28 aprile. La vita ai tempo del Covid-19

Non era ancora passato un quarto d’ora, che la carrozzina tornò, e la Fata, che stava aspettando sull’uscio di casa, prese in collo il povero burattino, e portatolo in una cameretta che aveva le pareti di madreperla, mandò subito a chiamare i medici più famosi del vicinato.

E i medici arrivarono subito, uno dopo l’altro: arrivò, cioè, un Corvo, una Civetta e un Grillo-parlante.

“Vorrei sapere da lor signori,” disse la Fata, rivolgendosi ai tre medici riuniti intorno al letto di Pinocchio, “vorrei sapere da lor signori se questo disgraziato burattino sia vivo o morto!…”.

A quest’invito, il Corvo, facendosi avanti per il primo, tastò il polso a Pinocchio: poi gli tastò il naso, poi il dito mignolo dei piedi: e quand’ebbe tastato ben bene, pronunziò solennemente queste parole:

“A mio credere il burattino è bell’e morto: ma se per disgrazia non fosse morto, allora sarebbe indizio sicuro che è sempre vivo!”. “Mi dispiace,” disse la Civetta “di dover contraddire il Corvo, mio illustre amico e collega; per me, invece, il burattino è sempre vivo; ma se per disgrazia non fosse vivo, allora sarebbe segno che è morto davvero”.

“E lei non dice nulla?” domandò la Fata al Grillo-parlante.

“Io dico che il medico prudente, quando non sa quello che dice, la miglior cosa che possa fare, è quella di stare zitto. Del resto quel burattino lì, non m’è fisonomia nuova: io lo conosco da un pezzo!”

Pinocchio, che fin allora era stato immobile come un vero pezzo di legno, ebbe una specie di fremito convulso, che fece scuotere tutto il letto.

“Quel burattino lì” seguitò a dire il Grillo-parlante “è una birba matricolata…”

Pinocchio aprì gli occhi e li richiuse subito.

“È un monellaccio, uno svogliato, un vagabondo…“

Pinocchio si nascose la faccia sotto i lenzuoli.

“Quel burattino lì è un figliuolo disubbidiente, che farà morire di crepacuore il suo povero babbo!…“

A questo punto si sentì nella camera un suono soffocato di pianti e singhiozzi. Figuratevi come rimasero tutti, allorché, sollevati un poco i lenzuoli, si accorsero che quello che piangeva e singhiozzava era Pinocchio.

“Quando il morto piange è segno che è in via di guarigione” disse solennemente il Corvo.

“Mi duole di contraddire il mio illustre amico e collega,” soggiunse la Civetta “ma per me quando il morto piange, è segno che gli dispiace a morire.”

Una fiaba oggi per iniziare, una fiaba che tutti conosciamo in cui si parla di esperti, sedicenti tali, diagnosi improbabili.

Una fiaba perché niente come le fiabe riesce a dire cose che intendono perfettamente sia i grandi che i piccoli, una fiaba per parlare con i bambini e per quelli che bambini sono stati tanto tempo fa ma se lo ricordano ancora.

Noi adulti abbiamo il compito di guidarli, educarli, condurli verso l’autonomia e per questo trasmettiamo loro insegnamenti ed esperienze. Ma anche bambini e ragazzi hanno tanto da insegnare a noi e basta osservarli per capire l’immensa lezione che ci stanno dando in questo momento.

Loro sono i più resistenti al virus, sono dei superman di fronte al SARS-CoV-2 perché hanno dei superpoteri speciali con cui riescono a sconfiggerlo eppure sono stati i primi ad essere stati sacrificati per il comune interesse di salvaguardia della salute di tutti, soprattutto di quella dei più anziani.

Sono stati i primi a dover stare a casa per proteggere i loro nonni che non vedono da mesi.

Sono stati privati da subito della socialità, della scuola, dei giardinetti, dello sport, degli amici e forse saranno anche gli ultimi a poter uscire. Sicuramente non torneranno a scuola prima di settembre e non è ancora chiaro se e come saranno organizzati i centri estivi, se ci saranno. Sono stati quasi totalmente esclusi dall’agenda politica che li ha considerati, a tratti, solo in termini di conciliazione mentre sono stati trascurati i loro bisogni di socialità, crescita, salute psico-fisica.

Eppure nonostante la stanchezza, nonostante lo spaesamento, nonostante la paura resistono e trovano risorse inimmaginabili da cui noi grandi possiamo solo imparare. Li guardiamo inventarsi modi per resistere alla situazione e regalarci un sorriso quando anche noi crediamo di non farcela più.

Molti di loro hanno dato sfogo alla creatività realizzando progetti, foto e disegni. Se vi va, condivideteli con noi.

La dottoressa Rosalba Gerli dello sportello di supporto psicologico della CISL di Milano Metropoli dedica ai nostri figli l’appuntamento settimanale con le pillole di psicologia che trovate in allegato o a questo link https://www.cislmilano.it/dettagli_articolo/9757/I-bambini-di-fronte-all-emergenza-Coronavirus

Non esitate a contattarla se avete bisogno di un conforto, un chiarimento, aiuto.

Oggi è la giornata mondiale della salute e sicurezza sul lavoro https://www.cisl.it/primo-piano/16078-28-aprile-giornata-mondiale-per-la-salute-e-sicurezza-sul-lavoro-cgil-cisl-uil-una-priorita-per-i-lavoratori-furlan-senza-sicurezza-e-salute-non-c-e-rispetto-per-la-dignita-della-persona.html

La Comunicazione FIRST CISL di Milano Metropoli

Allegato:   Pillole sostegno psicologico 3