Dati First Cisl su AdnKronos, chiudono banche, negozi, edicole. Colombani, nei comuni è allarme sociale

First Cisl non sottovaluta il tema della desertificazione. Lo tiene vivo con costanti aggiornamenti elaborati dalla Fondazione Fiba. Le ricadute della contrazione fisica dei servizi bancari sono dolorose. Intere comunità restano prive di assistenza non tenendo conto delle fasce più anziane della popolazione. “Banche, edicole e negozi che chiudono: il digitale svuota città e paesi” è l’eloquente il titolo dell’approfondimento di Adnkronos.

“Il conto online – scrive il giornalista Fabio Insenga – le notizie sullo smartphone, gli acquisti con l’ecommerce, da una parte. Le filiali delle banche che chiudono, le edicole che spariscono e i negozi più piccoli che faticano a resistere, dall’altra. Il digitale, con le abitudini di acquisto di beni e servizi da remoto che si consolidano, sta progressivamente svuotando gli spazi fisici, cambiando l’aspetto di città e paesi. I numeri sono impietosi e danno consistenza alla percezione di profonda trasformazione dei luoghi che tradizionalmente costituivano punti di riferimento e di aggregazione. Con una conseguenza che viene spesso sottovalutata: le condizioni di accesso al digitale non sono uguali per tutti e sono determinate anche dal fattore anagrafico e dalle condizioni economiche. Il rischio concreto è quello di tagliare fuori la fascia di popolazione più anziana e meno abbiente, di fatto esclusa dalla transizione digitale”.

“La desertificazione bancaria continua ad avanzare” sottolinea l’agenzia nazionale di stampa che richiama i dati dell’Osservatorio sulla desertificazione bancaria curato dalla Fondazione Fiba di First Cisl, elaborati su risultanze Bankitalia e Istat. “Nel 2023 in Italia hanno chiuso 826 sportelli, a fine 2022 erano stati 677 (- 3,9%). Un quarto del territorio nazionale, con una superficie maggiore di quella di Lombardia, Veneto e Piemonte, è stato abbandonato dagli istituti di credito. Aumenta anche il numero di persone che non hanno accesso ad una filiale nel comune di residenza: sono 362mila in più rispetto ad un anno fa. Sono oltre 6 milioni, invece, gli italiani residenti in comuni nei quali è rimasto un solo sportello e che rischiano di trovarsi a breve tagliati fuori dai servizi bancari. Il 41,5% dei comuni italiani, circa 3.300, non ha più sportelli bancari sul proprio territorio. Nel corso del 2023 sono stati 134 i comuni ‘desertificati’. Un processo che è avanzato negli ultimi anni con sempre maggiore rapidità: tra il 2015 e il 2023 il 13% dei comuni italiani ha visto chiudere l’ultima filiale. Una percentuale che potrebbe salire ulteriormente: i comuni con un solo sportello sono infatti il 24% del totale. A rendere più acuto il malessere sociale è la modesta diffusione dell’internet banking: in Italia lo utilizza solo il 51,5% degli utenti contro una media Ue del 63,9%. Aumenta inoltre anche il numero delle imprese che hanno sede in comuni privi di sportello bancario: sono 255mila, 22mila in più rispetto ad un anno fa”.

“Ai dati bancari vengono affiancati anche quelli del settore del commercio che – si legge su Adnkronos – secondo previsioni accreditate, entro l’anno vedrà crescere il numero della chiusura dei negozi al dettaglio e degli ambulanti rispettivamente stimati in 110mila e 24mila. Decimato anche il numero delle edicole cessate, salite a 2.700. Il mix delle diffuse chiusure genera preoccupazione e spinge anche la politica a cercare dei rimedi. Lo scorso 13 febbraio, il Consiglio regionale della Basilicata, ha approvato all’unanimità una mozione finalizzata al contrasto alla desertificazione bancaria e all’istituzione di un “Osservatorio regionale del credito e del sistema bancario”.

Nel commentare il report della Fondazione Fiba, il segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani, ha ribadito che “l’aumento del numero dei comuni desertificati ha raggiunto ormai dimensioni da allarme sociale. Nonostante tutti i proclami sulla sostenibilità sociale, le banche italiane stanno privando dell’accesso a un servizio essenziale milioni di persone. A pagare il prezzo più pesante – ha proseguito il leader dei bancari della Cisl – sono i fragili, anziani in primo luogo, così come le persone con un basso livello di istruzione, che hanno scarse competenze digitali. Il basso livello di utilizzo dell’internet banking rispetto alla media Ue ci dice una cosa semplice: le chiusure dipendono dalla volontà di tagliare i costi, non dalla diffusione del digitale. Negli Usa due colossi come Jp Morgan e Bank of America stanno aprendo centinaia di filiali e continueranno a farlo nei prossimi anni. È un segnale chiaro: la presenza sul territorio fa bene alla società e anche ai bilanci delle banche. Per Riccardo Colombani “È tempo che in Italia il problema venga affrontato dalla politica e dalle istituzioni: First Cisl è pronta al confronto”.

 

Qui il pdf con le tabelle esplicative

Qui tutti i dati e i grafici descrittivi della desertificazione bancaria in Italia, a cura di Fondazione Fiba