Studio First Cisl trimestrali banche, calano costi crescono utili, fusioni dannose

Le pressioni commerciali sono insostenibili. Mentre sale il valore delle commissioni nette per dipendente il cost/income dei principali gruppi bancari italiani continua a diminuire come calano pure sportelli e occupazioni. È questa la fredda sintesi di un’articolata analisi sulle trimestrali dei principali istituti di credito condotta dall’Ufficio studi di First Cisl e rilanciata dagli organi di informazione.

Ansa titola così il suo lancio: “Banche: First Cisl, 3 mld di utile trimestre, fusioni dannose. Rapporto costi-ricavi al 51,5%, sotto la media europea”. Per Agi “Banche: First Cisl non servono fusioni ma piani per occupazione”.  Di smania da maxifusioni bancarie senza giustificazioni reali scrive Adnkronos.

Le principali agenzie nazionali di stampa riportano ampi stralci del report di First Cisl che evidenzia come in Intesa Sanpaolo, UniCredit, Mps, Banco Bpm e Bper le commissioni siano in crescita, la produttività sempre più alta con un rapporto tra “costi operativi e ricavi molto al di sotto della media dei maggiori gruppi bancari europei. L’andamento del primo trimestre del 2021 – certifica lo studio – mostra chiaramente che la smania di maxifusioni che attraversa il settore bancario non ha giustificazioni reali”.

Per l’Ufficio studi di First Cisl “L’inizio dell’anno è caratterizzato dall’impennata del risultato netto di gestione, che cresce del 54,9% rispetto al primo trimestre del 2020. Un balzo dovuto ad una drastica riduzione delle svalutazioni nette sui crediti (- 48,5%) e reso possibile dal forte incremento della produttività, evidenziato dalla dinamica delle commissioni nette: l’aumento di valore per dipendente segna un + 7,5% sul primo trimestre 2020. Si riduce nettamente il cost/income. Il dato aggregato dei principali gruppi italiani, infatti, si attesta al 51,5%, ben al di sotto della media riferita ai maggiori gruppi bancari europei. È il risultato di un’ulteriore riduzione dei costi operativi (- 3%), ottenuta attraverso un ulteriore taglio del numero dei dipendenti e degli sportelli (rispettivamente – 3,3% e – 2,2%)”.

Sulle risultanze del report elaborato da First Cisl interviene il segretario generale Riccardo Colombani per il quale «i dati delle trimestrali ci dicono che non è possibile pianificare ulteriori aumenti delle commissioni e riduzioni dei costi. Le fusioni volute dal governo con il provvedimento atteso sulle Dta e confermate dalle dichiarazioni di alcuni banchieri ridurranno in modo pesantissimo l’occupazione e la presenza, già all’osso, di sportelli sul territorio. Solo quest’anno i principali gruppi ne chiuderanno mille. A pagarne le conseguenze, oltre ai lavoratori, sarà la clientela, privata della possibilità di scegliere in un mercato tra i più concentrati a livello europeo. Preoccupa inoltre il livello raggiunto dalle commissioni. L’aumento del loro valore pro capite è la manifestazione di pressioni commerciali insopportabili».

«Le banche – ha concluso Colombani – hanno dichiarato a più riprese di voler aumentare il credito per sostenere la ripresa e accompagnare gli investimenti pubblici previsti dal Pnrr.  Per questo invece di altre fusioni servono piani di impresa che prevedano più occupazione e maggiore presenza sui territori al fine di sostenere le famiglie e le piccole e medie imprese che rappresentano il cuore del tessuto produttivo del nostro Paese».

 

In allegato il comunicato con le tabelle esplicative