Risparmio, Colombani: serve mercato unico dei capitali e un Fondo di investimento nell’economia reale

“Il ruolo del risparmio può diventare fondamentale per garantire al Paese una crescita forte ed inclusiva fondata sulla trasformazione digitale ed ecologica dei sistemi produttivi, attuando così la seconda parte dell’articolo 47 della Costituzione, secondo cui la Repubblica favorisce l’accesso diretto e indiretto del risparmio all’investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese. È una previsione che non è stata mai realmente attuata. Come strumento per realizzarla pensiamo ad un Fondo d’investimento nazionale, alimentato dal risparmio delle famiglie, che vada ad impiegare risorse nelle piccole e medie imprese italiane, assicurando così da un lato la valorizzazione dello stesso risparmio dei cittadini e dall’altro lato il sostegno all’economia reale del Paese”. Lo ha dichiarato il segretario generale First Cisl Riccardo Colombani intervenendo a Firenze al convegno “1924-2024: cento anni di risparmio, bene comune” aperto dalla sindaca del capoluogo toscano Sara Funaro.

“Nel 2023 la ricchezza complessiva delle famiglie italiane, pur diminuita in rapporto a quella europea dal 2016, rappresenta pur sempre il 16,6% del totale Ue. Si tratta in valore assoluto di una cifra iperbolica, pari a 9.943 miliardi di euro, una parte della quale potrebbe essere messa al servizio della crescita dell’economia reale” ha spiegato Colombani entrando nel dettaglio della proposta Cisl e First Cisl. “È un tema – ha aggiunto – che sarà centrale all’interno dell’Unione europea nei prossimi anni. Nel suo report sulla competitività, Mario Draghi ha indicato in 750-800 miliardi gli investimenti necessari a tenere il passo delle altre grandi economie mondiali. Il problema dell’Europa è purtroppo la frammentazione dei mercati finanziari, che rende oggettivamente più difficile canalizzare il risparmio verso l’economia reale, a differenza di quanto avviene negli Usa. Qui, negli Stati Uniti d’America, la propensione al risparmio è molto più bassa di quella europea, ma la ricchezza delle famiglie è cresciuta molto di più proprio perché investita nell’economia reale attraverso i mercati dei capitali, molto meno frammentati e più efficienti, mentre in Italia il mercato dei capitali è risibile: dei milioni di imprese presenti sul territorio nazionale, solo 427 aziende sono quotate a Piazza Affari”.

“È quindi più che mai importante che l’Ue segua la stessa strada degli Usa, dotandosi di quello che il Rapporto Letta ha chiamato mercato unico dei risparmi e degli investimenti, tenendo conto delle specificità nazionali – ha detto Colombani – Per raggiungere questo obiettivo, First Cisl e Cisl hanno proposto la creazione di un Fondo nazionale di investimento nell’economia reale, una piattaforma con governance pubblico-privata che riunisce Cassa depositi e prestiti, banche e assicurazioni, soggetti questi ultimi in grado di porre in relazione il risparmio con le esigenze del tessuto produttivo. Agli investitori che, volontariamente accedono al fondo – ha concluso Colombani – va assicurata la protezione dei loro risparmi, la garanzia integrale del capitale e, al tempo stesso, limiti temporali e di ammontare definiti per evitare qualsiasi forma di speculazione. Questa l’architettura della proposta, alla quale possono dare un contributo decisivo le banche, oggi concentrate sul wealth management, ovvero la cura dei grandi patrimoni, e meno attive sul piccolo risparmio. È un progetto che si può fare. Serve solo la volontà politica”.

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