Banche e assicurazioni, le proposte First Cisl al centro del dibattito

Il 2023 si è chiuso, dal punto di vista sindacale, con un accordo storico sul rinnovo del contratto nazionale Abi, al quale First Cisl ha fornito un rilevante contributo sia nella fase di elaborazione della piattaforma unitaria sia durante la trattativa con la controparte. È stato un anno segnato da sfide importanti su molti versanti, che la nostra organizzazione ha affrontato sulla base di proposte innovative e prese di posizione ispirate ad una linea politica coerente con la sua identità ed i suoi valori confederali.

Il nuovo contratto

Un accordo “innovativo e di svolta”, lo ha definito il segretario generale First Cisl Riccardo Colombani. Per la prima volta nella storia repubblicana viene introdotta in un contratto nazionale di lavoro la partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori alla gestione delle imprese, demandandone l’applicazione alla contrattazione aziendale. First Cisl ha inciso in profondità anche sugli altri temi qualificanti, a cominciare da quello salariale, che ha portato alle lavoratrici ed ai lavoratori bancari un aumento di 435 euro a livello medio, risultato non solo del recupero dell’inflazione, ma anche della redistribuzione della produttività, dato quest’ultimo che – insieme alla riduzione di orario a parità di salario – segna l’avvio di un nuovo paradigma retributivo. Su questo versante, l’esigenza di un deciso cambio di marcia era stata manifestata da First Cisl a più riprese e con largo anticipo rispetto all’elaborazione della piattaforma, sottolineando la necessità di uno shock salariale da perseguire sia attraverso la contrattazione nazionale che quella aziendale. Al riguardo vanno ricordati, nel corso del 2022 e del 2023, i commenti alle trimestrali dei maggiori gruppi bancari e quanto affermato dal segretario generale Riccardo Colombani nella relazione tenuta al Congresso nazionale nell’aprile del 2022.

Pressioni commerciali

Nel nuovo contratto è stato inserito, in un apposito articolo, l’Accordo nazionale su politiche commerciali e organizzazione del lavoro (sottoscritto l’8 febbraio 2017), che si intende vincolante per tutte le aziende che applicano il Ccnl. Il tema delle pressioni commerciali è quindi da sempre in cima all’agenda sindacale di First Cisl, che non ha mai smesso di sottolineare, a partire dalle numerose iniziative dedicate all’educazione finanziaria, che accanto al miglioramento delle competenze finanziarie degli italiani è prioritario il ruolo degli intermediari finanziari. I “consigli oggettivi” che questi ultimi, sulla base della Dichiarazione dell’Ocse sull’educazione finanziaria, sono tenuti a fornire, sono destinati a rimanere sulla carta senza un cambiamento del modello di consulenza. Quello oggi dominante è su base non indipendente: i lavoratori possono cioè prestare consulenza solo su un numero limitato di prodotti finanziari e non di rado su di essi alle banche vengono riconosciuti degli incentivi dai loro partner commerciali. Il modello da perseguire è invece un modello “aperto” che, come già dal 2020 durante il Convegno “Il risparmio degli italiani, un nuovo modello di consulenza” propone First Cisl, passi dalla remunerazione del servizio e non dalla vendita dei prodotti, con il riconoscimento di incentivi fiscali agli intermediari che escono dal conflitto di interesse con le fabbriche prodotto. D’altra parte è quanto dichiarato il 17 maggio 2022 dal segretario generale nell’audizione alla Commissione parlamentare bicamerale d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario della XVIII Legislatura.

Desertificazione bancaria

First Cisl è stato il primo sindacato a suonare l’allarme sulla desertificazione bancaria in Italia. Nel 2022 la Federazione ha lanciato un Osservatorio sulla desertificazione bancaria che raccoglie dati e analisi e ha avviato una campagna di sensibilizzazione sul fenomeno.

I dati dell’Osservatorio evidenziano che la desertificazione bancaria è particolarmente grave nelle aree rurali e periferiche del nostro Paese, dove la popolazione è più anziana e meno digitalizzata.

L’allarme lanciato da First Cisl è stato raccolto anche da altri sindacati e associazioni, che hanno sottolineato le conseguenze negative della desertificazione bancaria per l’economia e la società italiane. Anche il mondo dell’informazione si è fatto parte attiva nella sensibilizzazione dell’opinione pubblica al problema: dal 2022 al 2023 sono stati ben 347 gli articoli comparsi sulla stampa locale e nazionale.

Lo stesso Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il 21 luglio, nel suo discorso all’Assemblea annuale di Federcasse, in occasione del 140° anniversario della costituzione della prima Cassa Rurale Italiana, ha definito la “desertificazione bancaria un fenomeno che potrebbe sembrare inarrestabile”, esprimendo con queste parole il bisogno di un’attenzione del mondo economico e istituzionale finalizzata ad un mantenimento della presenza di sportelli bancari sul territorio.

Una forte diminuzione della diffusione di filiali bancarie sui territori porta, infatti,  ad una riduzione della possibilità di accesso al credito per le imprese e le famiglie, con un impatto negativo sulla crescita economica e una maggiore facilità di penetrazione dell’economia illegale, ad un peggioramento delle condizioni di isolamento delle aree rurali e periferiche, con effetti  negativi sulla coesione sociale e ad un aumento della vulnerabilità delle fasce più deboli della popolazione, che hanno difficoltà ad accedere ai servizi bancari digitali.

Il Fondo di investimento nazionale nell’economia reale (Finer)

L’idea di impiegare il risparmio degli italiani come leva per accrescere gli investimenti nell’economia reale è stata avanzata da numerosi economisti e commentatori nel corso del 2023. Tuttavia la prima proposta in tal senso è stata illustrata nella relazione congressuale. Successivamente First Cisl ha elaborato un documento organico che, nel dicembre 2022, è stato al centro del convegno “Il ruolo di finanza, banche e assicurazioni nella transizione ecologica”, cui sono intervenuti, accanto al segretario generale First Cisl Riccardo Colombani, Antonio Patuelli, presidente Abi, Maria Bianca Farina, presidente Ania, Stefano Zamagni, allora presidente della Pontificia accademia delle scienze sociali. La proposta di costituire un Fondo di investimento nazionale nell’economia reale è stata poi illustrata in un articolo comparso su Il Sole 24 Ore e firmato dal segretario generale First Cisl Riccardo Colombani insieme al segretario generale della Cisl Luigi Sbarra. Nei mesi successivi l’idea di costituire un fondo di investimento nell’economia reale si è affacciata a più riprese, con diverse sfumature ma medesimo obiettivo, sulle pagine dei giornali. Si vedano al riguardo i numerosi articoli dedicati da Milano Finanza alla costituzione di un fondo sovrano che ha poi preso forma, nel ddl Made in Italy approvato a fine anno, di Fondo strategico nazionale del Made in Italy. Così come quelli, firmati da esponenti prestigiosi del mondo imprenditoriale e accademico, comparsi su Il Sole 24 Ore.

 

Assicurazioni, il Fondo di garanzia per le polizze Ramo I

La legge di bilancio 2024 prevede l’istituzione di un Fondo di garanzia assicurativo dei rami Vita. Il governo si è orientato in questa direzione a seguito del caso Eurovita, la compagnia assicurativa entrata in crisi a causa del rialzo dei tassi e dei rendimenti, che ha ridotto in misura rilevante il valore dei titoli di debito in portafoglio, soprattutto Oat francesi e Bund tedeschi. Per evitare un fallimento dalle conseguenze imprevedibili, è stata allestita un’operazione di salvataggio cui hanno partecipato le principali aziende del settore assicurativo. Ma i risparmiatori, circa 400mila, si sono visti bloccare per mesi il riscatto delle loro polizze.

Questa vicenda, ha evidenziato First Cisl già nel momento in cui per Eurovita veniva disposta l’amministrazione straordinaria, dimostra la necessità di introdurre un meccanismo di garanzia a tutela dei risparmiatori che investono sulle polizze vita del Ramo I, basato sul vincolo di solidarietà tra le compagnie di assicurazione, così come avviene per il Fondo interbancario di tutela dei depositi. Una posizione ripresa anche dall’Ivass, come dimostra la relazione tenuta nel giugno scorso dal suo presidente, Luigi Federico Signorini, che ha chiesto esplicitamente di “considerare l’introduzione di un fondo di garanzia”, e dalle associazioni dei consumatori.

Mps, operazione di sistema per un futuro stand alone

First Cisl ha seguito con spirito critico e costruttivo al contempo anche alcune importanti evoluzioni della governance delle banche. Citiamo la vicenda Monte dei Paschi di Siena, dove si è affermato più volte che la banca per storia e radicamento locale, deve secondo First Cisl preservare la sua vocazione di banca del territorio. Su tale tema il segretario generale Riccardo Colombani, in un’intervista ad Avvenire pubblicata il 25 giugno scorso, ha espresso la posizione della Federazione aprendo a una soluzione di sistema con le Fondazioni bancarie al centro di una governance pubblico-privato e affermando la contrarietà ad ogni ipotesi di spezzatino o alla fusione con un’altra banca.

Una posizione quella di First che ha fatto breccia anche nelle diverse narrazioni giornalistiche sul tema Mps. Citiamo ad esempio gli articoli comparsi su Milano Finanza tra dicembre e gennaio, che tra le diverse opzioni sul futuro assetto della banca ipotizzano proprio quella dello stand alone, cosi come prefigurato da First Cisl.

La tesi First Cisl è avvalorata da diversi fattori tra i quali ricordiamo: i crescenti ricavi del 2023 e presumibilmente anche per il 2024 soprattutto se la banca svilupperà l’attività creditizia tradizionale, l’importante uscita di oltre 4.000 lavoratrici e lavoratori a seguito dell’esodo concordato con le rappresentanze sindacali, l’esponenziale calo del contenzioso anche a seguito delle sentenze Mussari-Vigni e dell’assoluzione di Profumo e Viola, quest’ultima fattispecie infatti potrà riflettersi in modo positivo sul conto economico, per il mancato utilizzo degli accantonamenti specifici a fronte del contenzioso legale, e sulla capitalizzazione, per effetto della riduzione dei rischi operativi sulle attività ponderate per i rischi (Rwa). Inoltre, la diluizione in un altro gruppo bancario determinerebbe una riduzione del credito complessivamente erogato, come sempre avvenuto in caso di fusioni, e la chiusura di centinaia di filiali.

Concludendo First Cisl auspica un’operazione di sistema che valorizzi lavoratrici e lavoratori e che preservi il radicamento territoriale della banca più antica del mondo.