Banche in fuga: intervista a Stefano Manzi, Segretario aggiunto First Cisl Emilia Romagna

Pubblichiamo l’intervista a Stefano Manzi, Segretario aggiunto First Cisl Emilia Romagna, rilasciata per il convegno Banche in Fuga, tenutosi lo scorso martedì 18 aprile a Bologna.

Ecco il testo integrale.
Quest’oggi con il nostro convegno “Banche in fuga – Emilia Romagna: il credito locale come fattore di moderazione”, presentiamo il nostro studio svolto nell’arco di 15 anni sulla ricerca sul numero di sportelli bancari presenti nella Regione Emilia-Romagna.

Lanciamo anche un grido d’allarme rispetto a quella che chiamiamo desertificazione bancaria perché nel giro di questi 15 anni abbiamo perso circa il 40% degli sportelli bancari presenti in regione: un dato che è in linea col dato nazionale e che ci allarma per problematiche di tipo sociale, poiché la chiusura degli sportelli, soprattutto nelle località periferiche, è un problema soprattutto per la popolazione più anziana, che ancora non è sufficientemente digitalizzata, per un problema che ci sta molto a cuore, cioè quello dell’occupazione, e stimiamo che in questi 15 anni abbiamo perso circa 6000 posti di lavoro e perché una maggior concentrazione di sportelli bancari in capo a meno istituti rappresentano un problema sul fronte della concorrenza.

Tuttavia, l’Emilia Romagna ha una stazione piuttosto privilegiata, rispetto alle altre regioni, anche quelle limitrofe, perché, come dimostra il nostro studio, quello che chiamiamo “l’effetto via Emilia”, ha un fattore di favore rispetto alla situazione italiana, ovvero, in Emilia Romagna ben il 92% dei comuni è dotato di almeno uno sportello bancario a fronte di una media nazionale di solo il 60%.

Godiamo quindi di questo 92% di comuni: su 330 comuni ben 305 hanno la presenza dello sportello bancario, ma chiediamo comunque di mantenere alta l’attenzione perché il nostro studio dimostra anche che ben 61 comuni hanno la presenza di un solo sportello bancario e che quindi riteniamo comuni a rischio.

Questa situazione dal nostro punto di vista è figlia del cosiddetto credito locale, perché abbiamo in questa regione una presenza molto fitta di banche locali, cioè credito cooperativo e le casse di risparmio con sede in regione, delle quali in realtà è rimasta solamente La Cassa di Risparmio di Ravenna, che attualmente coprono il 25% del totale complessivo degli sportelli bancari della regione.

Queste aziende ci hanno dimostrato – e il nostro studio lo dimostra – che hanno più attenzione al territorio ed è quindi che ci rivolgiamo a queste aziende affinché continuino a tutelare il territorio, l’occupazione e i servizi alla clientela.

Lanciamo quindi un grido d’allarme per quanto riguarda le chiusure complessive, ma allo stesso tempo ringraziamo per l’attenzione al territorio le aziende che hanno avuto un occhio di riguardo in più rispetto alla popolazione locale e ai lavoratori.