La tutela del risparmio per combattere le disuguaglianze e favorire la parità di genere. Sono questi i temi principali del convegno organizzato oggi a Roma da First Cisl. Avvenire si occupa dell’iniziativa titolata “Educazione finanziaria, cambiare la cultura per favorire la parità di genere”, che rientra nelle iniziative del Mese dell’Educazione finanziaria.
“Tutte le indagini – si legge sul quotidiano romano – concordano infatti sull’esistenza di un gap sistematico tra le loro competenze e quelle degli uomini in ambito finanziario. Si tratta di capire come trovare delle soluzioni in grado di riequilibrare il rapporto e non permettere che la parità di genere resti sulla carta”. Questa considerazione ha spinto First Cisl ad organizzare la tavola rotonda di Roma.
Elisabetta Artusio, responsabile Donne e Politiche di parità e di genere di First Cisl spiega ad Avvenire che è necessario «affrontare il problema sia in ottica di prevenzione del fenomeno sia supportando le donne più bisognose di conoscenze finanziarie di base. L’obiettivo deve essere quello di aumentare la cultura finanziaria delle giovani generazioni come delle donne in età più avanzata. Vogliamo inoltre occuparci della “cura nell’immediatezza del bisogno” attraverso la creazione di “sportelli tematici” dedicati alle donne». Artusio aggiunge: «non va dimenticato che esiste una stretta correlazione tra parità di genere e conoscenze in ambito finanziario. La dipendenza economica, inoltre, è spesso tra le cause della violenza».
Avvenire riporta anche le considerazioni di Edoardo Lozza, professore ordinario di Psicologia economica dell’Università Cattolica Sacro Cuore di Milano, per il quale non vanno trascurati gli aspetti psicologici come «il senso di auto-efficacia finanziaria o la presenza di pregiudizi e stereotipi radicati culturalmente» che «possono giocare un ruolo altrettanto cruciale» delle carenze nell’alfabetizzazione finanziaria. «Una recente indagine condotta all’interno dell’Unità di Ricerca in Psicologia economica dell’Università Cattolica mostra che anche la financial literacy “soggettiva”, cioè quanto le persone pensano di sapere in ambito finanziario, indipendentemente dalle conoscenze “oggettive” realmente possedute, è molto più bassa fra le donne rispetto agli uomini. Sorprende – prosegue Lozza – che ciò valga anche per le persone che hanno svolto studi economici, e che dunque si suppone possiedano gli stessi livelli di financial literacy “oggettiva”. Le ragioni vanno ricercate proprio nella radicata presenza di stereotipi di genere, interiorizzati dalle donne stesse».
Il quotidiano dà spazio anche a Paola Soccorso, consigliere Ufficio studi economici della Consob, che sottolinea l’importanza delle iniziative del Mese dell’educazione finanziaria nonché dei «tanti soggetti pubblici e privati che offrono centinaia di iniziative tese a incoraggiare tutti i cittadini ad avvicinarsi all’educazione finanziaria con curiosità e senza pregiudizi. Con il contributo di tutti, i canali giusti e il linguaggio più opportuno è possibile superare il divario di genere nelle competenze finanziarie, raggiungendo, in particolare, le donne appartenenti alle fasce più vulnerabili per diffondere un atteggiamento positivo verso i temi economico-finanziari che “tradizionalmente” le vedono più estranee».
Nel suo articolo Avvenire rilancia anche il punto di vista di Paolo Grignaschi, responsabile della Divisione economico-sociale del Comitato scientifico della Fondazione Fiba: «il gender gap in campo finanziario è un problema che va oltre quello, pur importante, delle scelte individuali e della corretta allocazione del risparmio privato». Si tratta infatti di un «fenomeno – prosegue Grignaschi – che mina alla radice il principio di uguaglianza all’interno di ogni comunità fino alla famiglia. Il presente, inoltre, mette un’ipoteca pesante sul futuro. Un esempio: il tasso di adesione delle donne alle forme di previdenza complementare, secondo quanto emerge dai dati Covip, è significativamente più basso rispetto a quello degli uomini. In mancanza di una correzione di rotta – avverte Grignaschi – è evidente che un livello insoddisfacente di competenze finanziarie, oggi, rischia di ripercuotersi negativamente, domani, sull’indipendenza finanziaria delle donne».
In occasione del convegno First Cisl “Educazione finanziaria, cambiare la cultura per favorire la parità di genere”, Avvenire rilancia il libro di Emanuela Rinaldi, professoressa associata di Sociologia presso l’Università degli studi di Milano-Bicocca dal titolo “L’educazione finanziaria in un’Italia in mutamento”. «Spesso il risparmiatore non è consapevole di rischi e opportunità presenti nel mondo finanziario che lo circonda – sottolinea Emanuela Rinaldi – e come confermano i dati dell’ultimo rapporto Consob, trascura la definizione di un’adeguata pianificazione finanziaria durante le diverse fasi del suo ciclo di vita. Il suo rapporto con la banca è cruciale nell’aiutarlo a costruire e tutelare il suo benessere finanziario».
“Quale ruolo hanno le banche nel sostenere l’aumento delle competenze finanziarie dei risparmiatori? Quali sono i punti di forza e di debolezza nel rapporto tra dipendente bancario e clienti? Che ruolo ha l’educazione finanziaria nello sviluppo del benessere finanziario individuale e, più in generale, di quello sociale? Il volume risponde a queste e altre domande” rilanciando anche i temi del manifesto di First Cisl «AdessoBanca!».
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Qui lo speciale di Avvenire
Il video integrale del convegno “Educazione finanziaria, cambiare la cultura per favorire la parità di genere”, organizzato da First Cisl a Roma il 20 ottobre 2022, in occasione del Mese dell’educazione finanziaria #OttobreEdufin2022:
L’opuscolo con i dati illustrati al convegno