La pandemia torna a far paura e i sindacati alzano lo scudo delle misure di sicurezza per proteggere i lavoratori e le lavoratrici delle banche. Il confronto con l’Abi va avanti e riprenderà dopo l’approvazione del Dpcm prevista entro il 23 gennaio, ma i risultati ottenuti nel primo incontro sono ampiamente positivi. Ad illustrarli nel corso del Comitato esecutivo nazionale di First Cisl, che si è svolto il 14 gennaio a Roma, è stato il segretario generale Riccardo Colombani.
“Resta da definire la questione del controllo del green pass dei clienti: andrà risolta dopo l’entrata in vigore del Dpcm che deve chiarire qual è il perimetro dei servizi bancari soggetti alla misura. Per noi l’importante è che il controllo venga fatto al di fuori dalle filiali e da personale esterno alle banche”. Per i sindacati è importante il ritorno al sistema degli appuntamenti, una novità “introdotta nel nostro settore dalle parti sociali” e adottata poi anche al di fuori di esso, “e le altre richieste presentate all’Abi”, ha spiegato il numero uno di First Cisl che in apertura ha dedicato un ricordo al presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, un “gentleman della politica e un uomo retto”.
La pandemia sta portando novità inattese anche sul fronte economico. L’inflazione alza la testa quasi ovunque, ma è in Europa e negli Stati Uniti che si assiste ad una vera e propria fiammata, sui cui effetti e sulla cui durata governi e banche centrali non hanno ancora maturato una posizione definitiva. Un’incertezza che riflette quella degli economisti, divisi tra chi considera questo brusco rialzo dei prezzi “un fenomeno effimero” e chi invece vede nero.
“Si tratta in ogni caso di un completo ribaltamento dello scenario al quale negli ultimi anni ci eravamo assuefatti”, fa notare Colombani. Uno scenario contraddistinto da bassissima inflazione e, talora, da deflazione. Anche il sindacato è chiamato a leggere la realtà con lenti nuove. In tempo di deflazione la difesa dei salari è stata affidata alla contrattazione e nel settore bancario “siamo riusciti ad ottenere un aumento significativo con l’ultimo rinnovo del contratto nazionale”.
Ma che fare adesso? Ci sono due certezze. La prima è che il sindacato saprà fare la sua parte, come la fece nel 1992 quando consentì all’Italia, grazie agli accordi firmati con il governo Ciampi, di agganciare il treno dell’Europa. La seconda riguarda le banche. Per Colombani “è evidente che da questa situazione trarranno beneficio, facendo ancor più utili grazie al miglioramento del margine di gestione del denaro”. Proprio qui sta la sfida: “Dobbiamo puntare a redistribuire la produttività, vanno premiati tutti gli stakeholder, non solo gli azionisti. Sono stati i lavoratori, dopo la crisi finanziaria del 2008, a tenere in piedi le banche con i loro sacrifici”. Una svolta, tuttavia, può venire solo dalla partecipazione: “È l’elemento di politica economica che può indurre un vero cambiamento, non a caso lo abbiamo scelto come tema del nostro congresso”.
Il sistema bancario sta attraversando una fase di profondo cambiamento, con un mercato dominato da pochi grandi player: “Il gigantismo bancario non rappresenta l’interesse del Paese”, ammonisce Colombani. “Con la sistemazione della vicenda di Carige deve chiudersi la stagione delle acquisizioni a prezzi negativi. È venuto il tempo di ritornare alla normalità”.
Quanto alle prospettive aperte dai criteri Esg, si tratta senza dubbio di una novità positiva, purché l’entusiasmo esibito dalle banche non sia di maniera. First Cisl si è mossa per tempo sul terreno della sostenibilità sociale, legando questo tema a quello della tutela del risparmio, sul quale nel Manifesto AdessoBanca! ha formulato alcune proposte decisamente innovative. Proposte che, se accolte, avrebbero evitato “tanti casi di risparmio tradito”. Di una cosa si può essere sicuri: “Tutelare i risparmiatori – scandisce Colombani – significa tutelare anche i lavoratori”.
Parlare di sostenibilità, nel settore bancario, richiama anche il problema delle pressioni commerciali: un nervo scoperto. “L’accordo sulle politiche commerciali del febbraio 2017 non ha dato i risultati sperati. Abbiamo puntato a colpire i comportamenti organizzativi invece che ad introdurre sanzioni”, un approccio “molto evoluto”, che si è scontrato però con resistenze diffuse. Nessuna marcia indietro, comunque. “Andremo avanti su questa strada e chiedo a tutti di sostenere chi opera nelle commissioni bilaterali a svolgere il suo compito, un compito difficile”. In questo quadro, l’educazione finanziaria può fare molto nell’orientare verso comportamenti virtuosi, come First Cisl ha più volte sottolineato, ma è necessario – ribadisce Colombani – che gli intermediari finanziari si assumano le proprie responsabilità. Vale a dire che diano finalmente applicazione ai principi sanciti dalle linee guida Ocse in materia, prese a riferimento dalla legislazione italiana, con particolare riferimento ai “consigli oggettivi” da dare alla clientela. In caso contrario, avverte il segretario generale di First Cisl, non resta che una strada: “Quella del whistleblowing, perché questa piaga sociale deve finire”.