L’analisi della desertificazione bancaria nelle province di Modena e Reggio nell’Emilia, sulla base dei dati aggiornati al 30 settembre 2025, restituisce un quadro articolato, nel quale elementi di forte resilienza convivono con zone di crescente vulnerabilità. Entrambe le realtà si collocano in una fascia medio-alta della classifica nazionale, ma mentre Reggio nell’Emilia si conferma tra le province meno esposte d’Italia, Modena occupa una posizione di buon livello pur mostrando segnali più marcati nelle aree interne e montane. L’Indicatore di desertificazione provinciale (Ipd) attesta infatti Reggio nell’Emilia al vertice nazionale, mentre Modena figura all’undicesima posizione: risultati che, tuttavia, non bastano a escludere completamente rischi latenti o fenomeni localizzati di contrazione della rete.
Nessuna delle due province registra una desertificazione estesa nei centri maggiori e, in generale, i comuni più popolosi hanno conservato una presenza bancaria stabile. Ciononostante, il quadro muta osservando le aree periferiche. Pur non registrando comuni di maggiore dimensione in condizione di desertificazione assoluta, il territorio reggiano-modenese presenta numerosi centri che dipendono da un’unica filiale.
A Modena: San Cesario sul Panaro, Marano sul Panaro, Bastiglia, Guiglia, Prignano sulla Secchia, Camposanto, Pievepelago, Palagano, Polinago e Fiumalbo. A Reggio, la stessa condizione riguarda Vezzano sul Crostolo, Baiso e Vetto. In questi territori, dove la presenza bancaria non è solo un presidio creditizio ma un segmento essenziale del sistema dei servizi, la perdita dell’ultimo sportello trasformerebbe la vulnerabilità potenziale in una desertificazione totale, con ripercussioni immediate sulle famiglie, sulle microimprese e sulle attività produttive che costituiscono il tessuto economico di prossimità.
Il ruolo degli istituti presenti appare determinante nella tenuta dell’equilibrio territoriale. Bper Banca risulta tra i principali soggetti a detenere l’ultima filiale nei comuni a rischio della regione; seguono Unicredit, che compare in diversi comuni con un solo sportello bancario del territorio, ed Emil Banca, che in alcune realtà periferiche svolge una funzione sostitutiva rispetto ai grandi gruppi nazionali. Tuttavia, proprio la centralità del Gruppo Bper nella geografia bancaria emiliana costituisce un fattore di potenziale criticità.
A seguito dell’acquisizione della Popolare di Sondrio, la banca ha annunciato la razionalizzazione di 90 sportelli nel Centro-Nord: una prospettiva che pesa in modo particolare su Modena, sede storica dell’istituto e provincia con la più ampia concentrazione di comuni con un solo presidio. La chiusura di anche solo uno di essi genererebbe la desertificazione effettiva di intere comunità, privandole di un servizio essenziale e aggravando un processo già osservabile nelle province appenniniche della regione, dove la rarefazione degli sportelli procede più rapidamente del calo demografico.
Reggio nell’Emilia, pur mostrando una maggiore tenuta complessiva, non è strutturalmente al riparo da dinamiche analoghe: la presenza di comuni marginali con unico presidio indica che anche i territori più resilienti possono essere interessati da future contrazioni, soprattutto laddove strategie industriali e scelte di efficienza privilegiano i poli urbani e la densità economica rispetto alla continuità territoriale dei servizi.
Ne emerge un quadro nel quale le buone performance aggregate non devono essere interpretate come garanzia di solidità indefinita. Le province di Modena e Reggio nell’Emilia rappresentano oggi due modalità differenti di esposizione, ma accomunate da un medesimo rischio strutturale: la progressiva marginalizzazione delle aree interne. L’eventuale arretramento degli sportelli bancari nei piccoli comuni non produrrebbe soltanto effetti sul credito, bensì ripercussioni sul tessuto sociale e produttivo, con conseguenze profonde sulla capacità di famiglie e imprese di restare e operare nei territori di appartenenza.
A rendere il quadro ancor più delicato interviene la prospettiva evolutiva del sistema bancario nazionale. Sul punto, Leonello Boschiroli, Segretario generale First Cisl Emilia Centrale, sottolinea: “Preoccupano i rumors di una probabile futura acquisizione di Crédit Agricole Italia con Banco Bpm e della conseguente fusione. Nelle due province, gli sportelli di Crédit Agricole Italia sono presenti negli stessi comuni di quelli del Banco Bpm, e ciò provocherebbe una razionalizzazione e una ulteriore chiusura di sportelli”. Una prospettiva che conferma come, anche nei territori oggi più resilienti, il rischio di desertificazione non sia un fenomeno remoto o marginale, ma una variabile concreta che richiede vigilanza, presidio istituzionale e una strategia sindacale capace di difendere comunità e coesione territoriale.
Il comunicato di First Cisl Emilia Romagna
Qui il 14° report dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria di First Cisl aggiornato al 30 settembre 2025
Qui tutti i dati e i grafici descrittivi della desertificazione bancaria in Italia, a cura di Fondazione Fiba
Qui i dati sulla desertificazione bancaria in Emilia Romagna
