Presto e libretto famiglia. Istruzioni per l’uso dei nuovi voucher.

Mentre i dati Istat riportano: “a inizio carriera precari più tra i laureati che i diplomati e il 41% delle precarie è madre” avviene il debutto in società per il più grande e diffuso datore di lavoro, “la famiglia”. Dopo i voucher, arrivano due nuove forme pensate anche per loro. Il sistema è ancora troppo complicato specie per i lavori della cosiddetta gig economy – quindi i lavoretti e la quota per i contributi vengono ancora a ricadere sul lavoratore per finire in una gestione separata dell’Inps incapace di rassicurare sul futuro. C’è quindi un annunciato insuccesso contro il nero.

I nuovi voucher sono entrati in vigore da una settimana si chiamano “Presto”. Invece se li utilizza una azienda con massimo 5 dipendenti si instaura un rapporto a chiamata. Il netto è di 9 euro e si paga attraverso il Libretto Famiglia.

L’iscrizione è complessa, avviene sul portale Inps da lunedì 10 luglio per pagare colf, piccoli lavori di giardinaggio, lezioni, lavoretti occasionali a 10 euro l’ora (lordi).

La legge prevede “Limiti di utilizzo”.

Il legislatore ha stabilito che ciascun lavoratore, con riferimento alla totalità dei datori di lavoro, può ricevere un compenso massimo annuale di 5.000 euro. Il limite è di 2.500 per un solo datore di lavoro.

Stessa cosa vale al contrario: ciascun datore di lavoro, con riferimento alla totalità dei lavoratori può raggiungere un importo complessivo non superiore ai 5.000 euro.

Limiti ci sono anche per la durata della prestazione che in un anno (calcolato dall’1 gennaio al 31 dicembre) non può superare le 280 ore complessive. Quanto sono pagate le prestazioni

Per il Libretto Famiglia il compenso minimo stabilito è di 10 euro all’ora (8 euro per compenso a favore del prestatore; 1,65 per la contribuzione iva alla Gestione separata Inps; 0,25 per il premio assicurativo Inail; 0,10 per gli oneri gestionali). Per PrestO il compenso giornaliero non può essere inferiore a 36 euro che è la retribuzione minima per 4 ore di lavoro. Questo vale anche se la prestazione ha una durata inferiore. Per le ore successive il costo totale è di 12,29 euro.

Alcuni dubbi e proposte.

Perché imporre un limite al lavoratore, al suo tetto, quando invece per esempio potrebbe avere “un datore di lavoro” (famiglia) diverso ogni giorno della settimana? Se un giovane fa ripetizioni è probabile che le faccia a più di uno studente, tanto che a volte il nero evaso è notevole, ma la percezione di precarietà è maggiore.

Sarebbe per noi tutti più conveniente se il lavoratore giungesse a “cumulare” uno “stipendio” dignitoso seppur pagato da più famiglie.

Le difficoltà.

Trovare strumenti per bisogni talmente diversi tra loro risulti difficile, perché le differenze per esempio del costo della vita tra nord e sud già spinge a imporre erroneamente il valore dei nuovi “voucher” come mediazione ancora incapace di rispondere ai tempi e modi dei moderni.

Il canale dell’Inps se va bene per le aziende è davvero una complicanza eccessiva per la famiglia, sarebbe stato meglio pensare a canali come un sms.

Per quanto concerne i lavoretti, sempre che poi non sia la solita chance invece per mascherare il lavoro che già si fa con contratti reputati più onerosi.