Cisl e First Cisl Viterbo, impegnati a contrastare chiusura sportelli banche, ma politica batta un colpo

Le banche continuano a ritrarsi dai territori. L’erosione dei servizi bancari mette in difficoltà intere collettività come evidenziano Il Messaggero e il Corriere di Viterbo. I due quotidiani rilanciano uno studio First Cisl e Fondazione Fiba Cisl dal quale si evince la chiusura di “51 sportelli bancari in pochi anni, 10 paesi non ne hanno neanche uno” in provincia di Viterbo, come titola il quotidiano viterbese. Per Il Messaggero “Anche le banche piangono, sono sempre meno”.

“Nella Tuscia – scrive sul Corriere di Viterbo la giornalista Beatrice Masci – sono dieci i comuni che nel corso degli ultimi anni hanno perso lo sportello bancario. A questi si potrebbe aggiungere Piansano, a dimostrazione che il fenomeno della desertificazione dei servizi bancari sul territorio è inarrestabile. Secondo uno studio della Banca d’Italia, elaborato dal comitato scientifico della Fondazione Fiba, dal 2008 al 2020 la Tuscia ha perso 51 sportelli bancari, pari al 24,64%. Come detto sono dieci i comuni non più serviti: Bassano in Teverina (1.252 abitanti), Carbognano ( 1.926), Cellere (1.075), Civitella d’Agliano (1.509), Gallese (2.665), Graffignano (2.161), Ischia di Castro (2.183), Lubriano (882), Onano (943) e Vasanello (3.920)”.

La puntualità dei dati porta il segretario generale First Cisl Viterbo, Alessandro Scorsini, a dire che  «margini di remunerazione al minimo, alto assorbimento di capitale, rischi operativi elevati, oltre che necessità di strutture complesse e costose sono “motivi concreti perché sempre più le banche spostano la loro azione dal credito tradizionale ai servizi” con ricadute pesanti sulla clientela over 65».

La revisione della presenza bancaria in provincia di Viterbo, simile a tante altre zone d’Italia, ha un impatto negativo sul credito “delle micro, piccole e medie imprese, ossatura dell’economia locale, sempre più a secco” come scrive su Il Messaggero il giornalista Renato Vigna. “Ma le ripercussioni di un settore in contrazione – si legge ancora sul giornale romano – le vivono anche i dipendenti sulla propria pelle: il personale è sempre meno e le lamentele esplodono”.

«La situazione continua a peggiorare – interviene sull’edizione viterbese de Il Messaggero il segretario generale della Cisl Viterbo Fortunato Mannino – La desertificazione, soprattutto nei piccoli centri, con continue chiusure significa ridurre i servizi e quindi la capacità di attrarre nuovi residenti e di aiutare l’economia territoriale». “Un problema di cui Mannino investe il presidente della Provincia di Viterbo, Alessandro Romoli, al quale chiede «di confrontarsi con I’Abi per capire quali sono i piani per il futuro, visto che spesso le riorganizzazioni avvengono all’insaputa di tutti, sindaci compresi. Un confronto preventivo aiuterebbe a trovare soluzioni per mantenere almeno gli sportelli Atm nei piccoli paesi»”.

«Come First Cisl – prosegue sul Messaggero Alessandro Scorsini – abbiamo già lanciato l’allarme e abbiamo intrapreso un percorso condiviso con la Cisl di Viterbo e alcuni amministratori locali per evitare ulteriori chiusure».

Scorsini ci tiene inoltre ad evidenziare tutta la criticità della situazione e al quotidiano romano fa notare che «tra il 2011 e il 2021 i prestiti diretti alle piccole imprese sono diminuiti del 32%. La desertificazione bancaria, come ha sottolineato anche il segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani, rischia di costare molto cara dal momento che le piccole e le piccolissime imprese hanno bisogno del credito necessario a finanziare lo sviluppo delle attività d’impresa legato alla realizzazione degli investimenti pubblici del Pnrr».

Ma non è tutto. Per il segretario generale di First Cisl Viterbo bisogna fare anche i conti con spiacevoli casi che hanno avuto per protagonisti involontari i dipendenti delle banche. «Sono ricorrenti le segnalazioni di numerosi episodi di aggressione verbale. Le ricadute economiche hanno sicuramente contribuito a causarli ma a questo si aggiungono anche gli accorpamenti delle filiali che avanzando implacabili, costringono i clienti a spostamenti per raggiungere la nuova filiale con un aggravio di tempo e di costi derivanti dall’aumento della benzina». Ad essere esposti alle lamentele della clientela sono gli operatori di sportello. «Una miscela esplosiva – la definisce in conclusione Scorsini – in cui i colleghi sono costretti a lavorare. Come First Cisl di Viterbo stiamo monitorando costantemente il territorio e vigileremo sulla salute dei lavoratori».