Colombani su Toscana Oggi: desertificazione degli sportelli, un problema per i cittadini dovuto al taglio dei costi e al gigantismo bancario

“Lo sportello della banca? Sta diventando un miraggio per tanti cittadini toscani” è il titolo con cui  Toscana Oggi pubblica una intervista del giornalista Andrea Bernardini al segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani. Il settimanale esordisce sottolineando che “Per recarsi in filiale, prelevare denaro contante, «confessarsi» con il direttore, oggi, molte persone devono salire in auto e percorrere lunghi tratti di strada. La chiamano desertificazione bancaria e, in effetti, un territorio che viene privato del presidio di una banca assume rapidamente l’aspetto di un deserto, almeno dal punto di vista economico e sociale”.

Segue il testo integrale dell’intervista:

Colombani, lo «sportello» (bancario) della porta accanto è ormai un privilegio per pochi abitanti. In questi anni abbiamo visto chiudere, una dopo l’altra, filiali di questa o l’altra banca. Come si spiega?

«L’abbandono dei territori si spiega in due modi. Il primo è la volontà delle banche di tagliare i costi: nella lunga stagione di tassi bassissimi che ci siamo appena lasciati alle spalle questo è stato, insieme alle commissioni sui servizi di investimento, un mezzo per fare utili. Il secondo è il gigantismo bancario: su spinta delle autorità di regolazione e della politica europea e italiana sono state incoraggiate molte fusioni nella convinzione che con banche sempre più grandi sarebbe stata assicurata la stabilità».

La chiusura degli sportelli quali effetti sta avendo sulla clientela?

«Le ricadute sono pesanti in termini sociali e economici. Negli anni in cui la desertificazione è avanzata più velocemente il credito alle imprese minori, che danno lavoro a 12 milioni di persone, si è ridotto in misura considerevole. Le difficoltà sono aumentate anche per le famiglie. Nel nostro Paese solo il 26% degli anziani compresi tra 65 e 74 anni utilizza il banking on-line. In Francia, per fare un raffronto, nella stessa fascia d’età, il 52% degli utenti fa uso di pc e smartphone per dialogare con la loro banca. Eppure le banche francesi hanno mantenuto il radicamento sui territori: nel Paese dell’Oltralpe ogni 100mila abitanti ci sono 52 sportelli, in Italia 37. Ciò significa che la digitalizzazione viene usata dalle nostre banche come un alibi per il taglio dei costi».

La desertificazione bancaria quali effetti ha avuto, invece, sulla forza-lavoro?

«Negli ultimi sei anni sono andati persi 33mila posti di lavoro: un prezzo pesante, anche se la nostra categoria dispone di meccanismi di solidarietà che hanno consentito di assorbire il colpo. Ma è un danno soprattutto per il Paese: dalle banche passano il credito e le politiche per il risparmio, due leve fondamentali per la crescita economica, soprattutto nel momento in cui dobbiamo tradurre il Pnrr dalle parole ai fatti».

Il servizio di Toscana Oggi

I dati raccolti dall’Osservatorio sulla desertificazione bancaria di First Cisl mostrano che la Toscana non è stata tra le regioni più colpite. Eppure qualcosa sta cambiando. Qual è la situazione?

«Molto dipenderà dagli assetti che, di qui al prossimo futuro, assumeranno Mps e Cassa di Risparmio di Volterra. A oggi in Toscana la desertificazione ha interessato solo il 9% del totale dei comuni. Ma il 16% dei comuni può contare solo su uno sportello e nella maggioranza dei casi si tratta di uno sportello Mps o Crv. Il rischio di un peggioramento in tempi brevi è quindi concreto».

Restiamo su Mps, che ha chiuso il capitolo dell’aumento di capitale. Le sue prospettive, però, sono ancora da definire. Che giudizio dà dell’operazione e che cosa vede nel futuro della banca più antica del mondo?

«Il nostro giudizio è senz’altro positivo. L’operazione a cui hanno lavorato l’ad Luigi Lovaglio e il Tesoro ha consentito di salvaguardare l’integrità della banca, che – dopo la ricapitalizzazione – si trova in condizione di sostenere l’economia dei territori e di erogare credito alle Pmi, come prevede il piano d’impresa. La risalita dei tassi consentirà di incrementare il margine di gestione del denaro. Il contributo dei sindacati è stato fondamentale per condurre in porto l’aumento di capitale. L’accordo che abbiamo firmato prevede l’uscita, su base volontaria attraverso il Fondo di solidarietà, di 4.125 lavoratori. Non ci nascondiamo che da ciò possono derivare nell’immediato alcuni problemi per la gestione della banca. Problemi che vanno superati con il coinvolgimento dei sindacati».

La ritirata dei grandi gruppi fa «riscoprire» la funzione delle piccole banche di territorio. La riforma delle Popolari e quella del credito cooperativo hanno comportato cambiamenti significativi. Qual è oggi il loro peso e quale ruolo possono svolgere per le economie locali?

«Il ruolo delle banche più piccole è molto importante. In questi anni le Bcc hanno mantenuto la loro presenza sui territori e frenato gli effetti della desertificazione. La riforma del credito cooperativo ha comportato un indebolimento del loro modello, centrato sulla mutualità prevalente senza fini di speculazione privata, di cui serve invece un rafforzamento. Le Bcc non devono omologarsi al modello di business delle grandi banche. Per evitare questo rischio è necessario che le autorità di vigilanza si attengano al principio di proporzionalità: le Bcc non possono essere assoggettate alle stesse regole degli istituti di dimensioni maggiori. Quanto alle Popolari, dopo la riforma l’unico soggetto aggregante oggi è Bper, un gruppo cresciuto molto, ma che deve continuare ad ancorarsi al territorio per non snaturarsi».

I numeri in Toscana riportati da Toscana Oggi:

  • Dal 2011 al 2021 il numero degli sportelli in Toscana è sceso del 36,2%
  • Dal 2020 al 2021 la contrazione è stata dell’8,4%
  • L’11% degli sportelli bancari sono senza direttore o con direttore condiviso
  • Il 2% hanno un’apertura limitata ad alcuni giorni della settimana
  • In 3 sportelli su 100 l’apertura è garantita da un solo operatore
  • Dal 2011 al 2021 il credito concesso dalle banche alle imprese toscane è diminuito del 18%. In particolare il credito concesso dalle banche a imprese con meno di venti dipendenti è sceso del 29,6%
  • Solo il 7% degli «over 75» fa uso dell’home banking

 

Qui i dati di sintesi e i grafici descrittivi del fenomeno di desertificazione bancaria in Toscana

Qui i dati e i grafici descrittivi della desertificazione bancaria in Italia, a cura di Fondazione Fiba

 

Il servizio di Toscana Oggi: