È stato pubblicato il documento realizzato dal gruppo di lavoro “Politiche industriali per l’Intelligenza artificiale”, istituito presso la Commissione politiche economiche e attività produttive del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel). Il testo è il risultato di un’indagine relativa allo stato dell’arte della trasformazione digitale, ai rischi e alle prospettive per le relazioni industriali nel settore finanziario e assicurativo, con il coinvolgimento delle parti sociali (datoriali e sindacali), della rete dei responsabili cybersicurezza (Ciso) delle partecipate del Gruppo Cassa Depositi e Prestiti, nonché della Banca d’Italia.
First Cisl ha offerto un contributo che ha trovato ampio spazio nel documento finale, nel quale figurano molti passaggi della memoria consegnata a seguito dell’audizione svolta il 29 maggio scorso. Di particolare rilievo, tra gli altri, i riferimenti a occupazione, contrattazione e formazione, al centro delle politiche sindacali First Cisl. Quanto alla prima, il documento, citando letteralmente dalla memoria, evidenzia che “il Fondo esuberi, tra il 2009 e il 2022, ha registrato invece grandi utilizzi: il settore bancario italiano ha perso 66.380 posti di lavoro. I dati, elaborati dalla Fondazione Fiba di First Cisl, mostrano una fotografia impietosa sullo stato dell’occupazione del comparto del credito nel nostro Paese. Il quadro è tanto più preoccupante se si considera che questi sono numeri al netto delle nuove assunzioni (circa 38mila): il ricambio generazionale, incentivato dal 2011 tramite il Fondo per l’occupazione, non è stato dunque a saldo zero, ma ampiamente negativo”.
Proprio con riferimento al Fondo di solidarietà e alle politiche contrattuali specifiche in termini di ammortizzatori sociali, First Cisl ritiene che “se tali strumenti sono stati decisivi nella gestione condivisa delle continue riorganizzazioni del settore, soprattutto in conseguenza delle cosiddette concentrazioni bancarie, oggi è tuttavia opportuno ripensarne funzioni e obiettivi, in considerazione del nuovo e diverso fenomeno riorganizzativo conseguente all’ingresso massiccio delle tecnologie digitali e della cosiddetta datificazione delle attività […]. Occorrerebbe, in assenza di politiche regolamentari specifiche dell’Ue, intervenire mediante politiche di relazioni industriali evolute, sia nell’ambito del dialogo sociale europeo, sia con accordi interconfederali, di settore, e aziendali, per negoziare, garantire e presidiare le cosiddette ‘transizioni professionali’ da attuare durante la trasformazione digitale”.
Rispetto alla contrattazione collettiva, il documento del Cnel riporta l’apprezzamento espresso da First Cisl per “l’intento del legislatore comunitario di portare all’interno del perimetro di controllo i fornitori terzi di servizi Ict e di allargare ulteriormente l’attuale perimetro di azione della Vigilanza”. E prosegue: “Coerentemente con tale premessa di omogeneizzazione regolatoria, sarebbe utilissimo far conseguentemente coincidere, anche in Italia, l’area (pattizia) di applicazione soggettiva del Contratto collettivo nazionale di lavoro Abi (la cosiddetta area contrattuale) con il perimetro del controllo e della vigilanza pubblica. Questa scelta darebbe ragione della funzione pubblicistica delle banche e contrasterebbe sia il dumping normativo e retributivo all’interno del settore sia i maggiori rischi operativi, legali e reputazionali, legati alle attuali asimmetrie normative tra i diversi operatori”.
Sulla formazione, infine, il documento sottolinea che “come si è visto, è un tema di fondamentale importanza” e che “le parti, attraverso il Fondo Fba (Fondo banche assicurazioni), hanno concordato di sostenere e finanziare piani di formazione in materia di transizione digitale, indirizzati al consolidamento e allo sviluppo dell’occupabilità dei lavoratori/lavoratrici, nonché alla crescita della capacità competitiva delle imprese”. Nella memoria scritta abbiamo peraltro pure evidenziato un aspetto, correttamente riportato dal documento del Cnel: che “l’Avviso DiGi 2022, dedicato alle ‘Competenze per l’occupabilità e la competitività nella transizione digitale delle aziende’ pubblicato il 14 giugno 2022 e utilizzabile per 36 mesi, a fronte di una dotazione finanziaria iniziale di euro 15.000.000, al 28 marzo 2024, ha visto l’utilizzo del fondo per soli euro 1.727.612, con un residuo inutilizzato di ben 13.272.388”. Il documento del Cnel, nel descrivere il processo di trasformazione digitale del settore, rilancia la nostra prospettiva di azione negoziale, evidenziando la necessità di una condivisione preventiva tra parti sociali dei processi di sviluppo aziendali e delle relative valutazioni di impatto, in chiave di tutela delle persone (“human in command approach”), del lavoro e dei territori. La trasformazione digitale e lo sviluppo dell’IA non legittimano in alcun modo, quindi, sacrifici su occupazione e presidio territoriale.
Qui il documento “Osservazioni e Proposte del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro sulle politiche industriali per l’Intelligenza Artificiale. Un’analisi dei settori bancario e assicurativo”
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