Desertificazione bancaria in Sicilia. Studio First Cisl su La Repubblica: addio sportelli, banche in fuga dalla provincia

Le banche ridisegnano la loro presenza fisica sui territori. Tagliano la rete degli sportelli generando disagi all’utenza. L’edizione di Palermo de La Repubblica prende spunto dall’ultimo aggiornamento dei dati elaborati dall’Osservatorio sulla desertificazione bancaria di First Cisl per verificare quali siano le ricadute in Sicilia. “Le banche in fuga dai piccoli centri. Neanche uno sportello in un comune su tre”. Questo il titolo del servizio firmato dalla giornalista Giada Lo Porto che scrive: “Le banche abbandonano la Sicilia a ritmo battente e in provincia la filiale è un miraggio. Nell’Isola oltre un terzo dei Comuni non ha sportelli sul proprio territorio, secondo quanto emerge dal rapporto sulla desertificazione bancaria redatto da First Cisl su dati Banca d’Italia, Istat ed Eurostat. Il fenomeno potrebbe ulteriormente aggravarsi, raggiungendo rapidamente il 60 per cento dei municipi: i Comuni con un solo sportello sono infatti il 25,6 per cento del totale”.

Riprendendo l’analisi cislina viene rimarcato come in sofferenza siano i “piccoli centri ormai spopolati anche dai giovani, dove il numero degli anziani è più elevato, con over 70 sempre più isolati e privi di servizi. Di certo per un anziano l’home banking non è semplicissimo, il che significa dover affrontare pesanti disagi per accedere a servizi necessari alla vita quotidiana”.

«Mio nonno ha 83 anni e sa a malapena inviare un messaggio su Whatsapp – osserva Luigi Graziano, originario di Altavilla Milicia, studia Ingegneria a Milano – Non ha un bancomat perché dice che si confonde, è abituato a riscuotere la pensione in contanti e non ha un conto corrente postale dove farsela accreditare. Non riesce quindi da solo a pagare con il Pos in nessun negozio, ogni mese mio padre lo accompagna in banca a Casteldaccia». Eloquente la testimonianza riportata da La Repubblica su come la Sicilia registri la media di 23 sportelli ogni 100mila abitanti, “dato al di sotto della media nazionale pari a 37 sportelli. Peggio fanno solo Campania e Calabria. A questo quadro già desolante – scrive Giada Lo Porto – si unisce la bassissima percentuale di siciliani che utilizzano l’internet banking: il 29 per cento della popolazione rispetto al 55 per cento della Lombardia e al 54 per cento di Veneto e Valle D’Aosta. La media nazionale è del 45 per cento. Insomma il numero degli anziani che non riesce a pagare con altro mezzo diverso dai contanti è ancora elevato in Sicilia (…)”.

“Sono 305mila i siciliani – si legge ancora su La Repubblica – che vivono in Comuni senza banche, 19mila in più da inizio anno. I disagi sono anche per le aziende, visto che 15 mila imprese hanno sede in Comuni che non vedono la presenza di alcuno sportello bancario, il 70 per cento dei centri ne è stato privato negli ultimi sette anni, tra il 2015 e il 2022. A questa penuria di filiali sopperisce in parte Poste Italiane con 770 uffici in Sicilia e la presenza di almeno un ufficio postale e disponibilità di servizi postali e finanziari in tutti i comuni siciliani. Anche in quelli più piccoli come Roccafiorita, in provincia di Messina, che con 182 abitanti è il paese meno popoloso dell’Isola e dove gli unici servizi finanziari sono resi dalla sede di Poste aperta tre volte a settimana. L’azienda, in controtendenza rispetto all’andamento degli istituti bancari, ha intrapreso un percorso di valorizzazione e investimenti nei piccoli centri sotto i 5mila abitanti prevedendo l’installazione di Atm Postamat e servizi wi-fi gratuiti. A tal proposito lo scorso 30 gennaio, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, è stato presentato a Roma il progetto “Polis” che trasformerà gli uffici postali in sportelli digitali di prossimità (…)”.

 

Qui i dati di sintesi e i grafici descrittivi del fenomeno di desertificazione bancaria in Sicilia

Qui i dati e i grafici descrittivi della desertificazione bancaria in Italia, a cura di Fondazione Fiba