Tavola rotonda First Cisl, mobilitare risparmio italiani per dare shock a economia

“Secondo First Cisl, la consulenza indipendente è la chiave per mobilitare il risparmio degli italiani e rilanciare il Paese, che ha bisogno di uno shock da investimenti”. Lo scrive Firstonline dando ampio spazio alla tavola rotonda, organizzata dal sindacato dei bancari della Cisl, sul tema “Il risparmio degli italiani per l’economia del Paese – un nuovo modello di consulenza”.

Nel suo intervento il segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani, ha fornito dati e cifre puntuali formulando una proposta che può sostenere la ripresa economica. «Quando parliamo di risparmio degli italiani, le cifre sono enormi. La ricchezza mobiliare degli italiani – ha fatto notare Colombani – ammonta a 4.500 miliardi di euro, circa 1000 miliardi fermi sui conti correnti degli Italiani. Una cifra destinata ad aumentare, data l’incertezza e un diffuso pessimismo sul futuro generato dall’emergenza epidemiologica. Invece, se queste risorse venissero reindirizzate verso l’economia reale potrebbero essere un’ulteriore spinta per la ripresa del Paese. Cosa blocca gli italiani a investire, soprattutto nell’era dei tassi negativi?».

Per il Professore Lucio Lamberti, scrive Firstonline, «il risparmio italiano non è collocato correttamente, ma giace in investimenti perlopiù produttivi, come gli immobili che attualmente si stanno enormemente deprezzando. Liquidità e immobili non creano ricchezza o posti di lavoro».

Shock da investimenti: per Riccardo Colombani è necessario favorirlo perché, ha rimarcato, «non possiamo affidarci solo alle risorse che arriveranno con il Recovery Fund e non possiamo nemmeno pensare che basti la politica monetaria ultraespansiva a rilanciare l’economia. Il rapporto curato dal G30 – ha proseguito il leader dei bancari della Cisl – ha lanciato l’allarme sui rischi di insolvenza ai quali sono esposte le imprese. Rischi che rappresentano una minaccia per gli attivi delle banche e, in assenza di investimenti, per la sostenibilità del debito pubblico».

Tale considerazione esalta ancor più il valore del risparmio che “è il motore fondamentale per la crescita del nostro Paese. Ma per riuscirci, secondo Colombani, bisogna cambiare in profondità la relazione tra banche e clientela a partire da un nuovo modello di consulenza finanziaria».

“La consulenza su base indipendente – si legge su Firstonline – prevista dal Tuf in recepimento della Mifid II, è finalizzata a tutelare i clienti, evitare eventuali conflitti di interesse e aumentare la consapevolezza dei risparmiatori circa i propri investimenti. Tuttavia questo modello è rimasto fermo sulla carta. Il legislatore europeo non ne ha dato una vera e propria definizione, piuttosto si è limitato ha dare una serie di indicazione che una consulenza deve seguire per essere considerata su base indipendente. Con la crisi finanziaria del 2008, i dubbi dei risparmiatori italiani sono cresciuti, trasformandosi in sfiducia nelle banche e nei consulenti. Questo perché, attualmente, l’offerta delle banche è ristretta a pochi prodotti finanziari. La consulenza non indipendente, inoltre, viene remunerata attraverso le cosiddette retrocessioni delle commissioni dei prodotti che vengono collocati. Al contrario, una consulenza su base indipendente rafforzerebbe la fiducia dei clienti, proprio perché considera i prodotti disponibili sul mercato e non una cerchia ristretta. Si tratta di un modello che premia la trasparenza, elimina il problema degli incentivi e lega la remunerazione alla qualità del servizio”.

«Affinché gli intermediari adottino la consulenza indipendente è, però, necessario agire con la leva degli incentivi fiscali» ha spiegato Riccardo Colombani nel corso dell’evento.

Gianpaolo Barbuzzi, Presidente di Acf (Arbitro per consulenze finanziarie) ha giudicato positiva “anche la proposta di affidare a Consob la redazione di un questionario unico Mifid valido per tutti gli intermediari. In questo modo, il profilo di uno stesso risparmiatore non è più soggetto alla discrezionalità redazionale dell’operatore bancario, provocando un’impropria concorrenza tra le banche, ma diventa un atto omogeneo. Sin dalla sua istituzione nel 2017, Acf ha visto crescere a 7mila i ricorsi ricevuti, per un contenzioso che ammonta a un totale di 400 milioni di euro, contro i 90 milioni di risarcimenti liquidati”.