Colombani, se prestiti a imprese in ritardo colpa non sarà certo dei dipendenti

“I lavoratori non possono pagare per le inefficienze di alcune banche”.  Lo dice il segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani la cui posizione viene rilanciata dalle agenzie di stampa. L’Ansa titola: “Banche: First Cisl, ritardi colpa istituti, non lavoratori. Non si può mettere a rischio la ripresa dell’economia”. AdnKronos evidenzia nel suo titolo la necessità di rendere veloci le procedure per finanziare le imprese: “Coronavirus: First Cisl, prestiti a imprese non devono subire ritardi”. Nel titolo del suo lancio Askanews unisce le sollecitazioni all’immediatezza alla salvaguardia della professionalità dei dipendenti esprimendo così il pensiero di Riccardo Colombani: “Coronavirus, First Cisl: no a ritardi sui prestiti alle imprese. Lavoratori non devono pagare per inefficienze di alcune banche”.

Ansa, AdnKronos e Askanews rilanciano gli inviti e le precisazione del segretario generale di First Cisl, Riccardo Colombani, molto netto nell’affermare che «i lavoratori non possono pagare per le inefficienze di alcune banche. Se si dovessero verificare ritardi nella gestione delle pratiche per i finanziamenti fino a 25mila euro previsti dal decreto Liquidità e garantiti da Fondo centrale, ciò non potrà essere in alcun modo imputato al personale, che ha già dimostrato la sua professionalità nel gestire gli adempimenti connessi ai precedenti provvedimenti varati dal governo per rispondere all’emergenza coronavirus, ma esclusivamente all’insufficienza nell’implementare le procedure interne da parte di alcuni istituti. Sarebbe un fatto gravissimo, tanto più che l’Abi e il governo hanno fornito ampie rassicurazioni sulla prontezza di risposta del sistema bancario, a partire da lunedì mattina».

Riccardo Colombani ha rimarcato alle agenzie di stampa che «i prestiti alle imprese, specie a quelle piccole, le più in difficoltà in questo momento, non possono assolutamente subire ritardi. Non si può mettere a rischio la ripartenza dell’economia perché da essa dipende il futuro non solo di tante imprese, ma dell’occupazione e del tessuto sociale del Paese».