Intesa Sanpaolo, politiche commerciali? Si chiamano pressioni!

I risultati raggiunti dalla Banca dei Territori “derivano certamente e in modo preminente dall’impegno quotidiano profuso dalle colleghe e dai colleghi che, però – oltre ad affrontare le difficoltà organizzative che aumentano di giorno in giorno, conseguenti alle scelte aziendali, con organici che si riducono e carichi di lavoro che crescono – si trovano a fronteggiare quotidianamente comportamenti aziendali, messi in atto lungo tutta l’articolata ‘filiera di comando’, che esasperano i problemi e accentuano il deterioramento del clima aziendale”, si legge in un comunicato delle organizzazioni sindacali di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin della Direzione Regionale Emilia Romagna, Marche, Abruzzo e Molise di Intesa Sanpaolo.

“Le ‘cattive pratiche’ – prosegue il comunicato – sono in costante aumento, politiche commerciali che sarebbe bene chiamare con il loro nome, cioè ‘pressioni commerciali’, improntate al ripetitivo sermone giornaliero di richieste: telefonare, pianificare, incontrare, rispondere, proporre, collocare, vendere, rendicontare… e così via, in un ‘loop’ costante e sfibrante, che sminuisce il valore delle colleghe e dei colleghi che non hanno certamente bisogno di queste ripetute sollecitazioni e sono perfettamente in grado, con le loro capacità personali e professionali, di gestire proficuamente la loro quotidiana attività lavorativa”.

“L’evidente sfiducia nei propri collaboratori – denunciano i sindacati – genera, da parte del management aziendale, atteggiamenti che percorrono a cascata tutta la filiera e, anziché apportare un valore aggiunto e supportare positivamente le attività di lavoro, comportano continue interruzioni, un disturbo continuo e petulante che crea negatività e, soprattutto, peggiora le condizioni di lavoro, aumenta il rischio di errore e arriva a minare la salute”.

“Sembra quasi che per l’azienda – continua il comunicato – non sia sufficiente lavorare con grande senso di responsabilità, applicare rigorosamente le normative e le disposizioni aziendali, riscontrare la soddisfazione ed il rispetto da parte della clientela e produrre i risultati richiesti, senza utilizzare ‘il metodo’, che, a quanto pare, sembra venire prima di ogni altro aspetto, a prescindere dal fatto che sia utile, o meno, o se provochi ricadute negative”, evidenziano i sindacati.

“Il problema, quello delle pressioni commerciali, c’è, esiste, ed è grave e generalizzato”, evidenziano i sindacati che, per affrontare efficacemente e risolvere il problema, invitando l’azienda a riconoscerne “l’esistenza come elemento diffuso, evitando di ridimensionarlo a fatto episodico ed attribuibile a singoli comportamenti, individuali e circoscritti”.

 

Il comunicato di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin della Direzione Regionale Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise di Intesa Sanpaolo