Studio First Cisl, Romani, imprese e banche, Cipro meglio dell’Italia

Le filiali italiane si restringono e scendono sotto la media europea. Cirpo fa meglio dell’Italia. Sintetizza così l’AdnKronos la ricerca di First Cisl sul dimensionamento degli sportelli bancari presenti sul territorio nazionale. “Banche: First Cisl, in zona euro Italia peggio di Cipro”. Questo il titolo del lancio. “Le banche italiane scrive l’AdnKronos – hanno in media 7,4 sportelli ogni mille imprese mentre sono 8,7 nel territorio della moneta unica”.

“E’ sconfortante notare che siamo perfino peggio di Cipro che ha 9,5 filiali per mille imprese”. La riflessione generata dall’analisi di First Cisl viene rilanciata dall’agenzia di stampa che prosegue: “Le statistiche sbandierate dalle banche italiane e dalla stessa vigilanza per farci credere che sia necessario ridurre ancora il numero degli sportelli bancari – afferma il segretario Generale di First Cisl, Giulio Romani – sembrano quelle di Trilussa: si sostiene che abbiamo 4,5 filiali ogni 10 mila abitanti mentre la zona euro è a 4,2, ma non si dice che nell’area mediterranea la media è di 5. Si tace sul fatto che abbiamo filiali più piccole, nelle quali in media lavorano mediamente 10,3 addetti contro i 13,2 dell’Europa. Ci si dimentica poi che abbiamo solo 7,4 sportelli ogni mille imprese, mentre nel territorio della moneta unica sono 8,7, un dato su cui riflettere, perché sembra indicare che sulle difficoltà della ripresa economica italiana possa gravare anche un servizio bancario a imprese e famiglie inadeguato rispetto ai dettami della Costituzione in materia di tutela del risparmio e indirizzo del credito”.

“Non ha alcun senso – spiega Riccardo Colombani, responsabile dell’Ufficio Studi di First Cisl – paragonare il numero di sportelli dell’Italia, che ha una forte capillarità di centri abitati medio-piccoli, con i 3,9 per 10 mila abitanti della Germania o gli 1,7 della Lituania, dove la popolazione è più concentrata in grandi aree urbane. Se il confronto si fa invece con i paesi mediterranei che hanno un tessuto demografico simile al nostro si vede che siamo ben al di sotto dei 5,6 sportelli per 10 mila abitanti della Francia o ai 5,9 della Spagna. Se poi guardiamo alle imprese, appare evidente che le banche italiane offrono loro un supporto territoriale peggiore rispetto a quello di cui beneficiano i competitor dei maggiori paesi europei, considerato che la Germania, coi suoi 13,3 sportelli ogni mille imprese, ne ha il quasi il doppio di noi e che ci battono di molto anche la Francia con 12,8 filiali ogni mille imprese, l’Austria con 11,7 e la Spagna con 11,1. È sconfortante constatare che siamo perfino peggio di Cipro, che ha 9,5 filiali per mille imprese”.

“L’altro aspetto di cui non si tiene conto – aggiunge Colombani – è che le nostre filiali hanno dimensioni piuttosto piccole, tant’è che solo Spagna e Portogallo hanno meno addetti per sportello di noi, mentre la Germania, con 19,3 dipendenti per agenzia, ne ha quasi il doppio dell’Italia, per non parlare dei 19,1 addetti dell’Austria o dei 46,5 dei Paesi Bassi. Il divario è ancora più eclatante se si considera che un lavoratore bancario italiano serve in media 215 abitanti e 13,1 imprese, mentre un bancario tedesco si occupa appena di 133,3 abitanti e di 3,9 imprese”.
“Quel che non si capisce – conclude Romani – è perché dovremmo trasformare le reti delle banche italiane prendendo il peggio di ogni modello per crearne uno inedito: poche filiali come nei paesi nordici e pochi addetti per sportello come nei paesi iberici. Uno strano menù in cui si pretende di soddisfare più commensali diminuendo sia le dosi dei singoli piatti, sia il numero delle portate”.