Banche e transizione verde, la vera sostenibilità pone al centro le persone

Si è conclusa lo scorso 12 ottobre la riunione di lancio del  percorso progettuale denominato “Financing the Green Transition. Transnational collective bargaining and the role of EWCs in supporting European bank; shift towards environmental and social responsibility. Focus on new job profiles and P&Ms re-skilling”, finanziato dalla Commissione europea, sul ruolo delle banche e della contrattazione collettiva nella realizzazione sostenibile della cosiddetta transizione green.

Svoltosi a Parigi nella sede della Cfdt (Confédération française démocratique du travail) la Confederazione francese democratica del lavoro – uno dei più grandi sindacati nazionali francesi e partner del progetto – il meeting ha visto una vasta ed entusiastica partecipazione ed un ricco dibattito, indubbiamente un buon viatico per il prosieguo del progetto.

“Abbiamo concepito l’idea di un forte partenariato scientifico, chiamando a collaborazione prestigiosi Enti di ricerca e Università europee, perché il cambiamento del modello di business delle società finanziarie passa attraverso il coinvolgimento degli attori della cultura del dialogo sociale europeo e attraverso la convinta adesione delle nuove generazioni di professionisti che dal mondo dell’università accederanno al mondo del lavoro finanziario”, ha dichiarato Domenico Iodice, responsabile di C.A.First e direttore scientifico del progetto.

La nostra ricerca – ha proseguito Iodice – parte da una puntualizzazione semantica relativa ad alcuni termini largamente utilizzati nella transizione ecologica, come ‘sostenibilità’. Nel Green Deal la parola è rapportata alla decarbonizzazione, nel Green Fin, invece, alla fiducia verso il sistema finanziario e alla sua credibilità. In concreto dunque la sostenibilità delle scelte gestionali delle banche passa attraverso l’attenzione alle persone: clienti, lavoratrici e lavoratori.  Transizione verde di certo non può significare solo preservare il ‘clima esterno’ mediante la lotta alle emissioni nocive; non ci si può accontentare di selezionare gli impieghi creditizi o di qualificare i green bond. Occorre anche e soprattutto incidere sul modo stesso di fare banca, sugli aspetti sociali e dunque anche sul ‘clima interno’. Ben vengano, dunque, le recenti normative europee che sostanziano e rafforzano il ruolo partecipativo dei sindacati nella vigilanza sulle strategie e sulle attività delle imprese bancarie e finanziarie, a partire dalla Direttiva sulle informazioni non finanziarie (Nfrd) ,che è in corso di revisione, alla Corporate Sustainability Reporting Directive (Csrd), alla proposta di Direttiva sulla due diligence”.

La transizione green deve comportare un salto quantico nelle relazioni industriali, perché la contrattazione collettiva deve riguardare l’organizzazione del lavoro, in modo che essa sia inclusiva e solidale, rispettosa dell’intero ciclo di vita lavorativa, attenta a combattere la ‘cultura dello scarto’ di cui parla Papa Francesco” conclude Iodice.

I lavori proseguono con le attività progettuali di studio e ricerca a distanza, con l’ausilio della Virtual agorà, uno spazio web appositamente progettato per lavorare e condividere materiali, per ora riservato ai partecipanti, che diverrà spazio pubblico a conclusione dei lavori.