Senza tempo, senza regole…e senza pasto

Il progetto di chiusura delle casse al pomeriggio avviato con la contemporanea revisione dell’orario di apertura al pubblico sta continuando a generare difficoltà operative in rete per effetto di un’organizzazione pare evidentemente carente, tra code agli sportelli, normativa sulla sicurezza da riallineare, interpretazioni normative lasciate alla soggettività, situazioni non regolamentate e orario di lavoro compromesso con costanti sforamenti nella pausa pranzo.

Era parso evidente sin dalla presentazione come fossero necessari test e verifiche organizzative a monte sul campo, per delineare con chiarezza la fattibilità complessiva, seguite da una chiara e tempestiva illustrazione di regole tramite circolari, manuali e normativa.

Sarebbe anche stato opportuno affidarsi ad un test pilota su poche filiali prima di avviare un simile progetto in tutto il Gruppo, soprattutto alla luce di analoghe esperienze non proprio brillanti già avvenute in passato.

In realtà, l’avvio di un progetto di notevole portata, per di più intrecciato ad altre riorganizzazioni, è avvenuto tramite l’emanazione di una risicatissima circolare contenente la data di avvio ed una serie di cartelli incompleti e parzialmente fuorvianti, ma senza alcuna indicazione operativa o normativa riguardo ad una serie di comportamenti ordinari.

Questo ha generato tanta confusione, lasciando spazio ad interpretazioni soggettive, aprendo la porta a rischi operativi e di sicurezza e disservizi alla clientela. Un improvviso cortocircuito dove la normativa vigente non è risultata in grado di dare risposta alle nuove casistiche, e le regole aggiornate sono in arrivo, con colpevole ritardo, e solo dopo segnalazioni provenienti dal Sindacato e da chi sul campo si è trovato spiazzato.

L’organizzazione aziendale ha mostrato distanza dalla realtà pratica anche sul fronte della comunicazione, con avvisi alla clientela che sono risultati fuorvianti e sono stati modificati in corsa, con siti internet che ancora oggi riportano orari errati generando confusione alla clientela, fino al mancato coordinamento con le imprese di pulizia che tardivamente sono state messe al corrente dei cambiamenti.

Non resta che cercare di rimediare il prima possibile ad una situazione che in alcuni casi operativi non trova nemmeno soluzioni a prima vista, intervenendo sugli errori, ma anche sul modello, che non può realizzarsi a discapito delle pause pranzo dei colleghi, aprendo rischi in termini di sicurezza o rendendo ordinario lo straordinario.

 È necessario dare risposta rapidamente ad ogni vuoto normativo e correggere gli errori intervenendo sul modello stesso, rivedendo gli orari, se necessario. Eventuali responsabilità in questa fase non possono ricadere sui colleghi, lasciati a gestire la situazione senza tempo né regole.

L’ennesimo progetto messo a terra con eccessiva fretta dimostra ancora una volta quanto il coinvolgimento dei lavoratori nell’organizzazione del lavoro debba avvenire anche in fase progettuale, e non solo nel momento del tentativo di ricomposizione dopo l’applicazione sul campo.

I dettagli nel comunicato sindacale