3 giugno. La vita ai tempi del Covid-19

Quale sia l’etimologia del nome Europa non è noto. Forse potrebbe derivare dal greco eurus che significa “largo, ampio”.

Nella mitologia greca Europa era la bellissima figlia di Agenore, re di Tiro. Zeus, innamoratosi di lei, si trasformò in toro per rapirla e portarla sull’isola di Creta.

Per noi oggi l’Europa cos’è?

Per alcuni è una casa, per altri un’arpia crudele, per altri ancora una sorta di salvadanaio o di portafoglio.

Di Europa si parla sempre molto e nei modi più svariati, in termini positivi o meno.

In questo periodo si è parlato di Europa soprattutto per questioni economiche. L’attenzione si è concentrata, infatti, sui fondi che l’Unione metterà a disposizione dei Paesi colpiti  per uscire dalla crisi sanitaria ed economica causata dalla pandemia.

All’inizio fu il MES, ora, invece si parla di Recovery Fund. Ma di cosa si tratta?

Next Generation EU, questo il nome della proposta della Commissione Europea, è di un fondo da 500 miliardi di euro da raccogliere sui mercati finanziari e garantiti dal bilancio UE per erogare sussidi. A questa cifra la commissione aggiungerebbe anche prestiti a tasso agevolato.

Il totale complessivo delle iniziative dovrebbe essere pari a 750 miliardi di euro.

Nella seconda parte del mese di giugno si dovrebbe giungere ad una definizione finale.

L’Italia potrebbe ricevere 172,7 miliardi di cui 81,8 miliardi in sussidi e 90,93 miliardi in prestiti a tasso agevolato.

L’obiettivo dell’UE è una ripresa “sostenibile, uniforme, inclusiva ed equa per tutti gli Stati membri”.

Un approfondimento sul piano di rilancio è disponibile qui http://lombardia.cisl.it/notizie-europee/euronote-un-piano-pluriennale-per-il-futuro-dellue/

Sul Recovery Fund la posizione del Segretario generale della FIRST CISL Riccardo Colombani https://www.firstcisl.it/2020/05/recovery-fund-colombani-unoccasione-da-non-sprecare/

Se questi 750 miliardi servono per fronteggiare l’emergenza nell’immediato, il Parlamento Europeo sostiene che ne servano 2.000 per un piano di rilancio che consenta agli stati membri nei prossimi anni di superare la recessione causata dall’emergenza sanitaria (ancora un approfondimento di Euronote su questo arogmento http://lombardia.cisl.it/notizie-europee/euronote-per-la-ripresa-europea-servono-2000-miliardi/)

L’emergenza sanitaria sta mettendo a dura prova l’economia del nostro continente.

La Commissione Europea, infatti, prevede che l’economia della zona euro subirà una contrazione del 7,75% nel 2020.

La pandemia ha colpito fortemente tutti i Paesi sia per quanto attiene la produzione che gli scambi commerciali che, ci si augura, vedranno una ripresa nella seconda parte dell’anno.

Gli Stati, tutta via, non sono stati colpiti in ugual misura e la ripresa, sostiene la Commissione, dipenderà “non solo dall’evoluzione della pandemia in quel determinato Paese, ma anche dalla struttura di ciascuna economia e dalla capacità di ognuna di rispondere con politiche di stabilizzazione”.

La Commissione stima che in Italia, dovrebbe tornare a crescere anche il rapporto deficit-PIL. Nel 2019 il deficit italiano è sceso al 1,6% del PIL, il livello più basso dalla crisi del 2008, ma nel 2020 potrebbe salire fino all’11,1% per poi scendere al 5,6% nel 2021.

Enormi ripercussioni, di conseguenza, si avranno anche sull’occupazione.

Sempre la Commissione sostiene che la riduzione dell’orario di lavoro, le integrazioni salariali e il sostegno alle imprese “dovrebbero contribuire a limitare la perdita di posti di lavoro” ma gli effetti saranno comunque pesanti.

La Commissione, infatti, stima che il tasso di disoccupazione nella zona euro passerà dal 7,5% del 2019 al 9,5% nel 2020 mentre in Italia potrebbe passare dal 10% del 2019 all’11,8%. La Commissione prevede effetti più pesanti negli stati “con una percentuale elevata di lavoratori con contratti a breve termine e quelli in cui gran parte della forza lavoro dipende dal turismo sono particolarmente vulnerabili”. Difficoltà si presenteranno anche per i giovani che stanno entrando nel mercato del lavoro.

Il documento completo relativo all’analisi e alle previsioni della Commissione Europea è qui https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_20_799

Per una vera ripresa europea, tuttavia, sono necessarie le politiche economiche ma serve soprattutto una vera Europa unita e solidale.

La CISL ha proposto un manifesto in 5 punti programmatici per evitare una catastrofe sia economica che sociale https://www.cisl.it/primo-piano/15764-coronavirus-il-manifesto-della-cisl-per-la-nuova-europa-unita-e-solidale-5-punti-programmatici-per-evitare-la-catastrofe-economica-e-sociale.html

Il 9 maggio i sindacati delle 4 regioni motore d’Europa, Lombardia, Rhône-Alpes Auvergne, Baden-Württemberg e Catalunya hanno scritto ai rispettivi governatori per chiedere un confronto sulle strategie, scambio di esperienze e pratiche, raccolta dei diversi punti di vista e delle proposte di organizzazioni che rappresentano milioni di lavoratori e cittadini europei. L’articolo è qui http://lombardia.cisl.it/notizie/covid-19-uscire-dalla-crisi-sindacati-quattro-motori-a-confronto/.

Inoltre da oggi non riaprono solo i confini regionali ma anche quelli nazionali per i cittadini della UE; infatti i cittadini dei paesi dell’Unione Europea potranno entrare in Italia liberamente, senza sottoporsi alla quarantena.

 E per finire non dimentichiamo che ieri è stata la festa della Repubblica. La ricordiamo con  le parole della Segretaria generale della CISL Annamaria Furlan https://www.cisl.it/primo-piano/16451-2-giugno-festa-della-repubblica-furlan-dal-presidente-mattarella-un-appello-all-unita-per-far-ripartire-il-paese.html.

La Comunicazione della FIRST CISL di Milano Metropoli