Welfare contrattato, se ne discute a Bruxelles, workshop promosso da First Cisl

Attualmente la contrattazione transnazionale si muove in un vuoto normativo a livello di legislazione europea, per cui qualunque accordo sul welfare firmato dalle parti sociali a livello sovranazionale, non sarebbe giuridicamente vincolante come gli accordi della contrattazione collettiva nazionale.

D’altra parte è sempre più strategico negoziare accordi a livello europeo, al fine di definire un sistema di welfare aziendale sussidiario e garantire omogeneità di trattamento ai lavoratori di tutti gli stabilimenti in cui operano le società multinazionali. È pertanto necessario pianificare un diverso sistema di accordi e regole, che devono coinvolgere contemporaneamente:

  • i sindacati nazionali (che tuttavia non firmano accordi collettivi al di fuori dello Stato in cui operano)
  • i CAE (che, tuttavia, sono titolari di soli diritti di informazione e di consultazione, cioè non hanno potere contrattuale in senso stretto)
  • le federazioni europee del settore (che esercitano solamente una moral suasion diretta a definire norme uniformi e possono presiedere la maggior parte delle fasi dei negoziati con i loro esperti).

Se ne discute a Bruxelles venerdì 25 gennaio nel Workshop europeo del progetto “Defining a company welfare system through the joint action of EWCs and Trade Unions in the metal and finance sectors: The key role of workers’ participation rights” promosso da First Cisl e finanziato dalla Commissione europea.