Care amiche, cari amici,
come un anno fa il tempo di Pasqua ci raggiunge in un momento di profonda incertezza. La pandemia rimane l’orizzonte delle nostre giornate e ci confina in una dimensione – esistenziale, sociale, economica – che non è retorico definire drammatica. Viviamo come “coloro che son sospesi”.
Sarebbe tuttavia sbagliato lasciarsi prendere dalla rassegnazione. Dietro tante preoccupazioni e tanti lutti si intravedono i segni di un cambiamento che non può non suscitare speranza. La campagna di vaccinazione, pur con le lentezze iniziali, sembra avviata ora su basi più solide e promette di dare entro l’estate i risultati che tutti attendiamo. Sotto questo aspetto, gli accordi firmati con Abi e Federcasse daranno la possibilità di procedere, appena saranno definite le linee guida ministeriali, alla vaccinazione nei luoghi di lavoro.
Sul piano politico sta emergendo con forza una tendenza all’ascolto e al dialogo con le parti sociali che cancella d’un colpo i luoghi comuni del recente passato sulla disintermediazione del sindacato per ancorarsi alla nostra migliore tradizione, quella della concertazione, che nei frangenti difficili sa unire le forze vive e responsabili del Paese attorno all’obiettivo del bene comune.
Questi squarci di sereno, ovviamente, non bastano da soli a vedere oltre la cortina di nebbia che ancora ci avvolge. La mia impressione è che ciò non avverrà senza una nuova trama ideale cui ispirare l’opera di ricostruzione. Una trama che, per nostra fortuna, non dobbiamo tessere da soli. Scorrendo le pagine dell’enciclica Fratelli Tutti essa si delinea infatti con straordinaria chiarezza ai nostri occhi. Papa Francesco richiama il valore imprescindibile della fraternità come principio regolatore dell’ordine sociale, in grado di conferire pienezza tanto alla libertà che all’uguaglianza, destinate in sua assenza a inaridirsi nell’individualismo libertario o in un egualitarismo meramente formale.
È una chiamata che riguarda anche, anzi, direi soprattutto il sindacato. E sono certo, guardando al nostro interno, che non mancano le energie morali e intellettuali per seguirla. Così come sono certo che non vi è tempo più propizio per riflettere su un nuovo cammino che quello pasquale. Nell’approssimarsi di questa importante ricorrenza il mio pensiero va quindi alle tante sindacaliste e sindacalisti della nostra organizzazione che ogni giorno si battono per garantire a coloro che rappresentiamo che in nessuna circostanza saranno lasciati soli. E a tutte le lavoratrici e i lavoratori che, a prezzo di grandi sacrifici, hanno continuato in questo periodo a garantire un servizio essenziale per la collettività. È grazie al nostro comune impegno che usciremo insieme a “riveder le stelle”.
A tutte e tutti voi e alle vostre famiglie i miei più sentiti auguri
Roma, 2 aprile 2021
Riccardo Colombani, segretario generale First Cisl
La lettera aperta del segretario generale di First Cisl