Si è concluso un confronto tra OO.SS. ed Azienda relativo alla possibile estensione dell’accordo emergenziale sullo smart working siglato lo scorso 24 febbraio e scaduto il 31 marzo.
L’estensione dell’eventuale intesa oggetto della discussione, avrebbe riguardato sia un prolungamento temporale, sia un ampliamento della platea interessata, visto che, dietro nostra reiterata richiesta, l’azienda aveva preannunciato l’avvio del lavoro a distanza e dello smart working anche per una parte della Rete commerciale. Come OO.SS., abbiamo da tempo dato prova di credere nel lavoro agile, e siamo convinti che nel periodo di emergenza che stiamo affrontando, questo strumento possa costituire un valido supporto per consentire ai colleghi di fornire la prestazione lavorativa in condizioni di sicurezza sanitaria, concetto peraltro contenuto nei vari Decreti governativi che sono stati emanati nelle ultime settimane. Crediamo anche, però, che la messa a terra di questo strumento anche sulla Rete commerciale necessitasse di un adeguato confronto tra le parti, vista la complessità del processo e le varie tematiche organizzative, gestionali ed operative che ne derivano.
Nostro malgrado, abbiamo dovuto constatare che non è stato possibile sviluppare il confronto secondo le linee auspicate. Nel bel mezzo dello svolgimento della discussione, infatti, è stato inviato un messaggio alla vasta platea di colleghi interessati dal progetto, con cui si invitavano i destinatari a trasmettere una celere risposta per confermare la presa visione della corposa documentazione normativa ed operativa sui nuovi processi di contingency, risposta che, secondo l’Azienda, costituisce il presupposto per l’abilitazione allo svolgimento del lavoro a distanza.
Va da sè come questa iniziativa, che peraltro è stata replicata a poche ore di distanza con un’ulteriore mail di sollecito, abbia rappresentato un evidente segnale di indisponibilità da parte aziendale allo sviluppo di un adeguato confronto sindacale, che potesse portare ad una realizzazione del progetto attraverso la definizione di regole condivise, che ne valorizzassero la funzione di tutela della salute dei colleghi e non costituisse un’occasione per qualcuno per riaccendere le spinte commerciali.
Dobbiamo evidenziare, infatti, il contemporaneo ritorno del “tambureggiamento” commerciale, con messaggi diffusi sui vari territori che sembrano appartenere ad un’altra realtà, con tanto di obiettivi da tempi “normali” con richieste, rivolte ai colleghi, di spiegare quali difficoltà abbiano ostacolato il raggiungimento degli obiettivi fissati, con il ritorno di report “fatti in casa” sia previsionali che consuntivi.
Siamo certamente consapevoli del fatto che tutto il tessuto produttivo del Paese, settore bancario compreso, stia vivendo notevoli difficoltà, che la situazione sia estremamente seria anche dal punto di vista economico e per primi auspichiamo un rapido ritorno alla normalità su tutti i fronti, ma va rimarcato con decisione che continuiamo a trovarci nel mezzo di un’emergenza sanitaria. Riteniamo che questo contesto debba essere tenuto in debita considerazione da parte dell’azienda, che abbiamo pertanto invitato ad astenersi da una ripresa delle pressioni commerciali che in questo gravissimo momento non possono essere a maggior ragione tollerate.
Il confronto si è quindi concluso con il mancato raggiungimento di un accordo sul tema, che vedrà la prosecuzione su base unilaterale da parte dell’azienda, secondo quanto previsto dalla normativa emergenziale vigente.
Esprimiamo la nostra delusione per quella che giudichiamo come una opportunità mancata.
A tal proposito, sottolineiamo la necessità che tutti i colleghi della rete approfondiscano con attenzione i contenuti dei documenti aziendali di riferimento prima di confermare la presa visione degli stessi, visto che diversi processi operativi saranno soggetti a variazione.
Segnaliamo che l’indagine (survey) avviata via mail per verificare l’eventuale disponibilità di PC o smartphone di proprietà personale, con relativa connessione internet privata da utilizzare, previo adeguamento tecnico, per il lavoro a distanza dal proprio domicilio nelle fasce orarie lavorative, è da intendersi come assolutamente volontaria. Invitiamo i colleghi a rispondere solo dopo avere effettuato attentamente le proprie valutazioni, anche verificando l’adeguatezza dei propri dispositivi in termini di sicurezza informatica.