Studio First Cisl su Agi, digitalizzazione banche è tema contrattuale

“Il problema non è il digitale ma il taglio dei costi”; questo il titolo del lancio Agi che riprende i risultati di uno studio di First Cisl sulla digitalizzazione nel settore bancario.

“Non esiste una correlazione diretta tra diffusione delle nuove tecnologie – riporta l’Agenzia Giornalistica Italia – e calo di occupati e sportelli. L’unico obiettivo delle banche è la riduzione dei costi, ma così scende la redditività e si impoveriscono i territori”.

“Non è il digitale – continua Agi rilanciando i dati della ricerca di First Cisl – la causa della riduzione di sportelli e dipendenti. Non esiste infatti una correlazione diretta tra la contrazione delle reti commerciali, che comporta in alcuni casi l’abbandono di interi comuni, e l’utilizzo via via crescente dell’internet banking. E questo perché la bussola delle banche italiane non è l’innovazione finalizzata all’innalzamento della qualità dei servizi, ma solo la riduzione dei costi”.

Secondo First Cisl, riporta Agi, “la banca digitale, in Italia è solo per pochi. Il ritratto dei fruitori del digital banking. In Italia solo il 34% della popolazione utilizza internet per i servizi bancari, uno dei livelli più bassi in Europa (la Norvegia, prima della classe, viaggia sopra il 90%). La percentuale cala vistosamente tra i 55 e i 74 anni (22%) per poi precipitare tra gli ultrasettantacinquenni (3%). Non è così nei paesi più avanzati, dove si registra una sostanziale omogeneità tra le classi di età. Considerato – fa notare ancora lo studio di First Cisl – che l’indice di vecchiaia dell’Italia è il più alto d’Europa e che il livello di istruzione degli italiani tra i 25 e i 64 anni (ISTAT) è basso, è improbabile che in futuro si assista ad un balzo dell’utilizzo tecnologie digitali. Il confronto con i vicini europei aiuta ad inquadrare il fenomeno. Negli ultimi dieci anni in Francia gli sportelli sono diminuiti appena del 7%, in Italia del 24%. Eppure la Francia si trova nella fascia alta di utilizzo dell’internet banking (63%)”.

“È interessante notare – si legge ancora su Agi – che i paesi al top per digitalizzazione, pur avendo in alcuni casi tagliato la rete fisica, non hanno riscontrato cali proporzionali dell’occupazione, mentre hanno registrato una crescita significativa del numero dei dipendenti per sportello, che in Italia è stata invece modesta”.

L’Agenzia Giornalistica Italia riporta le considerazioni del segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani: “La malattia è il taglio dei costi. A furia di tagliare, cala l’occupazione e diminuiscono gli sportelli, i territori si impoveriscono ma si impoveriscono anche le banche, che vedono scendere la redditività. Una spirale perversa che va fermata perché rischia di travolgere il settore”.

“Bisogna cambiare strada – prosegue Colombani – investendo sulla qualità dei servizi. Sul fronte degli impieghi, va data maggiore attenzione alle Pmi. Il rapporto diretto che si instaura tra il bancario e l’imprenditore garantisce maggiore sicurezza al credito e assicura ricavi più alti rispetto alle grandi imprese. Su quello della raccolta, vanno lasciati liberi i lavoratori delle banche di vendere tutti i prodotti disponibili sul mercato finanziario. Il futuro è nella consulenza finanziaria su base indipendente. In questo modo si esce dalla logica delle pressioni commerciali e si stabilisce un’autentica fiducia tra intemediario e cliente, garantendo stabilità ai ricavi che non sono legati alle vendite ma alla qualità del servizio”.