Parla con me e con Daniela Bartolozzi

Daniela Bartolozzi è una donna talmente sorridente e allegra, che quando la incontri ti trasmette una gioia di vivere immensa.

I suoi sono occhi svegli e accesi e sono stati in grado di guardare in faccia il dolore vero, la mancanza, la solitudine e la fatica.

La sofferenza che l’ha travolta si è ramificata, passo dopo passo, in un germoglio di nuova vita sul quale ora soffia una piacevole brezza inaspettata.

Malgrado questo, quando incontri Daniela, hai sempre la sensazione di stare di fronte ad una donna che riesce a vedere il bello di ciò che sta intorno, una persona che sa guardare la realtà così com’è, ma che prova sempre a trasformarla in qualcosa di migliore, con una delicatezza che appartiene solo a chi è consapevole del fatto che non cercare di essere felici sia la sola irrimediabile tragedia della vita.

Daniela si è caricata il peso di un dolore immenso, riuscendo però a trasformarlo in uno scrigno dove raccogliere tutta la voglia di essere semplicemente Daniela.

Ciao Daniela, benvenuta in questo nostro piccolo spazio de L’otto mensilmente, da anni gentilmente ospitato da First Cisl Emilia Romagna.

Ti abbiamo invitata perché tu ci possa raccontare un po’ di te attraverso una brevissima intervista; tuttavia, prima di iniziare con le domande vere e proprie, vogliamo che ti presenti al pubblico attraverso un piccolo riassunto sulla tua vita: raccontaci chi sei, che studi hai fatto e di cosa di occupi oggi.
Mi chiamo Daniela, ho 53 anni e sono una creativa… ho iniziato quasi per scherzo a lavorare in pasticceria finite le scuole medie e mi sono innamorata di questo lavoro che ho preso talmente sul serio fintanto da iscrivermi a diversi corsi di pasticceria. Nel frattempo, mi sono sposata e ho avuto una figlia e ho preso parte a corsi di vetrinista per poter dare ulteriore sfogo alla mia vena artistica.

Nel 2014 finalmente realizzo il mio sogno: aprire un negozio dove la mia creatività potesse concretizzarsi, regalando un po’ di magia nel confezionare bomboniere e allestendo non solo matrimoni, ma anche ogni occasione speciale della vita… cucendo angeli, bambole e tutto quello che serve per l’arrivo di un bimbo.

Nel 2104 poco dopo aver aperto il negozio mio marito è mancato, e dopo tre anni ho chiuso questa attività continuando con i mercatini…

Oggi curo i miei pronipoti e dei bambini francesi da più di 4 anni, continuo a creare perché mi fa sentire viva.

Passiamo ora allo specifico di questa monografia: l’intervista. Ti faremo alcune essenziali domande affinché attraverso le tue risposte si possa continuare a tracciare un solco positivo all’interno della società, grazie al quale poter proseguire la nostra semina di buone intenzioni e di azioni efficaci per la costruzione di una cultura fondata sul rispetto di genere e priva di qualsiasi forma di violenza, soprattutto nei confronti delle donne.

1) Quale è stata la gioia più grande che hai provato nella tua vita?
Quando è nata mia figlia… il dolore di sapere di non poter avere un figlio, la ricerca per capire se con i nostri problemi ci fosse qualcuno che ci poteva aiutare e la gioia di poter iniziare, insieme a tante altre coppie, un percorso fatto di cure e tanta speranza, fino a vedere mia figlia venire al mondo… tutto questo percorso mi ha segnata e mi ha dato ancora più fiducia nella vita e nelle persone. E personalmente sono molto grata alla ricerca, che deve continuare ad andare avanti per aiutare altre persone, come ha fatto con me.

2) E invece quale è stato il dolore che più ti ha segnato profondamente l’animo?
Il dolore più grande… la morte di mio marito.

3) Questo dolore come ha condizionato la tua vita? Come sei riuscita a trasformare questo dolore in voglia di farcela?
Sono vissuta in una bolla… pensando solo a come crescere da sola mia figlia che allora aveva 14 anni, e cercando di risolvere tutti i problemi che mi aveva lasciato mio marito, annullando completamente me stessa… il dolore si è trasformato solo dopo qualche anno quando è arrivata un’amica che è anche psicologa e che mi ha aiutato a fare un percorso per riprendere in mano la mia vita… e grazie a lei ci sono riuscita, pensando che ci sono anch’io e che la vita ha ancora qualcosa di bello da offrire, basta volerlo!

4) Quanti sacrifici hai dovuto fare per essere la donna che sei ora? E per ricoprire il ruolo che oggi hai nella società (civile… lavorativa…)?
Ogni sacrificio e ogni dolore mi hanno permesso di crescere e di diventare la donna che sono adesso, indipendente e soprattutto consapevole di quello che valgo! In campo lavorativo non ho mai avuto grossi problemi a ricoprire il ruolo che ho, perché nel mio ramo essere donna è un privilegio!

5) Se volessi con una parola definire la situazione della donna oggi nel mondo, quale useresti? E per quale motivo useresti questa parola?
Determinata! Perché con la forza di volontà che ha può arrivare e fare qualunque cosa anche contro tutte le difficoltà.

6) In che modo la società deve cambiare, affinché si concretizzi un pensiero collettivo di progresso civile e culturale grazie al quale la donna sia finalmente libera, emancipata e mai più soggiogata al potere e alle volontà maschili?
Innanzitutto, deve partire dalla donna… non bisogna permettere a nessun uomo di farci sentire inferiori e forse allora saremo più libere e in grado di prendere il comando anche nel mondo!

7) Quale consiglio vorresti dare ad una donna che sta vivendo una situazione di difficoltà?
Un consiglio è farsi aiutare da qualcuno che sia qualificato perché molte volte anche se pensi di farcela, a lungo andare, le problematiche saltano sempre fuori.

Daniela ti ringraziamo per il prezioso tempo che ci hai dedicato. Ti auguriamo che tutti i tuoi sogni si possano realizzare sia in ambito personale che lavorativo. Prima di lasciarci però, a chiosa finale di questo nostro incontro virtuale, vorremmo che tu facessi un appello contro la violenza sulle donne.
Abbiate la forza di denunciare chi vi fa del male… e imparate ad amarvi, solo allora vincerete!