Panorama riprende lo studio di First Cisl sulla rete di sportelli in Italia titolando: “Banche: sportelli, quanti ne resteranno in futuro”. Massimo Morici scrive che “La rivoluzione web spazza via sempre più posti di lavoro anche nei servizi finanziari. In Italia negli ultimi sette anni, che comprendono la crisi bancaria del 2015 -2017, sono stati chiusi 6.289 sportelli, mentre il numero degli addetti è sceso di 26.249. Dalla fine del 2010, nel pieno della crisi del debito europeo, a oggi ben 383 comuni sono rimasti totalmente privi di filiali di banche dove andare a prelevare contanti o effettuare altre operazioni”.
Secondo la ricerca di First Cisl: “i comuni serviti da almeno una filiale bancaria – prosegue Panorama – sono scesi a 5.523 nel 2017: sette anni prima erano 5.906. A restare sguarnite sono le aree marginali, abitate da una popolazione più anziana, che sarebbe tornata a nascondere i soldi sotto il materasso. Altrettanto sottostimato, secondo il sindacato, è l’impatto sull’economia locale: sette anni fa c’erano poco più di 7 sportelli ogni 1.000 imprese. Ora sono solo 6. I top manager giustificano l’abbandono del territorio con l’avanzata del digitale: la banca elettronica ormai ha preso piede, tanto che nel 2017 risultavano connesse online con la loro banca, tramite l’home banking, 68 famiglie su 100 (e 71 imprese su 100). Erano 46 nel 2010.
La rivoluzione digitale è diventata la scusa più usata dalle banche per chiudere le filiali e abbandonare i territori. La considerazione è sorretta da First Cisl che evidenzia come “26 milioni di italiani, nonostante possano utilizzare gli smartphone per accedere al proprio conto corrente, continuano ad entrare in filiale, a rivolgersi a uno sportello bancario, oltre la metà della popolazione maggiorenne”.
“La verità è che le banche si sono trasformate in distributori di prodotti finanziari di massa, come vendessero telefonini o abbigliamento, e dunque mirano soprattutto a tagliare i costi – dice a Panorama il segretario generale di First Cisl, Giulio Romani -. Così è inutile sperare nella ripresa dell’economia, urge una riforma socialmente utile del sistema bancario e l’occasione per avviarla è il prossimo rinnovo dei contratti nazionali”.
I dati diffusi da First Cisl e riportati da Massimo Morici sono impietosi. “Più di un quarto delle filiali perse negli ultimi sette anni è stato chiuso nel solo 2017: a fine 2010 si contavano 33.663 agenzie bancarie; il 31 dicembre scorso erano scese a 27.374 e ben 1.653 chiusure si sono concentrate in 12 mesi. Risultato? In un solo anno siamo scesi da 48 a 45 filiali ogni 100.000 abitanti. “Se si andasse avanti a questo ritmo – dice il responsabile dell’ufficio studi di First Cisl, Riccardo Colombani – in una quindicina d’anni non ci sarebbe più alcuna presenza fisica delle banche sul territorio. Il problema è che il crollo del numero dei dipendenti bancari ha come ricaduta un rallentamento del servizio, tant’è che il 15% dei clienti dichiara di dover fare una coda superiore ai 20 minuti contro il 14% del 2011: è come se si trattasse di una strategia delle banche per far entrare meno gente possibile in filiale e poter continuare così le chiusure indiscriminate e il taglio del personale”.