Il Tirreno, studio First Cisl banche, profitto sacrifica istituzioni e imprese

Lo studio First Cisl sulla riduzione del numero di filiali presenti sul territorio nazionale viene ripreso dal “Tirreno” per evidenziare come la ricerca del solo profitto riduca i servizi a scapito dell’utenza. “E’ venuto meno il legame con istituzioni e imprese” titola il quotidiano toscano nella sua edizione di Lucca che evidenzia come “Tra i fattori che hanno spinto gli istituti di credito a una vera e propria cura dimagrante c’è la crescita dell’home banking. Di fatto molte delle operazioni che fino a qualche anno fa obbligavano a presentarsi in banca, adesso possono essere svolte direttamente dallo smartphone. Dalla domiciliazione delle bollette al pagamento delle tasse, ai bonifici: si può fare tutto da casa, da lavoro o da qualunque altro luogo. Basta avere una connessione Internet. E qui c’è poco da fare: se quello della crisi è comunque un periodo destinato a finire (come sta accadendo), il fattore online al contrario è strutturale ed è destinato a modificare in maniera sempre più significativa le abitudini dei clienti degli istituti di credito e di conseguenza la loro organizzazione. Inutile dire che i servizi online sono appannaggio soprattutto dei più giovani.

“Le generazioni in là con gli anni – continua Il Tirreno – preferiscono ancora lo sportello e di fatto non è infrequente vedere le file per il pagamento col modello F24. Alla fine, dunque, la novità rischia di aumentare i disagi per chi non è al passo con i tempi e per i pochi dipendenti rimasti agli sportelli. Questa rivoluzione del sistema bancario, infatti, si è giocata anche sulla pelle di chi lavora negli istituti di credito. Un tempo fare l’impiegato in banca era un traguardo: un posto sicuro, spesso per la vita, al riparo da qualunque tempesta economica. Oggi non è più così.

Riccardo Ascani, della segreteria First Cisl Toscana Nord interviene al “Tirreno” per far notare che “A livello nazionale in sette anni il nostro settore ha perso circa 60mila. I dipendenti delle banche sono scesi da 350mila a 290mila unità. Per fortuna il settore ha degli ammortizzatori sociali ad hoc che hanno permesso di addolcire gli effetti di questa crisi occupazionale. Molti lavoratori sono stati riconvertiti, altri sono stati accompagnati fino alla pensione. “Anche a Lucca, che in un panorama nazionale non certo incoraggiante, – spiega Il Tirreno – continua a essere un contesto ricco, con un reddito pro-capite tra i più elevati della Regione e con realtà imprenditoriali attive e dinamiche.”La vera questione – conclude Ascani – è che le banche hanno allentato i legami col territorio. I centri direzionali ormai sono altrove, spesso nel nord Italia, e gli azionisti dei grandi gruppi perseguono solo la logica del profitto. Un tempo le banche erano legate a doppio filo con i territorio in cui sorgevano: avevano il compito primario di fare credito e di stringere rapporti con le imprese e le istituzioni per permettere la crescita delle comunità, che poi aveva effetti positivi per la banca stessa. Oggi questo meccanismo è venuto meno”.