Report First Cisl sulla stampa. Crescono comuni senza sportelli bancari. Cittadini a rischio esclusione sociale

Cresce il numero dei comuni che dal primo trimestre di quest’anno registrano una nuova tornata di chiusure degli sportelli bancari. Aumentano i risparmiatori e le imprese che si vedono privare dei servizi finanziari. È questo il responso dell’ultimo aggiornamento dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria di First Cisl che ha elaborato il report su dati Banca d’Italia e Istat al 31 marzo 2024.

“First Cisl, aumentano i comuni senza una filiale bancaria” titola Ansa evidenziando che il “taglio degli sportelli” fa crescere l’esclusione sociale. Per Agi “Banche: First Cisl, un quarto del territorio privo di sportelli”. Sulla stessa linea AdnKronos, “Banche: First Cisl, desertificazione aumenta nel 1° trimestre, un quarto del territorio privo di sportelli”, e Askanews, “Banche, Firt Cisl: un quarto d’Italia senza filiali, in 10mln a rischio”. Anche per Il Sole 24 Ore Radiocor “aumentano i comuni desertificati nel primo trimestre” rimarcando che “nei primi 3 mesi del 2024 chiusi altri 97 sportelli”. Borsa Italiana rilancia la nota dell’agenzia de Il Sole 24 ore scrivendo “First Cisl, aumentano i comuni senza una filiale bancaria”. La giornalista Rosaria Amato sul quotidiano la Repubblica sottolinea nel titolo del suo articolo che “mentre gli sportelli bancari continuano a chiudere anche gli utili delle banche volano”. La Stampa mette assieme i dati dell’analisi dell’Osservatorio First Cisl sulla desertificazione bancaria e quelli del rapporto mensile dell’Abi evidenziando che diminuiscono sì i tassi dei mutui ma “solo quelli fissi” mentre “i comuni senza sportelli sono più del 41%”. Anche Avvenire confronta i due report scrivendo che “I tassi dei mutui proseguono nella loro lenta discesa. Ma il trend vale soprattutto per quelli fissi, mentre i contratti variabili attendono ancora i tagli al costo del denaro attesi dalla Bce (…) Intanto ieri First Cisl ha aggiornato il conteggio sui comuni rimasti senza filiale: sono sette in più nel primo trimestre, a quota 3.282, il 41,5% del totale dei comuni italiani”.

Il tema della revisione della rete commerciale degli istituti di credito è molto avvertito dai cittadini per le pesanti ricadute che ha sui territori. La stampa dedica ampio spazio all’argomento. Sull’incremento dei comuni che non hanno più una filiale bancaria titolano: Quotidiano Nazionale, Tiscali News, La Sicilia, Gazzetta di Mantova, RegioneVDA, Nuova Cosenza, Business24tv, La Provincia Pavese. Il Denaro titola: “Banche: un quarto d’Italia senza sportelli, in 10 mln a rischio esclusione sociale”. Stessa impostazione per Notizie d’Abruzzo: “Banche, un quarto del territorio senza sportelli secondo First Cisl”. “Futuro incerto per i comuni senza banche. La First Cisl alza l’allarme” scrive invece Palermo24h. “Spariscono gli sportelli bancari, aumentano a 3.282 i comuni senza più filiali” titola il giornalista Giorgio Pirani su QuiFinanza, sottotitolando che “sono almeno 4,4 milioni gli italiani che vivono in un comune senza neppure una banca, altri 6 milioni sono in città con appena uno sportello”. Conclude la rassegna stampa il servizio di Roxy Tomasicchio su Italia Oggi che, dedicando una pagina a “L’allarme lanciato da First Cisl sulla desertificazione bancaria nel primo trimestre del 2024, titola “Istituti di credito: la grande fuga. Senza sportello (o con uno solo) oltre 10 milioni di italiani”.

La stampa nazionale pubblica ampi stralci dell’analisi dell’osservatorio cislino sulla desertificazione bancaria fornendo i freddi numeri che registrano una foto allarmante. Nel primo trimestre di quest’anno “altri 7 comuni italiani hanno visto chiudere l’ultima filiale presente sul loro territorio. Si vanno ad aggiungere ai 3.282 abbandonati negli scorsi anni, pari al 41,5% del totale, con una forte accelerazione a partire dal 2015. Un quarto del territorio nazionale, con una superficie complessiva pari a quella di Lombardia, Veneto e Piemonte, è rimasto privo di sportelli”.

Allarmante il dato che riguarda “il numero delle persone che ha perso o rischia di perdere l’accesso ai servizi bancari: oltre 10 milioni e 400mila italiani vivono in comuni totalmente ‘desertificati’ (4 milioni e 392mila, + 0,4% rispetto alla fine del 2023) e in via di desertificazione, quelli con un solo sportello (6 milioni e 60mila, + 0,5%). Nell’arco di un anno, da marzo 2023, l’aumento è stato di circa 500mila persone. Risulta in crescita, inoltre, il numero delle imprese che hanno la propria sede in comuni desertificati: sono 265.635, 1.123 in più rispetto a dicembre”.

“Dalla fine del 2023 – prosegue il report – è diminuito anche il numero degli sportelli. La tenuta che si registra a livello statistico è infatti solo apparente. Sui dati aggregati del primo trimestre incidono 101 aperture operate, in modo pressoché uniforme sul territorio nazionale, con l’eccezione di alcune zone del Sud, da Banca Private Cesare Ponti. Ma si tratta in realtà di strutture ricavate all’interno di filiali già esistenti del Gruppo Bper e che sono dedicate al private banking. Al netto di queste aperture si registra invece un calo di 97 sportelli, superiore a quello dello stesso periodo del 2023 (- 72). Emerge dunque la tendenza del sistema bancario italiano ad accentuare la spinta al private banking. Ne è un esempio l’apertura di 8 filiali da parte di Mediobanca Premier, che in realtà hanno preso il posto di quelle chiuse da CheBanca!”.

Cosa succede nelle regioni italiane? “Confrontando i numeri con quelli dell’ultimo trimestre del 2023 si delinea un andamento non omogeneo tra le diverse aree del Paese. Le regioni più colpite sono Friuli Venezia Giulia e Toscana (- 0,7%), Lazio, Umbria e Veneto (- 0,6%), Sicilia (- 0,4%), Sardegna e Piemonte (- 0,2%). Per comprendere la reale portata del fenomeno i dati vanno letti in parallelo a quelli sulla diffusione dell’internet banking, ancora modesta: in Italia lo utilizza solo il 51,5% degli utenti contro una media Ue del 63,9%. Da ciò si evince che la desertificazione bancaria rappresenta un acceleratore dell’esclusione sociale, soprattutto per le fasce anziane della popolazione, penalizzate dal minor livello di competenze digitali (tra i 65 e i 74 anni solo il 26% utilizza l’internet banking)”.

Per quel che riguarda le province “L’Osservatorio sulla desertificazione bancaria della Fondazione Fiba elabora anche un indicatore (Ipd, Indicatore di desertificazione provinciale) che assegna ad ogni provincia italiana un punteggio sulla base della percentuale, calcolata sui rispettivi totali, del numero di comuni senza sportello o con uno sportello, della popolazione residente, delle imprese con sede legale in detti comuni e della relativa superficie. La graduatoria che emerge vede a fine 2023 tra le province meno desertificate quelle di Barletta-Andria-Trani, Brindisi, Grosseto, Ragusa, Ravenna, Reggio Emilia e Pisa. Le grandi città si collocano in posizioni più arretrate: Milano è 24°, Roma 40°, Napoli 50°. Sugli ultimi gradini della classifica troviamo Vibo Valentia e Isernia”.

 

Qui il pdf con le tabelle esplicative

Qui tutti i dati e i grafici descrittivi della desertificazione bancaria in Italia, a cura di Fondazione Fiba