Gruppo Anima, De Giorgi, non tutti gli accordi possono essere firmati

Il settore assicurativo, così come quello bancario, si trova ad affrontare una particolare situazione caratterizzata da continue riorganizzazioni aziendali, operazioni di fusione e cessioni di rami di azienda.

Interventi tesi a massimizzare la riduzione dei costi che, come quasi sempre accade, riflettono i loro effetti sui lavoratori ovvero tensioni occupazionali e, in alcuni casi, perdita del posto di lavoro.

Nelle scorse settimane, il Gruppo Anima ha ceduto un ramo d’azienda alla State Street Bank, un’operazione che ha coinvolto complessivamente 15 lavoratori.

“Con rammarico – si legge nel comunicato sindacale delle Segreterie Territoriali milanesi – constatiamo che si è persa nella giornata di ieri, alla fine di una lunga trattativa, un’importante occasione di dimostrare nei fatti che le politiche di sostenibilità del Gruppo Anima previste dal capitolo 3 della policy sulle Politiche di Sostenibilità del Gruppo di “tutela dei lavoratori e dei diritti umani”, di cui l’azienda si fa promotrice, sono davvero reali e non mere parole sulla carta.

La mancata concessione di garanzie per l’occupazione, come richiesto dalle organizzazioni sindacali, per i lavoratori e le lavoratrici coinvolte nel processo di passaggio ad altra Società (State Street Bank) per effetto del trasferimento di un ramo d’azienda, dimostra al contrario mancanza di responsabilità sociale da parte di una società che è il maggior operatore indipendente nel settore dell’asset management in Italia.

Per 15 lavoratrici e lavoratori l’assenza di tutele in caso di tensioni occupazionali nella nuova Società che andrà ad accoglierli, (buona prassi nel nostro settore) in un momento in cui il comparto bancario è, e sarà, interessato da operazioni trasversali, con rischi di interventi sul costo del lavoro, rappresenta un forte punto di difficoltà.

Pur apprezzando le proposte economiche portate da Anima, come espresso in una lettera che le sigle sindacali hanno rassegnato al management della società, non possiamo in alcun modo valutarle come merce di scambio del bene più importante: la conservazione del posto di lavoro in caso di eventuali tensioni occupazionali.

Preoccupazioni, quelle del sindacato, fondate su precedenti interventi e tensioni occupazionali in State Street, che hanno portato a riduzioni del personale, e che non ci consentono di avvalorare prassi differenti.

Anima, invece, purtroppo, ci ha detto NO, per 15 lavoratori – conclude il comunicato – non ci sarà più posto nel più grande Gruppo indipendente di risparmio gestito in Italia”.

“Come First Cisl e come Sindacato, chiudere una trattativa senza raggiungere un accordo è sempre una sconfitta, ma non tutto può essere sottoscritto e condiviso. In questo caso specifico – sottolinea Rosanna De Giorgi, Segretaria First Cisl Milano Metropoli – non era assolutamente accettabile legittimare ‘una strada senza ritorno’ intrapresa dall’Azienda, in antitesi alle buone prassi ormai consolidate nel nostro settore, da sempre adottate per questa tipologia di operazioni societarie. Il Sindacato non può abdicare al proprio ruolo sociale e di tutela di tutti i lavoratori”.

Comunicazione First Cisl Milano Metropoli

All.:  comunicato sindacale