25 maggio. La vita ai tempi del Covid-19

È trascorso un altro fine settimana dell’era covid, questa volta ben diverso dai precedenti vissuti negli ultimi due mesi; le strade, complice il bel tempo, hanno ripreso a popolarsi e, se non fosse stato per le mascherine indossate praticamente da tutti, sarebbe sembrato un qualunque fine settimana ante-pandemia tanto più che in alcune vie e parchi cittadini di distanziamento se n’è visto ben poco.

Chissà se qualcuno di voi ne ha approfittato per un giro in bicicletta, come suggerito venerdì, e per iniziare a rivedere le proprie abitudini relativamente alla mobilità.

Presi dall’emergenza sanitaria causata dalla pandemia abbiamo forse trascurato i temi ambientali benché anche quelli riguardino strettamente la nostra salute.

Tutto il pianeta è stato praticamente fermo per settimane riportando effetti positivi sulla qualità dell’aria e consentendoci di riprendere un po’ di fiato.

Macchine ferme, treni fermi, aerei fermi e produzione industriale ridotta hanno favorito una riduzione del consumo di energia con conseguente minore emissione di sostanze inquinanti nell’aria tra cui l’anidride carbonica, principale responsabile del surriscaldamento globale.

Si tratta, però, di un sollievo di breve durata.

La concentrazione di anidride carbonica nell’aria, infatti, non ha visto riduzioni significative.  Nel mese di aprile, anzi, nonostante il calo drastico delle emissioni, la concentrazione, pari a 416,21 parti per milione, è stata la più alta registrata dal 1958.

Purtroppo poche settimane di aria pulita non sono in grado di ridurre significativamente le concentrazioni di CO2 nell’aria e risolvere problemi che si trascinano da tempo.

Un rapporto delle Nazioni Unite pubblicato a novembre sostiene che la riduzione delle emissioni dovrebbe corrispondere almeno al 7,6% annui ed essere costante per decenni per poter produrre benefici significativi.

Le emissioni ridotte di questi mesi, quindi, contribuiranno ben poco alla causa tanto più se, con il ritorno alla normalità, dovessero tornare ai consueti livelli annullando di fatto tutti i benefici di questo ultimo periodo.

Benché sia necessario e imprescindibile il contributo di ciascuno, questi dati confermano che per una reale inversione di tendenza i comportamenti individuali contano fino ad un certo punto. Servono, invece, delle scelte più radicali a livello globale. Sarebbe davvero utile se cogliessimo questa occasione per rivedere non solo i nostri consumi e la nostra mobilità ma se ripensassimo le infrastrutture e l’economia in termini di salvaguardia ambientale.

Inoltre, come se non bastasse, siamo tornati a produrre quantità enormi di plastica che ci servono per i dispositivi di sicurezza (guanti e divisori in plexiglass) e per i contenitori usa e getta per il delivery del cibo.

Che l’inquinamento sia dannosissimo tanto per il pianeta quanto per il nostro corpo che nel pianeta, con cui è interconnesso, vive e si muove lo si sa ormai da tempo ma gli esperti si stanno anche chiedendo se possa essere una concausa della letalità del coronavirus.

I decessi, infatti, si stanno concentrando nelle aree più industrializzate e urbanizzate del mondo dove è maggiore la presenza non solo di persone che possono trasmettersi il contagio ma anche di emissioni di sostanze inquinanti e polveri sottili. La qualità dell’aria può essere collegata alla diffusione e soprattutto alla letalità del virus come sta accadendo nella nostra Lombardia?

Ad Harvard un gruppo di ricercatori hanno svolto delle ricerche che hanno portato a ipotizzare che chi vive in aree maggiormente inquinate essendo maggiormente esposto al rischio di malattie sul sistema respiratorio e cardiocircolatorio potrebbe essere più fragile rispetto al contagio da coronavirus.

Uno studio analogo in Italia su Lombardia ed Emilia Romagna non è giunto a conclusioni chiare ma indica, comunque, l’inquinamento come un potenziale concausa dell’alta letalità.

Serviranno, tuttavia, altri dati per avere una risposta certa.

Ma cosa succede in città oltre la nuova viabilità e le nuove piste ciclabili di cui abbiamo parlato qui https://www.firstcisl.it/milanometropoli/2020/05/22/22-maggio-la-vita-ai-tempi-del-covid-19/?

Naturalmente si continua a parlare di servizi virtuali ed eventi a distanza.

Il comune ha istituito un’assistente virtuale a cui rivolgersi tramite whatsapp

https://www.comune.milano.it/-/innovazione.-il-comune-di-milano-lancia-l-assistente-virtuale-020202-su-whatsapp

Oggi inizia la digital week. Quest’anno gli eventi saranno online https://www.comune.milano.it/-/milano-digital-week.-da-lunedi-online-con-un-palinsesto-di-oltre-500-eventi-

La Comunicazione FIRST CISL di Milano Metropoli