24 aprile. La vita ai tempi del Covid-19

Ma te lo ricordi che due mesi fa c’era ancora il campionato di calcio? Incredibile, davvero! Un mese fa esisteva addirittura il calcio, il campionato e la champions league. E si poteva andare al mare. Che invidia quelli che vivono al mare e che magari non possono andarci come noi ma almeno gli arriva l’odore! Il fine settimana prima del lockdown, me lo ricordo ancora, avevo portato i bambini in montagna a sciare e a respirare un po’ di aria buona. Loro amano la neve. E ora è già quasi estate. A proposito di estate, tu pensa che io stavo addirittura programmando il viaggio all’estero. Ma ti pare? Non possiamo nemmeno andare a Casalpusterlengo, figurati all’estero.

E i ristoranti? Ma te li ricordi i ristoranti? Erano quei posti dove andavi a mangiare e cucinava qualcun altro per te. Tu ti sedevi, ordinavi e arrivava il piatto pronto. Succedeva prima che imparassimo a fare il pane in casa. E spesso ci si andava insieme ad altre persone: parenti, colleghi e amici che non vedo da allora. Chissà quando ci rivedremo se ci troveremo diversi, cambiati!

E il caffè con il cornetto del bar dove ci fermavamo a fare colazione prima di andar a lavoro? Certo! Non era mattina senza il caffè espresso del bar.

Era proprio un’altra vita quella. Non sono passati nemmeno due mesi dal giorno in cui hanno chiuso tutto ma sembra talmente lontano. E ci sembrava anche tutto così scontato, ovvio, normale, acquisito, dovuto. E ce ne lamentavamo.

Ora ci stiamo abituando a questa condizione perché, dai, alla fine ci si abitua a tutto. E meno male, perché altrimenti chi ci resisterebbe così? E, quando tornerà tutto normale, quando riapriranno i negozi, quando si potrà andare di nuovo in vacanza, ce lo ricorderemo tutto questo, avremo imparato a non lamentarci e ad apprezzare quello che abbiamo, perché almeno abbiamo la salute e quando c’è la salute c’è tutto, no? Beh, a dire il vero non abbiamo mai smesso di farlo perché certe cose non cambiano, nemmeno nelle emergenze. E, invece, magari questa volta cambia davvero e ci sforziamo un po’ tutti di lamentarci meno ricordandoci ogni giorno quanto siamo fortunati già ad esserci arrivati vivi ad oggi perché troppi non ce l’hanno fatta. Ho sentito qualcuno dire che sono morte più persone in Lombardia per coronavirus che a Milano nei bombardamenti durante la seconda guerra mondiale. Vero o non vero è un numero enorme di persone da cui ci siamo dovuti separare.

Domani è il 25 Aprile, la festa della liberazione. Lo sappiamo bene che questa non è proprio una guerra, anche se ne parliamo come se lo fosse. E sì che ha invaso i nostri corpi ma questo nemico, che pure uccide, non ha fucili, non lancia bombe, non distrugge le nostre case. Però un po’ gli somiglia: anche quello combattuto durante la Resistenza, come questo che combattiamo oggi, era un nemico molto insidioso e contagioso in grado di infettare la nostra cultura con l’odio, la discriminazione, l’oppressione, la violenza e l’intolleranza. E proprio come il coronavirus deve essere debellato perché non ritorni. E certo era anche un’altra liberazione! Ma la libertà di cui siamo stati privati in questi mesi un po’ gli assomiglia e forse ora che ne siamo privi, come mai lo siamo stati in questi 75 anni, possiamo sentire davvero la felicità di quel giorno di aprile del 1945 che ancora oggi festeggiamo e, si spera, quest’anno tutti insieme uniti in quei valori di democrazia, dignità umana, solidarietà che sono dichiarati saldamente nella nostra Costituzione.

Non si potrà andare in piazza e stare vicini, non ci saranno parate ma la CISL ci sarà con un flashmob a cui vi invitiamo a partecipare https://www.cisl.it/in-evidenza/15915-25-aprile-festa-della-liberazione-cisl-e-fnp-cisl-aderiscono-a-flash-mob-tricolori-nei-balconi-e-bella-ciao-in-tutta-italia.html

Milano, città della Resistenza, commemorerà comunque il 25 aprile

https://www.comune.milano.it/-/milano-e-memoria.-commemorazioni-mostre-e-appuntamenti-online-per-il-75-anniversario-della-liberazione

La musica ci accompagna in molti momenti della nostra vita e spesso ci capita di ascoltare una canzone che, pur non essendo stata scritta per il momento che stiamo vivendo, sembra interpretarlo alla perfezione. È quello che sentiamo con questo brano del 2017 che vi lasciamo per salutarvi in un altro fine settimana di viaggi disorganizzati e corse ad ostacoli.

https://www.youtube.com/watch?v=y8FzOZ3wVnE

 La comunicazione FIRST CISL di Milano Metropoli