Come si legge nel sito di First Cisl Internazionale, le parti sociali del settore bancario europeo hanno firmato la Dichiarazione congiunta sulla Intelligenza Artificiale.
Sanità e sicurezza, trasporti e comunicazioni, economia e finanza e… posti di lavoro. L’Intelligenza Artificiale (Ia) sta già cambiando radicalmente le nostre esistenze ma, soprattutto per i riflessi sulla vita professionale, è ancora scarsa la consapevolezza del suo impatto.
Regolamentare e indirizzare l’utilizzo dei sistemi di Intelligenza Artificiale diventa, quindi, non solo una necessità vitale, per quanto riguarda l’impatto sul mondo del lavoro e in particolare nel settore dei servizi, ma una sfida politica decisiva per le relazioni industriali e per la contrattazione collettiva.
L’Unione europea, l’Italia e il dialogo sociale nel settore finanza per una volta sono uniti e all’avanguardia nella ricerca di un senso e di un indirizzo politico all’implementazione dell’Intelligenza Artificiale, che è e rimane un mezzo, non un fine. Il fine è la persona, mai riducibile a una condizione di subalternità rispetto alla tecnologia, e la modalità per garantire un indirizzo antropocentrico all’uso dell’Ia è l’apertura di ampi spazi di partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori alla gestione delle imprese.
L’Ai Act, il Regolamento europeo sulla intelligenza artificiale, ha fissato un quadro giuridico certo, finalizzato a garantire l’etica e l’affidabilità nello sviluppo e la diffusione dei sistemi di intelligenza artificiale all’interno della Unione europea, indipendentemente dall’ubicazione del fornitore.
L’approccio basato sulla classificazione dei sistemi di Ia in base al livello di rischio (applicazioni vietate, ad alto rischio, rischio limitato, rischio minimo o nullo) impone obblighi specifici crescenti, di trasparenza, gestione del rischio, monitoraggio e intervento in caso di incidenti, sanzioni comprese, al crescere dei rischi potenziali connessi all’utilizzo della intelligenza artificiale.
Nel settore finanziario, a titolo esemplificativo, i modelli di credit scoring, di valutazione del rischio assicurativo, l’Hr management e le chatbot per il servizio clienti sono tutte attività con classificazione di rischio specifica.
Il legislatore italiano, a sua volta, ha già ulteriormente implementato le previsioni europee in un disegno di legge che riprende necessariamente le tutele del regolamento europeo e le integra con strumenti e opportunità finalizzati a massimizzare i benefici dell’utilizzo dei sistemi di intelligenza artificiale in settori strategici come quello sanitario, quello produttivo, la ricerca, il mondo del lavoro.
Infine, le parti sociali europee del settore bancario (Uni Europa Finance per la parte sindacale), come già quelle del settore assicurativo nel 2021, sono andate anche oltre, firmando una dichiarazione congiunta che affronta tutte le problematiche legate all’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale nelle dinamiche professionali e occupazionali per tutelare anche clienti e aziende.
La dichiarazione congiunta firmata il 14 maggio 2024 ribadisce principi e valori condivisi dalle parti sociali, fondamentali per un utilizzo etico e responsabile dei sistemi di Ia nel settore bancario con il fine, condiviso e condivisibile, di mettere l’Intelligenza Artificiale al servizio della persona lavoratrice bancaria piuttosto che sostituirla.
Human in control è il principio chiave, così come la responsabilità umana di ultima istanza, che deve sempre rimanere identificabile (e appellabile).
Da questo principio derivano, come corollari:
– dovere di trasparenza e imparzialità (free from bias decisions) dei sistemi di intelligenza artificiale;
– necessità di una formazione professionale specifica, meglio se finanziata dalla Commissione europea;
– limiti all’utilizzo degli strumenti di sorveglianza ‘intelligenti’;
– “diritto alla spiegazione” a vantaggio delle/dei dipendenti interessate/i;
– diritto/dovere di valutazione congiunta dei rischi legati alla salute e sicurezza;
– salvaguardia dei diritti collettivi e sindacali.
La dichiarazione congiunta va oltre la semplice tutela passiva dei diritti delle lavoratrici e lavoratori del settore, in quanto rilancia e promuove un approccio congiunto e proattivo finalizzato all’uso responsabile della intelligenza artificiale attraverso il dialogo sociale e la contrattazione collettiva.
E la sfida, in effetti, è appena iniziata, almeno dal punto di vista contrattuale, proprio perché le dichiarazioni congiunte firmate a livello transnazionale non sono vincolanti, ma, introducono impegni politici, che possono e devono, però, promuovere accordi collettivi vincolanti e costituirne il riferimento per le negoziazioni nazionali e aziendali.
La forte istanza promossa da First Cisl è dare corpo e sostanza contrattuale a tali dichiarazioni politiche delle parti collettive europee, sia a livello di settore sia a livello di gruppi, intermediando in maniera innovativa e strategica le nuove questioni poste dalla trasformazione digitale in termini di salvaguardia occupazionale, di transizioni professionali e di condizioni di lavoro e di benessere.