Maremma, dai dati First Cisl sulla desertificazione bancaria Grosseto e provincia primi nel rapporto tra abitanti e servizi bancari attivi

“Sportelli bancari: la Maremma resiste e guida la classifica dei servizi attivi”; titola così l’articolo dell’edizione grossetana de Il Tirreno che affronta il tema del disimpegno delle banche dai territori.

“Viviamo in una delle sette province italiane che ha almeno uno sportello bancario per ogni comune” scrive il giornalista Maurizio Caldarelli che firma il servizio. Il report dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria di First Cisl, elaborato dalla Fondazione Fiba su dati Banca d’Italia, Istat, Eurostat viene diffuso “In un momento nel quale milioni di italiani, anche in zone di trentamila abitanti, devono fare i conti con i disagi, che riguardano non solo gli anziani, nel non avere un referente fisico con il quale interfacciarsi in caso di necessità”.

Il Tirreno sottolinea che “i dipendenti – in provincia – sono passati da 1.500 a 720 al netto di quelli usciti con il maxiesodo nei mesi scorsi e in secondo luogo le filiali sono passate dalle 160 del 31 dicembre 2011, alle novanta attuali. Lo studio (…) prende in esame quattro indicatori: comuni, popolazione, imprese e superficie. Grosseto, al pari di Pisa, Barletta-Andria-Trani, Ragusa, Ravenna e Reggio Emilia, ha il primo posto in tutti e quattro i rapporti, ma è sistemata bene (21° posto su 107) in quella che è stata definita ‘desertificazione parziale’, che riguarda i comuni con un solo sportello bancario. In provincia di Grosseto ce ne sono sette: Campagnatico, Cinigiano, Monterotondo Marittimo, Montieri, Santa Fiora, Seggiano e Semproniano”.

All’edizione di Grosseto de Il Tirreno il responsabile della divisione economico-sociale della Fondazione Fiba, Paolo Grignaschi dichiara: «Essere tra le prime province in Italia ad avere almeno uno sportello in tutti i comuni è sicuramente un vanto (…) In Maremma si riesce a resistere e garantire un servizio a livello comunale e a limitare le distanze».

Nel suo articolo Maurizio Caldarelli rimarca che “in Toscana il 9,5 per cento dei comuni non ha sportelli bancari nel territorio: è il 5 per cento della superficie, mentre il 16,85 per cento ha un solo sportello. È insomma più facile andare in banca in questo angolo di bassa Toscana che in altre parti d’Italia, con tutti i problemi che hanno comportato le molte chiusure e il numero sempre più esiguo di sportelli automatici in città”.

“Nell’osservatorio della First Cisl – scrive ancora Il Tirreno – si fanno anche raffronti con Spagna e Francia, che hanno più dell’Italia sia in termini di sportelli (48,3 per 100.000 abitanti) che clienti che utilizzano l’internet banking (36). Gli spagnoli hanno il 69,6 delle filiali e il 51 di fruitori di internet; i francesi sono rispettivamente al 68,1 e al 53. In Toscana usa l’home banking il 53%, una via di mezzo tra il 61% della provincia autonoma di Trento e il 27% della Calabria”.

«Quello della digitalizzazione è un falso mito – fa rilevare Paolo Grignaschi – sportelli e internet possono essere complementari e non è vero che le filiali chiudono perché gli utenti fanno le operazioni da casa. Ci si dimentica una fascia di età che avrà sempre bisogno del contatto diretto con il cassiere». «Gli ultimi dati sull’andamento delle banche – conclude – ci dicono una cosa: che gli utili più alti si fanno nel territorio dove ci sono più banche e che quindi è sbagliato tagliare i costi, tagliando gli sportelli. Chi ha lo sportello ha un rapporto più diretto con il cliente».

 

Qui i dati di sintesi e i grafici descrittivi del fenomeno di desertificazione bancaria in Toscana

Qui tutti i dati e i grafici descrittivi della desertificazione bancaria in Italia, a cura di Fondazione Fiba