Colombani su Avvenire, il Paese ha bisogno di uno shock da investimenti

«Ci serve uno choc da investimenti»: è questo il virgolettato con cui il quotidiano Avvenire titola l’intervista di Pietro Saccò al segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani, evidenziando nel sottotitolo che per il leader dei bancari della Cisl “per le banche non è il momento di pensare ai dividendi”.

“Per il settore bancario italiano – si legge su Avvenire – chiamato a sostenere le imprese in questa fase critica, è un momento delicato. Le banche, spiega però Riccardo Colombani, segretario generale della First Cisl, possono e devono ancora dare un contributo importante alla ripresa dell’Italia”.

Di seguito il testo integrale dell’intervista a Riccardo Colombani:

Nel mezzo di una pandemia globale e di una crisi economica pesantissima, l’Italia si trova anche a dovere gestire il problema del Monte dei Paschi, che ha bisogno di nuovo capitale. Vedete alternative realistiche alla “banca di Stato”?

Mps è una banca a capitale prevalentemente pubblico e oggi non ci sono le condizioni per ribaltare la situazione: i 10 miliardi di euro di contenzioso rendono impossibile la privatizzazione. Ciò non significa che, una volta disinnescata questa mina, il Tesoro non possa diluire la sua quota per fare spazio ai privati, come Generali ad esempio, che oggi è il secondo azionista della banca. Così si eviterebbe lo spezzatino e non ci sarebbero riflessi negativi sull’occupazione. Intanto Mps deve essere messa nelle condizioni di competere con le altre banche, attraverso una dotazione di capitale che consenta di aumentare il credito a famiglie ed imprese, facendo leva sulle capacità dei lavoratori, che ne hanno garantito il radicamento territoriale e che non possono più sopportare quei sacrifici che alla prova dei fatti si sono rivelati inutili.

Il vostro ufficio studi ha appena pubblicato un’interessante analisi sulle trimestrali. Ne emerge che i conti delle banche italiane sono in ripresa. Il sistema bancario italiano è già “guarito” dagli effetti del Covid? 

I ricavi hanno tenuto, ma per evitare che la crisi economica si rifletta sui bilanci servono misure straordinarie finalizzate ad un rilancio duraturo e socialmente sostenibile dell’economia. Le banche, grazie allo spirito di abnegazione dei lavoratori, hanno svolto un ruolo determinante nel sostenere le  imprese, erogando oltre 100 miliardi di euro di prestiti, in tutto o in parte garantiti dallo Stato. La forte ripresa prevista nel 2021 deve essere indirizzata a non lasciare nessuno indietro.

Quale spinta può dare ancora il sistema bancario?

Il Paese ha bisogno di uno shock da investimenti, peraltro carenti da anni. L’utilizzo strategico delle risorse del Recovery Fund va accompagnato da decisioni di politica economica, tra cui la definizione di stimoli all’erogazione di prestiti finalizzati ad investimenti privati. Insomma, gli investimenti pubblici devono fare da driver agli investimenti privati, resi possibili anche attraverso il credito assistito da garanzie statali. Il superbonus 110% per la riqualificazione energetica va in questa direzione e non deve restare un provvedimento isolato.

Cresce la pressione dei manager bancari per tornare a distribuire dividendi. Dal vostro punto di vista è qualcosa che gli istituti di credito si possono permettere? 

Alcune banche potrebbero permetterselo, ma ritengo che ciò non sia nell’interesse del Paese. Il patrimonio, specie per quanto riguarda le più grandi, è più elevato rispetto alle richieste della Vigilanza, ma stiamo vivendo una crisi che non ha precedenti in tempi di pace. Dobbiamo conservare tutte le risorse disponibili per fronteggiare e gestire i profondi cambiamenti dell’economia che essa determinerà. Spero che le Autorità Europee mantengano il blocco, almeno finché non si vedrà la luce in fondo al tunnel.