«Tra Padova e Rovigo, 38mila persone senza una banca», così titola l’articolo della giornalista Alice D’Este nel Corriere del Veneto. “Chiudono le filiali, una dopo l’altra. E la comunicazione diretta con i consulenti bancari – si legge sul quotidiano veneto – ma anche un semplice consulto diventa un miraggio. È di qualche settimana fa l’ufficializzazione data ai sindacati dal primo gruppo bancario italiano, Intesa Sanpaolo: entro il 2025 in Italia chiuderà 1 filiale su 3. Oltre alle 5o già chiuse nel 2022, si aggiungono 45o nel corso del 2023 (delle quali 13 nelle province di Padova e Rovigo, solo in questa prima parte dell’anno) le restanti tra il 2024 e 2025”.
Il segretario generale della Cisl Padova e Rovigo, Samuel Scavazzin spiega: «La desertificazione bancaria colpisce le aree più disagiate, i dati del Veneto e delle nostre province sono impietosi, si contano infatti 38mila persone tra Padova e Rovigo che risiedono in comuni senza alcuno sportello bancario ma anche 2.350 imprese (1.25o a Padova e 1.100 a Rovigo) e tenendo conto che solo il 54% della popolazione nella nostra regione usa l’internet banking (il dato nazionale è ancora inferiore e arriva al 45%) l’annuncio non può che preoccupare».
La giornalista Alice D’Este evidenzia come “la Cisl ha, in più occasioni già in passato, denunciato il fenomeno della «desertificazione bancaria» istituendo un apposito Osservatorio nazionale che analizza i dati di Banca d’Italia, Istat ed Eurostat e ora, numeri alla mano, da l’allarme. «Nel cuore del Nord Est, che da sempre si contraddistingue per innovazione ed efficienza – prosegue Scavazzin – assistere a questo fenomeno lascia senza parole; per prelevare denaro al bancomat si rischierà di percorrere molti chilometri e questo, se consideriamo che c’è una buona parte di popolazione anziana, diventa proibitivo»”. Il Corriere del Veneto rimarca come non tutti gli utenti siano “in grado di usare l’home banking o possono spostarsi in auto. L’assenza delle filiali taglierebbe fuori una parte di popolazione. «In un territorio con problematiche di organizzazione, sostenibilità, welfare sociale e un’elevata quantità di persone anziane o fragili – spiega il dirigente cislino – questo ulteriore depauperamento creerà un vuoto importante tra i servizi e il territorio».
«L’abbandono del presidio bancario – aggiunge in conclusione il segretario generale di First Cisl Padova e Rovigo, Alessandro Pani – ricade su tutta la collettività, soprattutto sulle aree più disagiate della bassa padovana e del polesine, lasciando scoperte le funzioni essenziali come, ad esempio, la gestione del credito che potrebbe finire in mano della criminalità organizzata. (…) il ricorso ai canali digitali non può diventare l’unica strada dell’attività bancaria, la consulenza personalizzata è ancora fondamentale per permettere a famiglie ed imprese un corretto accesso ai servizi, che si tratti di credito o di investimenti»”.
Qui i dati di sintesi e i grafici descrittivi del fenomeno di desertificazione bancaria in Veneto
Qui i dati e i grafici descrittivi della desertificazione bancaria in Italia, a cura di Fondazione Fiba