Colombani, “Bcc, partecipazione, risparmio, la bussola è la Costituzione”

Credito cooperativo, partecipazione, risparmio. C’è un filo conduttore che lega i principali temi toccati dal segretario generale Riccardo Colombani nell’intervento con cui ha aperto il Consiglio generale di First Cisl tenutosi il 24 marzo: la Costituzione.

Questo perché la Carta è la bussola che orienta in ogni ambito l’azione di First Cisl; e anche perché l’usura del tempo non ne ha intaccato né la lettera né lo spirito. Al contrario, l’attualità conferma l’ottimo stato di salute di cui gode la Carta. Si è capito chiaramente nel corso della tavola rotonda sul credito cooperativo tenutasi a margine della celebrazione dell’ultimo Comitato esecutivo nazionale della federazione, e che ha visto, accanto a Colombani, il presidente di Federcasse Augusto Dell’Erba e l’economista Lucio Lamberti, componente del comitato scientifico della Fondazione Fiba.

Colombani ha ricordato l’importanza dell’articolo 45, che riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità senza fini di speculazione privata. Ma ha ricordato anche che alcuni comportamenti non sembrano ispirarsi alla mutualità. È il caso del comportamento di Cassa Centrale Banca sul dossier Carige. Il gruppo cooperativo ha prima deciso, in modo non del tutto coerente con la sua natura, di partecipare al salvataggio di una realtà non cooperativa, sottoscrivendo azioni e un bond subordinato con un interesse dell’8,5%, per poi scegliere di non acquisire il controllo, operazione che sarebbe stata agevolata da uno sconto molto consistente contrattato con il Fitd. Ccb ha comunque annunciato di voler mantenere il suo sostegno, che sarà “molto ben remunerato”. Di qui la domanda: “Che cosa c’entra tutto questo con la mutualità? ”, si chiede il numero uno di First Cisl.

Allargando lo sguardo alle altre banche è indubbio che sia il tema del consolidamento a dominare la scena. Consolidamento che desta più di qualche preoccupazione. “Bisogna capire se è davvero indispensabile al bene comune”, riflette Colombani, che fa notare come il confronto a livello europeo, specie con la Germania, che “ha mantenuto un sistema polverizzato, in larga misura sottratto alla vigilanza della Bce”, pone molti dubbi. In questo quadro si gioca il destino di banche di grande tradizione e rilevanza come Carige e Mps. La prima “grazie all’impegno dei lavoratori ha completato il suo risanamento e ora attende un investitore di lungo periodo che non dovrebbe tardare a manifestarsi”. La seconda “ha bisogno di procedere subito all’aumento di capitale perché non può salire sul ring della competizione con le altre banche con un braccio legato dietro alla schiena”.

Il consolidamento, caldeggiato anche dalle autorità europee, determina una riduzione dell’offerta e una spinta ossessiva ad incrementare i ricavi da servizi. Ciò incide negativamente sulla relazione intermediario cliente e sul benessere di chi lavora in banca. Il problema delle pressioni commerciali, non a caso, resta in primo piano e sarà al centro della trattativa con Intesa Sanpaolo per l’armonizzazione dei trattamenti dei lavoratori ex Ubi. Per Colombani “il fatto che l’accordo sulle politiche commerciali e l’organizzazione del lavoro sia inapplicato è inconcepibile, a maggior ragione in un momento di crisi come questo”. Purtroppo “l’alto numero delle uscite volontarie conferma che le condizioni di lavoro oggi sono molto pesanti, e ciò è dovuto soprattutto alle pressioni commerciali”. Per combatterle “abbiamo bisogno di utilizzare gli strumenti di contrasto previsti dall’accordo del febbraio 2017 facendo leva sulla reputazione delle banche”.

La pandemia ha fatto del lavoro agile una modalità di lavoro utilizzata su larga scala, anche per contenere la diffusione del contagio. L’imperativo per il sindacato, avverte Colombani, è “non permettere deroghe al contratto nazionale, altrimenti il rischio è che uno strumento utile alle persone, specie per la conciliazione delle esigenze di vita e lavoro, e alle aziende sia applicato in modo selvaggio al fine di ridurre i costi nell’immediato e senza una prospettiva di medio-lungo termine di sostenibilità”.

Nel fronteggiare l’emergenza sanitaria le relazioni sindacali del settore hanno offerto un’ottima prova. Una conferma ulteriore la fornisce l’accordo sulla vaccinazione nei luoghi di lavoro firmato con Abi, subito seguito da quello con Federcasse. Entrambe queste intese – osserva Colombani – si iscrivono a pieno titolo nella strategia esposta dal nuovo segretario generale della Cisl Luigi Sbarra per dare impulso al piano vaccinale.

Di marca tutta cislina sono poi le proposte formulate da First Cisl sulla partecipazione e sul risparmio. La loro cornice ideale e giuridica, sottolinea Colombani, è sempre la Costituzione, con gli articoli 46 e 47.

Il loro tratto comune è il contributo che i cittadini, anche nella veste di lavoratori, possono dare ai sistemi produttivi del Paese. In questa ottica “la partecipazione finanziaria strutturata dei lavoratori al capitale delle imprese è la strada maestra per giungere alla partecipazione decisionale e al coinvolgimento nella governance delle imprese”.

“La nostra proposta di creare un fondo di investimento nell’economia reale alimentato dal risparmio delle famiglie italiane è ascrivibile alla stessa matrice culturale che ispira la Costituzione. La crisi in cui siamo immersi rende necessaria l’attuazione di comportamenti coerenti con i valori della Carta: “La partecipazione dei lavoratori ormai è indispensabile – conclude Colombani – Viene da dire: se non ora, quando?”.

 

La nota di First Cisl