenza del paziente Italia?

Mi sembra che, rimarcando i ritardi accumulati negli ultimi anni, il governatore della Banca d’Italia abbia voluto lanciare un messaggio di speranza per l’Italia. La sua relazione è ispirata ad un ottimismo della ragione di cui in questo momento c’è grande bisogno. È chiaro che abbiamo davanti una lunga traversata nel deserto. Lo sarà in ogni caso, anche se il crollo del Pil fosse inferiore al 13% che Bankitalia prevede nello scenario peggiore. A grandi linee mi pare di poter dire che le direttrici per la ricostruzione individuate da Visco, a cominciare dagli investimenti su formazione, infrastrutture, digitale, non si discostino da quelle suggerite dalla Commissione Ue per l’impiego dei fondi legati al Recovery Fund. Comunque finisca la trattativa tra i governi, si tratta di una convergenza positiva. È fondamentale che in un momento così difficile l’ancoraggio dell’Italia all’Europa sia ribadito con autorevolezza.

Così come è fondamentale non lasciar cadere l’appello a stringere “un nuovo contratto sociale” che, come ha sottolineato la segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan, dovrebbe ricalcare la stagione della concertazione che all’inizio degli anni ’90 ebbe in Ciampi il principale artefice, con l’appoggio determinante dei sindacati.

Come valuta la reazione alla crisi del settore del credito sul “fronte” interno riguardante i bancari e su quello esterno per quanto attiene i clienti?

I sindacati di categoria, grazie all’unitarietà e alla proficua e costante interlocuzione con le associazioni di rappresentanza datoriale, con particolare riferimento ad Abi, hanno sottoscritto dei protocolli, che tenendo conto delle specificità nella erogazione dei servizi, hanno introdotto le migliori soluzioni a salvaguardia della salute delle lavoratrici e dei lavoratori, oltre che della clientela. Basti pensare che il servizio alla clientela solo su appuntamento, che viene praticato ancor oggi in via prevalente, è stato preso a riferimento da parte di alcune Regioni Italiane per impartite direttive o raccomandazioni.

Più difficile si è rivelata la gestione dei rapporti con la clientela, specie nella gestione dei prestiti previsti dal decreto Liquidità. Come sottolineato dal Governatore Visco in un contesto normativo «nuovo e non ancora stabilizzato», con una mole eccezionale di domande di prestiti da gestire in un ristretto arco temporale, sono emersi i deficit e l’inadeguatezza delle procedure interne, oltre alle cautele eccessive, di alcune banche. Ciò ha alimentato la rabbia nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori bancari, che sono stati incolpevoli vittime di episodi di violenza fisica, di minacce e di insulti. È una situazione che non deve ripetersi.

Il Governo ha affidato al sistema bancario l’onere di rilanciare il Paese. È necessario che ciò avvenga in un contesto chiaro di limiti e responsabilità. Le modifiche al decreto apportate alla Camera rappresentano un passo in avanti. Il Paese deve dare un segnale di maturità evitando di scaricare sulle lavoratrici e sui lavoratori rischi e responsabilità giuridiche. L’apporto delle lavoratrici e dei lavoratori bancari al rispetto della normativa antimafia e anti riciclaggio deve avvenire in un contesto giuridico, o in mancanza di tipo organizzativo e procedurale, che li sollevi dai rischi. In definitiva, in questa fase straordinaria e di emergenza, le segnalazioni delle operazioni sospette non possono essere lasciate alla valutazione discrezionale dei titolari di agenzie, titolare di uffici o dei gestori della relazione con i clienti che per la normativa vigente sono tenuti a fare le segnalazioni.

La banca post covid-19? Come si stanno modificando i rapporti di lavoro e gli assetti degli istituti di credito?

È oggettivamente presto per dire come si lavorerà in banca una volta che l’emergenza sarà finita. Tuttavia si possono abbozzare alcune riflessioni, sullo sviluppo e sull’utilizzo delle tecnologie digitali, prima di tutto. Personalmente rifuggo da una visione apocalittica: il digitale, di per sé, non rappresenta una minaccia per il lavoro. Ma è chiaro che può diventarlo se non cambia la cultura d’impresa dei top manager, fin qui orientata alla creazione di valore attraverso il taglio dei costi. È necessario che le nuove tecnologie vengano utilizzate per migliorare i processi di lavoro, al fine di poter dedicare le lavoratrici e i lavoratori alla consulenza, che è insostituibile per aumentare la qualità dei servizi bancari.

Per far questo è necessario che si torni ad investire sul capitale umano: formazione e riqualificazione professionale devono essere le priorità.

I top manager non devono agitare lo spettro della digitalizzazione con il solo fine di tagliare i costi del personale nella cornice ossessiva della trimestrale. Lo short termism ha già procurato danni ingenti e limitato la capacità produttiva del Paese. È necessario invertire la rotta. La digitalizzazione bancaria deve essere il propulsore per un nuovo modello di sviluppo dell’industria bancaria, e quindi del Paese, vista la centralità del sistema bancario nel sistema economico nazionale ed europeo, senza le dannose scorciatoie dei tagli. La digitalizzazione deve essere sinonimo di investimento e di futuro, che sarà roseo solo se aumenteranno gli occupati in banca e in tutte le altre imprese.

Va visto in questo quadro anche il tema dello smart working. L’emergenza sanitaria ha determinato una grande estensione di questa modalità della prestazione lavorativa. Il settore bancario vi ha fatto ampio ricorso, con risultati soddisfacenti sotto il profilo dell’esposizione al rischio contagio delle persone che ne hanno beneficiato.

Procederemo con un’analisi attenta circa l’applicazione della norma che abbiamo introdotto nell’ultimo contratto con Abi riguardo al diritto alla disconnessione. Il pionierismo che caratterizza il sistema di relazioni sindacali del settore, traendo spunto da questa drammatica esperienza sanitaria, economica e sociale, ci spingerà sicuramente ad affinare, a migliorare le tutele per mettere al riparo i lavoratori da possibili distorsioni.

E come evolverà il confronto sindacale?

Penso che l’esperienza di questi mesi rappresenti una bussola anche per il futuro. Il sistema di relazioni industriali, tradizionalmente solido nel settore, ha dato prova della capacità di trovare soluzioni condivise a problemi di grande complessità, e di saperlo fare in tempi stretti. Per gestire la fase post emergenziale ci sarà bisogno di approfondire ulteriormente la collaborazione. Lungo questo cammino vedo presentarsi un’opportunità importante: quella di far germogliare nel sistema bancario una stagione all’insegna della partecipazione dei lavoratori. Sarebbe miope lasciarsela sfuggire.