Basilicata, meno sportelli e file si allungano, digitale scusa per chiudere

La costante riduzione degli sportelli negli ultimi 7 anni, certificata da un puntuale studio di First Cisl allarma i territori che progressivamente hanno perso fondamentali servizi finanziari. Il quotidiano “Roma” coniuga il ridimensionamento della rete di filiali bancarie in Italia ai disagi dell’utenza ed alla perdita di posti di lavoro. “Banche: meno sportelli, meno lavoro e lunghe file”, questo il titolo del servizio che mette in evidenza come “il lucano medio continua a rifuggire dall’uso degli strumenti telematici per gestire il proprio conto. Risultato? Più fila agli sportelli. Unica nota positiva, la crescita della presenza delle banche cooperative”.

“È questa in sintesi la fotografia del credito in Basilicata – prosegue il Roma nella sua edizione della Basilicata – scattata dal centro studi della First, la federazione bancaria della Cisl, che ha passato al vaglio il sistema bancario nazionale. Considerando l’intero territorio nazionale, rispetto al 2010 ci sono 6.289 sportelli bancari in meno, il personale di rete è sceso di 26.249 addetti e ben 383 comuni sono rimasti totalmente privi di banche. Una riduzione che i top manager giustificano con l’avanzata del digitale; ipotesi che però non trova conferma nei dati forniti dal centro studi della First Cisl: infatti il ritmo delle chiusure dalla fine del 2010 è stato del 18,7% contro un calo di accessi alle agenzie solo del 7,5%. In Basilicata sono 50 gli sportelli chiusi dal 2010 a oggi: il gruppo Ubi, presente in Basilicata con il marchio Carime, ad esempio, ha dimezzato il numero delle sue agenzie”.
L’andamento, continua il quotidiano campano, è stato “in parte compensato dal credito cooperativo che ha permesso di contenere il saldo negativo. In totale, gli sportelli attualmente attivi in regione sono 226 contro i 250 del 2010 (-9,6%). I lavoratori bancari lucani sono passati dai 1.260 del 2010 ai 1.117 del 2016, con una riduzione dell’11,3%, pari in termini assoluti a 143 posti di lavoro andati persi, situazione gestita con gli accordi sindacali che hanno consentito il prepensionamento o il pensionamento di tutti i lavoratori in esubero. Riduzione del personale che famiglie e imprese hanno pagato con code più lunghe: il 26% dei lucani che si sono recati in banca nel 2016 ha dichiarato di aver atteso più di 20 minuti, contro il 13,7% del 2011.

“La Basilicata – evidenzia il Roma – si conferma fanalino di coda per quanto riguarda l’uso dei canali home e corporate banking: 70 famiglie lucane su 100 nel 2017 hanno fatto ricorso ai servizi bancari telematici, contro una media nazionale di 113%, dato in crescita del 25%, ma ben al di sotto del trend nazionale (+45,6%). Solo 53 aziende lucane su 100 utilizzano il canale telematico per i loro servizi finanziari rispetto alla media nazionale di 73.

Il segretario regionale di First Basilicata, Gennarino Macchia dice che “Lo studio evidenzia che le maggiori banche nazionali hanno deciso di ridurre fortemente la loro presenza sul nostro territorio, considerato meno appetibile. Con i tagli messi in atto dai grandi istituti di credito a restare sguarnite sono soprattutto le aree marginali, abitate da una popolazione più anziana”.

“La Cisl chiede una riforma socialmente utile del sistema bancario con il manifesto di Cisl e First Cisl. AdessoBanca!”.