4 maggio. La vita ai tempi del Covid-19

Sam Peltzman è un noto professore dell’Università di Chicago a cui si deve una teoria ad oggi ancora piuttosto controversa che prende il nome proprio di “effetto Peltzman”. La teoria sostiene che quando si introducono dei dispositivi per ridurre il rischio e, quindi, aumentare la sicurezza di una data situazione, le persone assumono comportamenti più rischiosi vanificando di fatto l’introduzione dei dispositivi. Il risultato è che, dopo un breve periodo di calo, si assiste ad un nuovo incremento del rischio. In pratica, secondo Peltzman, più ci sentiamo più al sicuro più siamo portati ad avere comportamenti rischiosi.

Oggi è iniziata la fase due. I numeri dei positivi sono in calo e così quelli delle terapie intensive e dei morti ma il rischio è ancora alto soprattutto nella nostra provincia. Non abbassiamo la guardia e continuiamo a rispettare tutte le disposizioni atte a ridurre il rischio di contagio. Vedremo presto come sarà questa seconda fase oltre portare un maggior numero di persone, soprattutto lavoratori, e di macchine in giro.

Nelle vostre aziende cambierà qualcosa rispetto alla fase uno? In che modo? Raccontatecelo.

Una cosa è certamente già cambiata ed è l’autocertificazione

https://www.interno.gov.it/sites/default/files/allegati/nuovo_modello_autodichiarazione_editabile_maggio_2020.pdf

Le ultime disposizioni della Regione Lombardia

https://www.regione.lombardia.it/wps/portal/istituzionale/HP/DettaglioRedazionale/servizi-e-informazioni/cittadini/salute-e-prevenzione/prevenzione-e-benessere/red-coronavirusnuoviaggiornamenti/red-coronavirusnuoviaggiornamenti

e del comune di Milano https://www.comune.milano.it/-/coronavirus.-pubblicata-l-ordinanza-del-sindaco-su-ztl-e-sosta

Se avete dubbi, ci sono le F.A.Q. del governo http://www.governo.it/it/faq-fasedue

 E mentre si parla di ripresa e fasi successive, noi continuiamo a parlare di welfare con la seconda parte del contributo di Maddalena Acquaviti, segretaria territoriale FIRST CISL con delega al Welfare.

Nei prossimi giorni la terza e ultima.

(Parte seconda: il welfare in azienda)

Nelle aziende che presidiamo come FIRST CISL il welfare di secondo livello, anche se con modulazioni differenti da realtà a realtà, è già molto presente e strutturato in vari ambiti quali l’assistenza sanitaria, la conciliazione vita-lavoro, il sostegno alle famiglie.

Il sistema di relazioni industriali che abbiamo costruito nel tempo e il lavoro eccellente che abbiamo svolto in questi anni nei settori e nelle aziende ci ha portato a poter contare su un sistema di welfare che ci è stato di grande aiuto in questi due mesi. Basti pensare ai fondi di solidarietà che stanno intervenendo anche in questa occasione a sostegno di lavoratori e imprese.

Tuttavia la crisi ha fatto emergere nuovi bisogni che difficilmente potevano essere previsti ante-coronavirus.

È, quindi, lecito chiedersi se la crisi sanitaria abbia condotto all’introduzione nelle nostre aziende di nuove soluzioni o interventi mirati di sostegno ai dipendenti e le loro famiglie o di supporto alla comunità di appartenenza per limitare l’impatto degli effetti, sanitari e non, provocati dal virus.

La novità più evidente è stata l’introduzione, pressoché ovunque e a tappeto, del lavoro da remoto, attivato in larga parte nelle nostre aziende che agiscono sul territorio milanese. Si sono trovate a doverlo adottare anche quelle realtà che in passato l’avevano utilizzato molto limitatamente se non addirittura osteggiato svelando che una revisione adeguata dei modelli organizzativi ne consente l’adozione senza troppe difficoltà (ne abbiamo parlato in questo articolo https://www.firstcisl.it/milanometropoli/2020/04/21/21-aprile-la-vita-ai-tempi-del-covid-19/). Tuttavia, a qualcuno la possibilità di lavorare da casa è preclusa per mancanza della linea internet che, se utile in passato, è indispensabile ora. In questi casi le aziende potrebbero agevolarne l’utilizzo riconoscendo un contributo o stipulando convenzioni per favorire la sottoscrizione di una linea adsl al fine di evitare l’aggravio economico già pesante sulle famiglie.

Per la gestione della crisi sanitaria in alcune realtà sono state sottoscritte coperture assicurative specifiche quali indennità forfettarie di ricovero e assistenza medica aggiuntive rispetto a quelle previste dai piani sanitari base per dare sostegno economico aggiuntivo a chi è stato colpito dal virus.

Non rileviamo, invece, auspicabili agevolazioni anche temporanee sui conti correnti per i dipendenti delle aziende bancarie quali extra-fido o condizioni migliorative sulla sospensione delle rate mutuo previste dal decreto del 17 marzo per chi ha il coniuge/convivente cointestatario in momentanea difficoltà.

Un tema che ci risulta piuttosto trascurato riguarda, invece, i minori sia per quel che attiene il sostegno mirato alla genitorialità (sotto forma di sostegno al reddito, servizi di baby-sitting o permessi aggiuntivi se non riconosciuti occasionalmente e in modo discrezionale) che in merito al tema dell’educazione e dell’istruzione. Se è pur vero che quest’ultimo è uno spazio occupato soprattutto dal welfare statale e, con le scuole chiuse, più complicato da gestire in questo frangente, dovrà essere una priorità quando torneremo alla normalità. Già da ora, tuttavia, è auspicabile la promozione di campagne di fornitura di dispositivi elettronici per favorire la digitalizzazione e la didattica a distanza dei nostri ragazzi. Quello sull’istruzione è un investimento a lungo termine sulle generazioni future; i nostri figli stanno perdendo un pezzo importante della loro vita e della loro formazione che dovrà essere recuperata nei prossimi mesi e anni ma che bisogna tentare di arginare sin d’ora. Inoltre, con le scuole chiuse fino a giugno, si renderà sempre più necessario individuare strumenti mirati di conciliazione tempi di vita-lavoro ad integrazione del congedo speciale per COVID-19 che risulta del tutto insufficiente a lungo termine soprattutto se dovesse aumentare il numero di persone nei locali aziendali e ridursi il ricorso allo smart-working. Lo stesso tema si riproporrà anche nel periodo estivo che ad oggi diventa difficile immaginare di poter gestire tramite campus organizzati se non individuando e favorendo modalità nuove magari allestendo opportunamente e in sicurezza spazi ad hoc per i figli dei dipendenti.

Analogamente non abbiamo registrato, al di fuori delle previsioni del “Decreto Cura Italia” e delle giornate aggiuntive per chi beneficia della L.104, iniziative specifiche rivolte a chi ha familiari non autosufficienti che, in questa fase, diventano necessarie se sono conviventi ma ancora di più se non lo sono; grande è la difficoltà di chi ha familiari anziani da cui è costretto alla lontananza a cui si aggiunge la tragedia ormai nota delle case di cura lombarde.

Occasionalmente sono state, invece, attivate iniziative di mobilità sostenibile tramite convenzioni con servizi di trasporto ecologico quali bici e mezzi elettrici. Questo tema diventerà sempre più cruciale nelle prossime settimane con la ripresa delle attività e dei movimenti che in un’area metropolitana grande e interconnessa come quella di Milano non potranno essere pienamente garantiti dal servizio pubblico con il rischio congestionare una rete stradale già stressata in tempi normali.  Non ci risultano, inoltre, attivate convenzioni specifiche per le consegne a domicilio, anzi in molti casi sono state naturalmente sospese le iniziative di maggiordomo in azienda senza prevedere una possibile conversione per consentire le consegne a casa.

(…to be continued fra qualche giorno)

E a proposito di welfare:

Entro il 20 maggio si potrà richiedere i contributi per l’affitto da parte di chi è in difficoltà

https://www.comune.milano.it/aree-tematiche/casa/contributo-affitti-nuclei-in-difficolta-e-covid19

Entro l’11 maggio vanno presentate le domande per il contributo una tantum per le famiglie http://lombardia.cisl.it/notizie/coronavirus-entro-l11-maggio-le-domande-per-il-contributo-una-tantum-per-le-famiglie/

La Comunicazione FIRST CISL di Milano Metropoli

Allegati:     info.coronavirus                    contributo affitto