Cassa di Risparmio di Volterra, salta la trattativa, niente accordo, sciopero vicino

In Cassa di Risparmio di Volterra stop alle trattative tra azienda e sindacati, sciopero più vicino. Giornali e siti d’informazione on-line si occupano dello stato di tensione che si sta registrando nell’istituto toscano. L’edizione di Pontedera de La Nazione titola “Crv-sindacati, niente accorso: sarà sciopero”. Sulla stessa linea l’edizione pisana de Il Tirreno che sulla fumata nera scrive “Crv, ora è rottura definitiva: scatta lo sciopero”. Netto anche il titolo di Quinewsvolterra.it: “Rottura Crv-sindacati, sarà sciopero”.

Gli organi di stampa riportano il fallimento del tentativo di conciliazione su contratto integrativo ed esternalizzazione di alcuni servizi. “Lo sciopero si farà – si legge sul Tirreno – forse già entro la fine di gennaio . L’estremo tentativo di scongiurare la protesta dei lavoratori non ha dato frutti. Di conseguenza i sindacati fisseranno nelle prossime ore (…) la data dello sciopero che era stato inserito nella mozione approvata il 28 dicembre scorso dai lavoratori riuniti in assemblea al Teatro Persio Flacco, alla quale avevano partecipato (una parte collegati da remoto) 312 dipendenti sui circa 450 totali”.

La Nazione mette in evidenzia le motivazioni alla base della rivendicazione sindacale: “I punti focali, per i sindacati, riguardano l’aver cancellato il Cia (contratto integrativo aziendale) al 31 dicembre 2021, l’aver stracciato l’accordo sulla pensioni complementari con effetto dal 31 marzo prossimo e la riorganizzazione attraverso un ufficio back office che, secondo le sigle sindacali, potrebbe prefigurare l’attuazione di uno spin off, ovvero la cessione a una società esterna di lavorazioni e lavoratori ad essi adibiti”.

Il perdurante braccio di ferro tra azienda e sindacati non ha prodotto i risultati sperati. Il confronto fra le parti del 20 gennaio ha decretato la rottura con First Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Fabi che hanno ribadito e verbalizzato, come riporta Quinewsvolterra.it, “di essere contrarie allo spin-off dei lavoratori e, verificata l’indisponibilità aziendale su tutti i punti a suo tempo oggetto della procedura di conciliazione” hanno dichiarato “che non sussistono le condizioni minime per il perseguimento della trattativa, visto il mandato assembleare ricevuto”.