Report First Cisl. Banche a gonfie vele e prestiti ridotti. Colombani: coerente rinnovo contratto con aumenti

Conti a gonfie vele per i primi cinque gruppi bancari italiani nel terzo trimestre dell’anno ma concessione dei prestiti in pesante riduzione. È questa la sintesi del report First Cisl sulle trimestrali delle principali banche italiane elaborato dalla Fondazione Fiba.

Di “anno d’oro per le banche” parlano Il Tirreno, LibertàGazzetta di Carpi, Gazzetta di Reggio, Open e Fortune Italia. “First Cisl, forti utili delle banche, preoccupano i prestiti” scrivono le versioni on-line di Bresciaoggi, Gazzetta di Mantova, Il Giornale di Vicenza, L’Arena, La Sicilia e News24oresu24.

Il Mattino di Padova, Il Piccolo, Il Messaggero Veneto, La Nuova Venezia, La Tribuna di Treviso, il Corriere delle Alpi si soffermano “Sulla pioggia di utili e profitti delle banche”, dando però voce ai timori di First Cisl che lancia l’allarme “sul calo dei finanziamenti”. Il tema della riduzione delle concessioni bancarie è condiviso da Tiscalinews e BusinessTv24 “First Cisl, forti utili delle banche, preoccupano i prestiti”.  Stessa impostazione per Quotidiano Nazionale come pure per Msn, FinanzaReport e Soldi365 che sottolineano l’ottimo stato di salute delle banche con “profitti record” ma “gelata del credito su prestiti erogati”.

Le varie testate riprendono cifre, tabelle, dati, numeri dell’analisi First Cisl che sta a certificare come “Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Mps e Bper” abbiano “messo a segno un aumento dei proventi operativi del 21,8%, grazie ad una crescita del margine di interesse del 56,7% rispetto allo stesso periodo del 2022 e nonostante un leggero calo (- 2,7%) delle commissioni. Stabili i costi operativi (- 0,3%), in ulteriore riduzione il costo del personale (- 1,1%). Di qui il fortissimo aumento degli utili (+ 78,6%) e l’ulteriore riduzione del cost/income (42,5%)”.

“Nonostante questi risultati – segnala il report – le prime cinque banche italiane registrano una pesante riduzione degli impieghi (- 5,8% rispetto allo stesso periodo del 2022), in controtendenza con i maggiori paesi europei. Secondo i dati Bce (al 30 giugno 2023), che si riferiscono alle banche europee significant, vigilate direttamente da Francoforte, il calo degli impieghi in Italia è del 3,7%, mentre il valore medio Ue è + 1,3%, in linea con quello di Spagna e Germania, mentre la Francia registra un incremento addirittura del 3,2%”.

Il patrimonio delle big 5 cresce di oltre 45 miliardi di euro che è la porzione di “Cet1 eccedente i requisiti minimi imposti dalla Bce. La decisione da parte dei cinque gruppi di destinare a riserva non distribuibile l’importo di 2,5 volte la tassa straordinaria sugli extraprofitti accrescerà ulteriormente la solidità patrimoniale degli istituti”.

Nello scorrere agenzie di stampa, giornali e quotidiani on line si apprende che “migliora anche il Npl ratio netto, che passa da 1,5% a 1,4%, e cala il peso dei crediti Stage 2 sul totale dei crediti in bonis (dal 13,4% al 12,5%). Il costo del credito si riduce in modo significativo passando da 0,50% a 0,26% su valori annualizzati”. Cresce anche la produttività aumentando “sia il prodotto bancario (+ 3,9%) che il risultato di gestione (+ 51%) per dipendente. Dati determinati dall’ulteriore calo dei lavoratori (- 3,5%, poco più di 8.500 persone, dato medio di periodo) e dall’aumento dei ricavi. L’incidenza del costo del personale sui proventi operativi scende dal 32,2% al 26,1%. In ulteriore marcata riduzione la rete sportellare con un calo di oltre 740 unità (- 5,9%)”.

Analisi chiara e numeri incontrovertibili che portano il segretario generale First Cisl, Riccardo Colombani, a dichiarare: «La fortissima crescita degli utili dei primi cinque gruppi bancari italiani dimostra che la richiesta economica avanzata dai sindacati unitariamente per il rinnovo del contatto nazionale dei bancari è assolutamente coerente con il contesto. Gli indicatori di produttività attestano che il contributo delle lavoratrici e dei lavoratori a questi risultati straordinari è stato rilevantissimo. Per questo è necessario arrivare in tempi brevi alla chiusura della trattativa, in modo che le banche possano corrispondere gli aumenti retributivi già dal mese di dicembre».

«L’analisi dei bilanci dei primi cinque gruppi – prosegue il leader dei bancari della Cisl – mostra un calo preoccupante degli impieghi. I dati Bce certificano la flessione delle banche significant italiane contro un aumento del credito delle significant europee e in particolar modo di quelle francesi. L’andamento dell’economia italiana è però simile a quello delle principali economie europee. Ciò rende ragionevole ipotizzare che non vi siano grandi differenze nella domanda di credito di famiglie e imprese. È quindi necessario – conclude Colombani – monitorare con attenzione l’evoluzione del credito per evitare rischi di ulteriore riduzione, più che mai pericolosi in una fase di rallentamento del ciclo economico».

Qui l’analisi condotta dal Comitato scientifico della Fondazione Fiba con le tabelle esplicative