CESSIONE UTP: la nuova frontiera?

U-T-P. Acronimo per “Unlikely To Pay”, tradotto letteralmente “improbabile che paghi”. Situazione molto frequente quando un Paese affronta anni di crisi economica.

Spesso ci si dimentica che dietro un UTP ci sono persone, famiglie, aziende, che stanno attraversando un momento difficile e una gestione attenta, professionale e proattiva della posizione può fare la differenza tra il ritorno alla normalità o il passaggio a sofferenza.

Questo implica che la banca deve dotarsi di strutture adeguate, con personale formato ed in grado di gestire situazioni anche molto complicate.

Invece, come accade sempre più frequentemente e appellandosi all’alibi: ”lo chiede la BCE”, le banche si liberano dei clienti problematici senza provare ad aiutarli, senza preoccuparsi delle ripercussioni sulle persone e sul tessuto socio-economico del territorio, ottenendo un secondo risultato: personale in esubero da dismettere nell’ossessiva rincorsa all’abbattimento del cost/income. Come questi UTP verranno poi gestiti dagli acquirenti a chi importa?

La situazione ci preoccupa e dovrebbe preoccupare anche altri. Citiamo l’art. 47 della Costituzione Italiana: “La Repubblica (…) disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito”. Ora resta da capire se la cessione di 500 mln di UTP di MPS  sono un caso isolato o l’inizio di un’operatività generalizzata.

Noi come sempre faremo la nostra parte per tutelare i lavoratori del credito, sarebbe utile che anche gli altri organi della “Repubblica” facesse ciò che prevede la Costituzione.