Mega multa piega Riscossione Sicilia, First Cisl, evitare il fallimento

Lo stato di salute di “Riscossione Sicilia” allarma i lavoratori che da tempo vivono nell’incertezza. Ad aggravare il perdurante situazione di stallo è una pesante multa. A riferirne è il “Giornale di Sicilia” con un articolo di Giacinto Pipitone dal titolo: “Una mega multa per Riscossione. Società sull’orlo del fallimento”.

“L’ultima tegola – scrive il quotidiano siciliano – è una maxi sanzione da circa 12 milioni piovuta da Roma. Soldi che Riscossione Sicilia non ha e che potrebbero essere il colpo di grazia per un ente che da 14 mesi è senza vertici e matura ogni anno un buco stimato in almeno dieci milioni. La maxi sanzione è frutto di questa crisi finanziaria. Perché un anno fa Montepaschi ha chiuso una linea di finanziamento che vale circa 130 milioni, di fatto riprendendosi questi soldi, e lasciando sul lastrico la società. Che a questo punto, a fine 2017, ha trattenuto una parte degli incassi che avrebbe dovuto riversare alla Regione: precisamente 80 milioni”.

First Cisl l’ha definita “una manovra dettata dalla disperazione, dalla necessità di continuare la propria attività” “ma che resta irregolare . Al punto che l’Agenzia delle Entrate ha fatto partire la prima sanzione da 12 milioni. E altre potrebbero arrivarne perché in casi come questo lo Stato può arrivare a chiedere a titolo di sanzione la metà del valore dell’incasso non versato: quindi almeno 40 milioni”.

“La maxi sanzione – prosegue il Giornale di Sicilia – è solo l’ultima di una serie di emergenze che da mesi ormai proiettano su Riscossione lo spettro del default. Una scenario che giovedì il presidente Musumeci non ha allontanato del tutto nel suo intervento all’Ars. L’unica soluzione sarebbe infatti l’acquisizione di Riscossione da parte dell’Agenzia delle Entrate che ha un proprio ente pubblico collegato che si occupa di incassare i ruoli. E a questo guardava una legge dell’agosto del 2017 con cui l’Ars votò la chiusura di Riscossione Sicilia e il trasferimento di competenze e personale allo Stato. Tuttavia, per dirla con Pietro Di Quarto della Cisl, è come quando da piccoli ci si fidanzava con la più bella compagna di classe ma lei non lo sapeva. Musumeci infatti ha spiegato all’Ars che tutti i tentativi di iniziare con il governo nazionale e l’Agenzia delle Entrate la trattativa per il salvataggio di Riscossione finora sono andati a vuoto: “Il ministro dell’Economia, Tria, ha assicurato che avrebbe istituito un tavolo tecnico ma ancora oggi non è pervenuta alcuna notizia in questo senso da Roma. Torneremo a sollecitare il governo nazionale la prossima settimana”. Nel suo articolo Giacinto Pipitone sottolinea come il presidente di Regione Sicilia Musumeci si sia guardato bene dall’alimentare illusioni. “Non si è accertata la disponibilità dello Stato a portare avanti la nostra proposta”.
“La palla quindi tornerà prevedibilmente all’Ars, dove Musumeci entro fine anno (termine ultimo indicato dalla legge dell’agosto 2017) dovrà tornare per annunciare il via libera all’accordo con Roma o il fallimento del piano. A quel punto a Palermo bisognerà studiare un piano B per salvare una società in costante perdita, che incassa meno del 10% delle cartelle”.