La questione demografica rende necessaria una crescita forte e duratura per salvaguardare la coesione sociale. La proposta di costituire un Fondo nazionale di investimento nell’economia reale, avanzata da First Cisl e Cisl, punta a mobilitare il risparmio privato. Il ruolo di banche e assicurazioni è decisivo e passa attraverso politiche del risparmio innovative orientate a questo fine
“La dirompente questione demografica rende necessaria l’adozione di politiche radicali ed innovative per evitare il disastro economico e sociale e rilanciare il patto intergenerazionale, decisivo per i processi previdenziali e di assistenza. Basti pensare, infatti, all’indice di dipendenza degli anziani che oggi è già il 38% e che salirà al 57,4% nel 2040 e al 63,5% nel 2050”. Lo ha dichiarato il segretario generale First Cisl Riccardo Colombani intervenendo, oggi a Milano, al convegno “Invecchiamento demografico, nuovi bisogni e nuovo welfare. Il ruolo di banche e assicurazioni”.
“Servono politiche per una crescita forte e duratura. Non è realistico ipotizzare di ridurre il rapporto debito pubblico/pil agendo solo sul numeratore. È necessario pertanto – ha aggiunto – agire sul denominatore, ossia sulla crescita del prodotto interno lordo, mobilitando il risparmio privato delle famiglie”.
“La proposta di First Cisl e di Cisl riguardo alla costituzione di un fondo nazionale d’investimento nell’economia reale, alimentato dal risparmio delle famiglie con precise garanzie a supporto della scelta dei risparmiatori e la gestione pubblico-privata con Cdp, banche e assicurazioni, restano attuali. Lo dimostrano le parole di Mario Draghi circa l’opportunità di stimolare l’utilizzo del risparmio privato per finanziare le imponenti e necessarie transizioni delle economie e delle società europee. Banche e assicurazioni – ha proseguito Colombani – sono decisive in questo disegno. Servono politiche del risparmio incardinate in modelli di consulenza in materia di investimenti su base indipendente. È la condizione presupposto per coniugare il miglior interesse del risparmiatore-investitore con il sistema Paese”.
“Riguardo all’assistenza sanitaria integrativa, anche con specifico riferimento alla Ltc (Long term care), è indispensabile la valorizzazione dell’autonomia collettiva delle parti sociali perché la contrattazione collettiva deve essere lo strumento per la costituzione di fondi sanitari di filiera e/o territoriali. Gli oltre 300 fondi sanitari censiti rappresentano oggi una piccola parte della spesa sanitaria totale del Paese ed una bassa percentuale della spesa sanitaria privata, fortemente caratterizzata dalla spesa diretta delle persone, cosiddetta out of pocket. È necessario – ha concluso Colombani – aumentare la quota della spesa sanitaria privata intermediata, perché le economie di scala sono determinanti per calmierare i prezzi e per evitare che la salute diventi un diritto solo di chi ha maggiori disponibilità economiche”.