Giornata mondiale del risparmio, Colombani su Economy: uniamo pubblico e privato per mettere il risparmio al servizio del Paese

In occasione della 98° Giornata mondiale del risparmio Economy Magazine pubblica l’editoriale del segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani:

Uniamo pubblico e privato per mettere il risparmio al servizio del Paese

Mai come quest’anno la Giornata mondiale del risparmio si presenta come un’occasione importante per riflettere sull’importanza che non solo la tutela, ma anche l’investimento del risparmio rivestono per il benessere individuale e collettivo. La nostra Costituzione, non a caso, detta una disciplina che copre entrambi gli aspetti.

La guerra ha archiviato la fase di ripresa che si era aperta al termine dell’emergenza pandemica, una breve primavera alla quale rischia di seguire un inverno particolarmente rigido sia per le imprese che per le famiglie italiane. Il Fondo monetario internazionale prevede che nel 2023 l’economia italiana scivolerà in recessione. L’inflazione sfiora il 12%, il dato più alto dal 1983. E la Bce, dopo qualche esitazione, ha seguito la Fed sulla strada dell’inasprimento della politica monetaria, nonostante l’impennata dei prezzi in Europa derivi da tensioni sul lato dell’offerta e non, come negli Usa, dal surriscaldamento della domanda. 

È evidente che, in un contesto cosi deteriorato, le risorse del Pnrr non basteranno da sole ad innescare la crescita di cui il Paese ha bisogno per evitare l’aumento delle disuguaglianze e l’avvitamento della situazione sociale. Il livello dei nostri investimenti fissi lordi in rapporto al Pil (20% nel 2021) è largamente inferiore sia a quello medio europeo (22,4%) che a quelli francese (24,2%) e tedesco (21,7%). La componente pubblica, negli ultimi due anni, ha registrato un aumento, ma con un debito pubblico esplosivo manca lo spazio per immaginare incrementi ulteriori. Per chiudere il gap dobbiamo per forza di cose affidarci agli investimenti privati.

La ricchezza finanziaria delle famiglie italiane, va ricordato, è cresciuta in questi anni fino a superare, a fine 2020, i 4mila e 800 miliardi di euro. Incentivare gli investimenti privati significa quindi canalizzare una parte di queste risorse verso l’economia reale. 

È un’esigenza che First Cisl segnala da tempo e che incontra ormai un diffuso consenso. Risolto il problema del “cosa fare” resta però inevaso il quesito su “come fare”. Gli strumenti che avrebbero dovuto spingere i risparmiatori ad investire nelle Pmi italiane non hanno riscosso il successo che ci si aspettava: i Pir non hanno mai raggiuto un livello rilevante di masse amministrate e nel 2021 la raccolta complessiva ha chiuso con il segno meno. 

Servono allora soluzioni creative, in grado di creare sinergia tra pubblico e privato. Nel maggio del 2020 il governo, per contrastare la crisi economica provocata dalla pandemia, ha approvato il decreto Rilancio, tra le cui misure figura la costituzione di Patrimonio Rilancio, strumento gestito da Cassa Depositi e Prestiti con una dotazione fino a 44 miliardi di euro e volto a garantire il rafforzamento patrimoniale delle imprese con oltre 50 milioni di fatturato in condizioni di temporanea difficoltà. Per centrare questo obiettivo sono previsti una serie di interventi, in particolare aumenti di capitale e strumenti ibridi di patrimonializzazione. Patrimonio Rilancio opera in due modi: attraverso aiuti diretti, nel quadro del Temporay Framework, oppure a condizioni di mercato, attraverso il coinvolgimento di investitori privati per almeno il 30% dell’intervento. 

Quest’ultima previsione è di particolare interesse: Stato e mercato, investimenti pubblici e privati, possono concorrere al raggiungimento di un fine di interesse generale. In questo caso il governo si è limitato a tutelare le grandi imprese di interesse strategico, ma perché non pensare che uno schema del genere possa replicarsi su più ampia scala e con un concorso più ampio di attori?

Nel corso del nostro congresso abbiamo proposto la creazione di un Fondo di investimento nell’economia reale alimentato dal risparmio degli italiani e gestito con forme di partenariato pubblico-privato. Le banche conoscono l’economia dei territori e possono essere coinvolte e incentivate sul piano fiscale ad adottare modelli di servizio coerenti con questo obiettivo, a cominciare da un modello di consulenza aperto, non limitato ad un numero ridotto di strumenti finanziari come avviene oggi.

Anche i risparmiatori vanno incentivati: lo strumento giusto potrebbe essere la garanzia del capitale investito, con limiti temporali e di ammontare definiti ex ante. Vedremo se il nuovo corso della politica italiana saprà raccogliere la sfida. Un tempo si invocava l’immaginazione al potere: basterebbe, per il momento, che andasse al governo.

Riccardo Colombani, segretario generale First Cisl

 

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